Praz, Mario

Enciclopedia on line

Critico e saggista italiano (Roma 1896 - ivi 1982). Personalità tra le più importanti nel campo dell'anglistica, indagò l'influsso della cultura italiana in Inghilterra e illustrò singole figure, aspetti, periodi della letteratura inglese. P. ha portato nei suoi studi e nella sua scrittura − adottando di preferenza la forma del saggio − l'ampiezza e l'acutezza di visione che gli sono derivate dalle larghe conoscenze di letteratura comparata sul romanticismo e sul decadentismo di Huysmans e di D'Annunzio; è stato attratto da Montaigne, Diderot, Valéry, ecc.; ha valutato la tradizione letteraria della Russia; ha persistito nello studio dei rapporti tra arti visive e letterarie, dell'influsso della letteratura e della cultura italiana nell'Europa, con inclusione dei rapporti tra Italia e Inghilterra e del filone degli Inglesi in Italia, quali V. Lee.

Vita

Fece gli studi a Firenze; nel 1923 si recò a Londra con una borsa di studio e lavorò nel British Museum; dal 1924 al 1932 prof. di italiano all'università di Liverpool e dal 1932 al 1934 in quella di Manchester; dal 1934 al 1966 professore di lingua e letteratura inglese all'università di Roma; collaboratore di importanti giornali e riviste italiani e inglesi; socio nazionale dei Lincei (1966). Durante gli anni di soggiorno in Inghilterra compì numerosi viaggi in Europa e collaborò attivamente a importanti riviste e giormali (La Cultura, The London Mercury, The Criterion, English Studies, La Stampa, Corriere della sera, ecc.). Tra le sue ultime collaborazioni si ricordano quelle alla Rivista di Letterature Moderne e Comparate e a Il Giornale Nuovo (dal 26 giugno 1974). Nel 1995 a Roma, nell'appartamento di Palazzo Primoli, abitato da P. dal 1969 fino alla morte, è stata aperta la «casa-museo», sezione della Galleria nazionale d'arte moderna, con i dipinti, le sculture e gli oggetti d'arte applicata raccolti dallo studioso.

Opere

Personalità tra le più eminenti nel campo degli studi anglistici, dedicò la sua attività didattica e la sua opera di critico sia a indagare l'influsso della letteratura e della cultura italiana in Inghilterra (Secentismo e marinismo in Inghilterra. John Donne, Richard Crashaw, 1925; Machiavelli in Inghilterra ed altri saggi, 1942; Ricerche anglo-italiane, 1944), sia a illustrare singole figure, aspetti, periodi o l'intero svolgimento della letteratura inglese (La fortuna di Byron in Inghilterra, 1925; Studi e svaghi inglesi, 1937, ed. ampl., 2 voll., post., 1983; Storia della letteratura inglese, 1937; Il libro della poesia inglese, 1951; La crisi dell'eroe nel romanzo vittoriano, 1952; Cronache letterarie anglosassoni, 4 voll., 1951-66; La letteratura inglese. Dal Medioevo all'Illuminismo, 1967; La letteratura inglese. Dai romantici al Novecento, 1968; James Joyce, Thomas Stearns Eliot, 1967; Due maestri dei moderni: Caleidoscopio shakespeariano, 1969) con un'acutezza e ampiezza di visione che gli derivava da larghe conoscenze di letteratura comparata, oltre che da un vivo interesse per la storia del costume. Di quelle e di questo sono frutti preziosi gli studi sul romanticismo e decadentismo del volume La carne, la morte e il diavolo nella letteratura romantica (1930; vasta risonanza ebbe la trad. ingl. The romantic agony, 1933), gli Studi sul concettismo (1934), i saggi sul Gusto neoclassico (1940), La filosofia dell'arredamento (1945), La casa della fama (1952), La casa della vita (1958). Importanti anche gli studi sui rapporti tra la letteratura e le arti: Studies in Seventeenth-Century imagery (1939), Mnemosyne: the parallel between literature and the visual arts (1970; trad. it. 1971), Il giardino dei sensi. Studi sul manierismo e il barocco (1975), Perseo e la Medusa: dal Romanticismo all'Avanguardia (1979) nei quali P. si rivelò anche fine intenditore della storia del gusto. Ed è specialmente in questo ordine di ricerche che venne svolgendosi in lui il saggista, l'autore di «elzeviri» eleganti e coloriti: Fiori freschi (1943; ed. ampl. 1982); Motivi e figure (1945); Lettrice notturna (1952), Bellezza e bizzarria (1960), Panopticon romano (2 voll., 1965-77). Il patto col serpente (1972) riprende invece la tematica de La carne, la morte e il diavolo. Notevolissima anche la sua opera di traduttore (da Ch. Lamb, G. Moore, W. Shakespeare, B. Jonson, J. Addison, W. H. Pater, Th. S. Eliot, P. Valéry) e di antologista (Poeti inglesi dell'Ottocento, 1925; Antologia della letteratura inglese, 1936). Oltre ad alcuni libri di viaggio (Penisola pentagonale. Pretesti spagnuoli, 1928; Viaggio in Grecia, 1943; Il mondo che ho visto, 1982) pubblicò la scelta di saggi e articoli Voce dietro la scena. Un'antologia personale (1980) e curò un'ed. delle Lettere sopra i buccheri di L. Magalotti (1945). Postumi sono apparsi le Lettere a Bruno Migliorini (1983) e il Carteggio Cecchi-Praz (1985). La bibliografia completa degli scritti di P. (oltre 2600 voci) è stata pubblicata e aggiornata da V. e M. Gabrieli (1966, nuova ed. 1997).

CATEGORIE
TAG

Bruno migliorini

Giornale nuovo

British museum

Decadentismo

Romanticismo