Massimo Confessore

Dizionario di filosofia (2009)

Massimo Confessore


Teologo e mistico bizantino (Costantinopoli 580 - castello di Schemari, Transcaucasia, 662). Monaco a Crisopoli (Scutari), visse poi nell’Africa settentrionale (626-46). Ebbe parte notevole nelle dispute cristologiche, in partic. combattendo il monotelismo; passato a Roma (646), ottenne la convocazione del Concilio Lateranense del 649 in cui fu condannato il monotelismo, l’Èkthesis di Eraclio e il Typos di Costanzo II. Fatto perciò arrestare dall’imperatore, fu esiliato nel Caucaso. Fu proclamato santo. M. è un teologo e un mistico che raccoglie la migliore eredità del pensiero greco e della patristica cristiana costituendone quasi l’ultima voce; in lui l’esperienza platonica, filtrata attraverso i grandi cappadoci e soprattutto Dionigi l’Areopagita, costituisce il fondamento di una visione gerarchico-liturgica del mondo, che si alimenta di una forte ispirazione metafisica di derivazione procliana. La polemica cristologica gli ispirò il nucleo centrale della sua filosofia, l’idea cioè che la realtà tutta è «incarnazione» dell’eterno nel contingente, del divino nell’umano. Gli scritti di M. sono esegetici (Questioni a Talassio sulla S. Scrittura; Spiegazione del Pater), dogmatico-polemici contro il monofisismo e il monotelismo (tra questi il più importante è la Disputa con Pirro, 645) e ascetici (Mistagogia), in parte concepiti come commento a Gregorio Nazianzeno (Ambigua) e a Dionigi l’Areopagita (gran parte degli Scholia a Dionigi, trasmessi sotto il nome di M., sono di Giovanni di Scitopoli).

TAG

Dionigi l’areopagita

Gregorio nazianzeno

Costantinopoli

Pensiero greco

Transcaucasia