D'Alèma, Massimo

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Uomo politico italiano (n. Roma 1949). Membro della segreteria nazionale del PCI dal 1986, nel 1991 ne ha sostenuto la trasformazione in PDS. Convinto della necessità di un'alleanza con esponenti del centro, fu tra i promotori del raggruppamento di centrosinistra l'Ulivo, vittorioso alle elezioni del 1996. Nel 1998, inoltre, avviò la trasformazione del PDS nella più ampia formazione politica dei DS. Presidente del Consiglio (1998-2000), ministro (2006-2008), nel 2007 è stato fra i protagonisti della fondazione del PD e nel 2017 di Articolo 1 - Movimento democratico e progressista.

Vita e attività

Militante del PCI dal 1968, fu eletto segretario nazionale della Federazione giovanile comunista italiana nel 1975 e segretario regionale del PCI in Puglia nel 1983. Entrato nella segreteria nazionale nel 1986, diresse il quotidiano l'Unità dal 1988 al 1990 e sostenne la trasformazione del PCI in Partito democratico della sinistra (PDS), avviata per iniziativa di A. Occhetto e sancita dal congresso di Rimini nel febbr. 1991. Deputato dal 1987 e presidente del gruppo parlamentare del PDS (1992-94), nel luglio 1994 ne divenne segretario nazionale. Sotto la sua guida il PDS condusse una dura opposizione nei confronti del governo Berlusconi (maggio 1994 - genn. 1995), per poi entrare a far parte della maggioranza che sostenne il successivo gabinetto Dini (genn. 1995 - maggio 1996). Assertore della necessità per il PDS di stringere intese con il centro moderato, laico e cattolico, fu uno dei promotori dell'alleanza elettorale denominata l'Ulivo che, vinte le elezioni legislative nell'apr. 1996, costituì la base parlamentare dell'esecutivo di centrosinistra guidato da R. Prodi (maggio 1996 - ott. 1998), portando così per la prima volta al governo del paese l'insieme della sinistra italiana. Nello stesso tempo si adoperò per avviare la trasformazione del PDS in una più ampia formazione politica, con l'aggregazione di personalità di area socialista, laica e cattolica di sinistra, culminata nel febbr. 1998 con la formazione dei Democratici di sinistra (DS), guidati dallo stesso D'A. e comprendenti oltre al PDS la Federazione laburista, i Comunisti unitari, i Cristiano sociali ed esponenti della sinistra repubblicana. Nell'ott. 1998, dopo la caduta del governo Prodi, fu designato presidente del consiglio e formò un nuovo esecutivo di centrosinistra in cui entrarono a far parte le forze politiche aderenti a l'Ulivo, l'Unione democratica per la Repubblica (UDR, divenuta, nell'apr. 1999, l'UDEUR, Unione democratici per l'Europa) e i Comunisti italiani; il mese successivo lasciò la segreteria dei DS a Walter Veltroni. Il governo D'A. proseguì sulla via del risanamento economico e delle privatizzazioni, ma fu costretto a confrontarsi con crescenti divergenze interne alla maggioranza e con una situazione molto difficile sul piano internazionale. In particolare, D'A. sostenne l'impegno dell'Italia nell'intervento aereo della NATO contro la Iugoslavia a favore del Kosovo (marzo-giugno 1999). Dimessosi nel dic. 1999 e nuovamente chiamato a guidare l'esecutivo, D'A. lasciò l'incarico nell'aprile 2000 a seguito della sconfitta del centrosinistra nelle elezioni regionali dello stesso mese. Presidente dei DS dall'ott. 1998 all'apr. 2000, assunse nuovamente la presidenza nel dic. 2000 e fu riconfermato nella carica dal 2º congresso nazionale del partito, svoltosi a Pesaro nel nov. 2001.

Nel 2004 fu eletto deputato nel Parlamento europeo. Nel maggio 2006, a seguito della vittoria della coalizione di centrosinistra nelle elezioni politiche del 9 e 10 apr., è stato eletto deputato per l'Ulivo ed è entrato a far parte, come ministro degli Esteri e vicepresidente del consiglio, del nuovo esecutivo guidato da R. Prodi (2006-08), rinunciando contestualmente anche al seggio al Parlamento europeo. Sin dalle prime scelte di politica estera ha rilanciato il ruolo dell'Italia per una politica di pace nel Mediterraneo. Alle elezioni politiche dell’aprile 2008 è stato eletto deputato nella lista del Partito democratico (PD), in cui nell'ott. 2007 erano confluiti i DS e della cui fase costituente è stato uno dei protagonisti. Nel 2010 è stato eletto presidente del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir) e della Foundation of european progressive studies (Feps). Nel 2017 è stato tra i fondatori di Articolo 1 - Movimento democratico e progressista, che è entrato a fare parte del movimento politico di centrosinistra denominato Liberi e uguali.

È presidente della fondazione di cultura politica ItalianiEuropei, da lui stesso fondata nel 1998 insieme ad altre personalità della politica, della cultura e dell’impresa, e direttore dell’omonima rivista.

Opere

Tra le sue pubblicazioni: Un paese normale (1995); Progettare il futuro (1996); La grande occasione (1997); La sinistra nell'Italia che cambia (1997); Oltre la paura (2002); La politica ai tempi della globalizzazione (2003); A Mosca l'ultima volta. Enrico Berlinguer e il 1984 (2004; nuova ed. 2022); Il mondo nuovo - Riflessioni per il Partito democratico (2009); Controcorrente. Intervista sulla sinistra al tempo dell'antipolitica (2013), a cura di P. Caldarola; Non solo euro. Democrazia, lavoro, uguaglianza. Una nuova frontiera per l'Europa (2014); Grande è la confusione sotto il cielo. Riflessioni sulla crisi dell'ordine mondiale (2020).

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