MASSENZIO. – Non sono note né l’origine né la data di nascita; le fonti informano però sul suo episcopato, di cui fu investito alla morte del predecessore Orso (o Urbano), avvenuta nei primi mesi dell’811.
M. ebbe il merito di riportare la sede del patriarcato da Cividale ad Aquileia, probabilmente poco dopo la sua nomina; egli, inoltre, guidò la sua Chiesa con grande impegno e dedizione sia sul piano religioso e dottrinale sia su quello politico, sociale e urbanistico, essendo favorito in questa sua attività dal supporto e dai benefici imperiali, che in particolare sotto il suo ministero iniziarono a concentrarsi sulla diocesi aquileiese.
Il 14 giugno 811, a ridosso dall’ascesa di M. al soglio patriarcale, Carlomagno, nell’intento di restituire importanza e unità a quest’ultimo, intervenne con un diploma, finalizzato a determinare con esattezza i limiti di pertinenza della diocesi di Aquileia, a comporre una lite scoppiata fra questa Chiesa e il nuovo patriarcato di Iuvavum (Salisburgo) in merito all’attribuzione della Carantania all’una o all’altra giurisdizione (Mon. Germ. Hist., Diplomata, I, Hannoverae 1872, pp. 282 s.). In quell’occasione l’imperatore stabilì che il corso della Drava costituisse il confine tra la diocesi di Aquileia e quella di Salisburgo.
Iniziò allora la ripresa politica ed economica di Aquileia, che nel periodo di assenza del vescovo metropolita aveva subito una notevole decadenza economica, sociale e urbanistica. Nel corso del patriarcato di M. Aquileia conobbe il suo momento più florido, grazie anche alla decisa iniziativa di Carlomagno, il quale non solo appoggiò il ritorno del patriarca, concedendo la libertà nell’elezione del vescovo e l’immunità, ma favorì inoltre il suo operato con donazioni di territori e ricchi finanziamenti tesi a rafforzare l’autorità del vescovo e a contribuire al riassestamento di Aquileia.
M. è ricordato inoltre per aver partecipato al sinodo riunitosi a Mantova il 6 giugno 827, in seno al quale fu discussa la questione della precedenza e della legittimità della supremazia di Aquileia sulle diocesi dell’Italia settentrionale, soprattutto in rapporto a quella di Grado.
Per quanto concerne l’attività edilizia, M. diede il via alla ricostruzione della basilica patriarcale, modificandone l’originaria struttura di età tardoantica e sviluppandola in una forma a croce latina.
Sono attribuite a M. una Epistola ad Carolum Magnum imperatorem de significatu rituum baptismi (edita in J.-P. Migne, Patr. Lat., CVI, coll. 51-53a) e una Collectanea de antiquis ritibus baptismi (ibid., coll. 53b-58).
M. morì probabilmente ad Aquileia nell’837.
Fonti e Bibl.: B.M. De Rubeis, Monumenta Ecclesiae Aquileiensis, Venetia 1740, cc. 5, 8, 35, 251 s., 289, 327, 332 s., 366, 377, 391 s., 399-405, 407-410, 414 s., 417 s., 421-426, 435, 439, 474, 514 s., 560; App., cc. 2 s., 6, 8 s., 61; P.F. Kehr, Italia pontificia, VII, 1, Berolini 1923, pp.25s. nn. 34s.; VII, 2, ibid. 1925, pp.41s. nn. 31 s.; P. Paschini, Le vicende politiche e religiose del Friuli nei secoli nono e decimo, in Nuovo Arch. veneto, XXI (1911), pp. 37-88, 399-432; B.H. Porter, M. of Aquileia and the North Italian baptismae rites, in Ephemerides liturgicae, LXIX (1955), pp. 3-9; D. Dalla Barba Brusin - G. Lorenzoni, L’arte del patriarcato di Aquileia dal secolo IX al secolo XIII, Padova 1968, p. 23; G. Cuscito, Cristianesimo antico ad Aquileia e in Istria, Trieste 1977, pp. 19, 29, 65; J.Ch. Picard, Le souvenir des évêques. Sépulture, listes épiscopales et culte des évêques en Italie du Nord des origines au Xe siècle, Rome 1988, pp. 414 s., 564-587; L. Salierno, La chiesa dei Pagani di Aquileia: la storia attraverso le fonti, in Memorie storiche forogiuliesi, LXXXI (2001), pp. 95-136; Nuovo Liruti. Diz. biografico dei Friulani, a cura di C. Scalon, I, 2, Medioevo, Udine 2006, pp. 532-535; Enc. dell’arte medievale, II, pp. 204, 206 s.