POMILIO, Mario

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)

POMILIO, Mario

Giuseppe Antonio Camerino

Scrittore, nato a Orsogna (Chieti) il 14 gennaio 1921. Sembrava avviato agli studi filologici e letterari (che non ha mai del tutto abbandonato) quando, anche per influenza di M. Prisco, esordì nel 1954 come narratore con L'uccello nella cupola (premio Viareggio; ed. riveduta 1969), un romanzo che già lo collocava, con alcuni evidenti influssi bernanosiani, tra gli scrittori di più sofferta tematica cattolica (si pensi al contrasto tra la figura della peccatrice Marta e la chiusa carità di un sacerdote).

Nel secondo romanzo, Il testimone (1956), ambientato in una crudele periferia parigina, il conflitto tra un cieco formalismo giuridico e la morale, libera scelta individuale, è rappresentato con situazioni di tipo poliziesco, che ricordano in parte certe pagine di G. Greene. Nel 1958 appare Il cimitero cinese, un racconto lungo, una sorta di parabola sul valore della libertà. I nuovi interessi dello scrittore, che si allargano ai problemi storici e sociali, si riflettono ne Il nuovo corso (1959), quasi un apologo sulla prospettiva disumanizzante della civiltà tecnologica, dove non mancano spunti surrealistici e persino polemici e satirici. Ma più complessa è la problematica che affiora ne La compromissione (1965; premio Campiello) in cui, a differenza del romanzo precedente, P. determina l'ambiente storico-geografico (Teramo intorno al 1950) e la collocazione politica del protagonista (un intellettuale piccolo-borghese che aderisce al socialismo), il quale interpreta il senso di crisi che subentra dopo la Resistenza: soprattutto a causa dei compromessi ideali e morali nella vita sociale e in quella individuale. Ancora una volta al cristiano P. appare illusoria la possibilità che l'uomo raggiunga la libertà e la salvezza solo attraverso l'impegno storico e civile. Il motivo religioso ritorna in modo esplicito ne Il quinto Evangelio (1974) che ipotizza il rinvenimento di un quinto vangelo attribuito a s. Giovanni. La finzione letteraria è tutta tesa a ricostruire, con accenti talvolta al limite dell'eresia, le ragioni più profonde della fede e della verità spirituale che ineriscono alla poetica dello scrittore. Il cane sull'Etna (1977) raccoglie cinque racconti che in un primo momento avrebbero dovuto essere inseriti in un romanzo organico. Di P., che nel 1971 ha pubblicato isolatamente, in edizione numerata, il racconto Il vicino, sono inoltre da segnalare i seguenti studi compresi in volume: La forma del Verga (1963); Dal naturalismo al verismo (1966); La fo mazione critico-estetica di Pirandello (1966); Contestazioni (1967), una raccolta dei migliori interventi dello scrittore come critico militante. P., al quale si devono anche introduzioni a un libro dedicato alla pittura di Leonardo e a opere di C. Alvaro, L. Capuana, G. Bernanos e M. Serao, svolge un'intensa attività pubblicistica (Scritti cristiani, 1979).

Bibl.: G. Vigorelli, in La fiera letteraria, 15 ag. 1954; M. Prisco, in Idea, 26 sett. 1954 e 16 sett. 1956; A. Palermo, in Il cannocchiale, ag. 1965; S. Battaglia, in Mitografia del personaggio, Milano 1968; C. Bo, in Corriere della Sera, 13 giugno 1965, 23 febbr. 1975 e 22 genn. 1978; P. Dallamano, in Paese sera, 4 apr. 1975; G. Manacorda, in Storia della letteeratura italiana contemporanea (1940-1975), Roma 1977; M. P. Bonante, Invito alla lettura di Pomilio, Milano 1977.

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