Massonerìa

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L'associazione segreta dei cosiddetti "liberi muratori", che ha avuto la sua prima manifestazione storica nel sec. 16° (v. oltre). Il termine si usa talvolta, in senso fig., per indicare una consorteria, un gruppo esclusivo di persone che, esercitando collettivamente il proprio potere o la propria influenza, sul piano politico, finanziario, ecc., agiscono in modo da curare e proteggere gli interessi dei singoli componenti del gruppo.

Cenni storici. - La m. ha le sue origini nella Scozia di fine Cinquecento: qui con gli Statuti della corporazione muratoria del 1598 (autore W. Schaw) viene fissata la leggenda dell'arte, e definito un sistema di cooptazione nelle logge (al tempo stesso i luoghi d'accoglienza e il corpo che vi si raduna) dei muratori (masons, donde masonry "massoneria") che posseggano la tecnica dell'arte rinascimentale della memoria, ed abbiano congiuntamente appreso la Mason Word, la parola che consente il riconoscimento reciproco dei "fratelli" di corporazione ed assicura, ove occorra, l'invisibilità. Peculiarità istituzionali, privilegi consolidati dall'eccezionale sviluppo dell'edilizia, ricchezza e complessità del patrimonio leggendario dell'arte portano ad un efficace consolidamento delle strutture massoniche ove la gerarchia del mestiere, che è anche gerarchia delle competenze, si complica con i gradi (apprendista e compagno/maestro) della conoscenza esoterica. Taluni degli arnesi dell'arte (la squadra, il compasso, il livello) sono caricati di valenze simboliche, e indicano - riprodotti come segni o come oggetti (miniaturizzati) - l'appartenenza e il grado; mentre la geometria, identificata con l'architettura, rivendica il primo posto nell'elenco delle discipline. Dai primi decennî del Seicento, sappiamo di ammissioni a logge e di iniziazioni massoniche di varî personaggi, di Scozia e di Inghilterra (la diffusione vi sarà favorita dalle vicende, politico-militari, delle guerre di metà secolo), la cui personalità e dottrina, ed ambizioni intellettuali e politiche, debbono avere contribuito a dare forma specifica alla m. come spazio e fisico e ideale nel quale si vogliono consumare - in un vincolo sociale assistito da regole - esperienze di ricerca e pratica di "poteri" acquisiti o supposti sul fondamento di tradizioni esoteriche, di tecniche magiche, di idee della natura e dell'uomo presenti nella cultura del tempo, spesso in forma incoerente, e che nella m. trovano sistemazione e coerenza. E nondimeno sino alla fine del secolo, la m. non sembra distinguersi da altre forme di associazionismo iniziatico-settario. La corporazione o collegio peraltro si rivela più efficace della confraternita per consentire l'accesso e la carriera in aree esclusive ai tanti immigrati, che la pressione dispotica della Francia di Luigi XIV ha raccolto nel tradizionale rifugio anglo-scozzese: il sistema dei gradi del mestiere (ora in tensione per l'esigenza di sganciare il maestro dal compagno) appare più adatto della gerarchia confraternale o settaria ad assicurare una sovrapposizione efficace di promozione/cooptazione e cursus iniziatico; mentre l'espansione del banchetto fraterno, della convivialità regolata per luoghi, tempi e modi, consolida un successo che già negli anni Novanta del secolo appare consacrato. Agli inizî del Settecento in Inghilterra la società dei "massoni liberi" (free masons, accepted masons) è un tratto consolidato della vita sociale a Londra: vogliono farne parte soggetti, di estrazione sociale medio-alta, che hanno già sperimentato legami corporativi (uomini di teatro, musici, architetti, uomini di legge, ministri di religione) accanto a nobili attratti dalle attività dei fratelli, o dal segreto iniziatico, o dal modello conviviale-settario. Non è chiaro da cosa nasca, per realizzarsi nel 1717, l'esigenza a costituire a Londra una "grande loggia", con l'obiettivo dichiarato di conferire patenti e di ordinare con statuti il sottobosco ormai folto delle diverse logge. La Gran Loggia diventerà comunque un centro d'unione, insieme simbolico e di potere, cui conferisce autorità l'operazione delle Constitutions del 1721-23. Si instaura un rapporto privilegiato con la nobiltà di sangue e di corte, cui s'affida il ruolo sociale della m. come area di formazione e centro di potere, in direzione soprattutto di quella semplificazione della teologia e della ritrovata coerenza tra credo sociale e credo religioso resa possibile dagli sviluppi apologetici della scoperta di I. Newton delle leggi del creato. In questo senso, J.-T. Desaguliers può ritenersi il (ri)fondatore settecentesco della moderna m.: egli sarà attivo per la diffusione del modello londinese-newtoniano in Scozia e nel Continente. Negli anni Venti e Trenta del Settecento la m. si diffonde ad opera di inglesi (diplomatici, accademici, uomini di teatro) e di anglofili, nel Continente: in Italia, in Germania e Austria, in Spagna, e soprattutto in Francia ove traversa, per iniziativa di nobili "giacobiti", l'area cattolica: troverà nel contesto della guerra di successione austriaca (1740-48) condizioni favorevoli per diffondersi. Nascono le logge militari, e cresce la pressione a trasformare un "ordine di società" in un "ordine di cavalleria": aiuta in Francia e in Italia la tipologia fabbricata nel 1738 dal franco-scozzese A. Ramsay, il cui Discours definisce un'ideologia massonica di tipo aristocratico anti-dispotico. A poco vale, in questa fase di "trionfo massonico" la pronuncia severa della Chiesa cattolica che ha condannato la m. come eretica nel 1738 e tale torna a bollarla nel 1751. Gli anni 1740-50 conoscono, nell'Europa della letteratura clandestina, una convergente fortuna del libertinage religioso e della cabala. Sono correnti sotterranee, che gonfiando portano nel lago massonico - nel quadro movimentato dell'europea guerra dei Sette anni (1756-63) - autentici affluenti. Matura allora, negli anni Sessanta e Settanta, la svolta continentale della "m. dei gradi" detta scozzese o rossa (per distinguerla dalla blu o simbolica, cioè ferma ai tre gradi simbolici, del rito inglese). Lo "scozzesismo" deve la sua fortuna alla creazione di circoli interni, che tendono a impiegare la struttura associativa della m. a fini politici o cospirativi. L'epicentro si sposta allora in Germania, ove trova uno straordinario successo la m. della Stretta Osservanza, per la quale la "vera" m. riprende tradizione e scopi dell'Ordine Templare, distrutto agli inizî del sec. 14°, e che avrebbe lasciato segni ora recuperabili del suo patrimonio segreto. Si costruisce la rete territoriale del nuovo ordine massonico, che rimanipola le antiche e impone nuove giurisdizioni sulle diverse "province" (con le rispettive dipendenze) e provvede a "rettificare", ove richiesto, le precedenti osservanze massoniche: mentre si creano nuovi sistemi muratorî, i Clerici Templari di J. Stark, i Rosacroce d'Oro, e alla fine degli anni Settanta gli Illuminati di Baviera e la Massoneria Eclettica di Francoforte. Quando negli anni Ottanta la m. templare si dissolve, i Rosacroce e gli Illuminati e gli Eclettici s'affiancano ai Cavalieri benefici di Lione e costituiscono un fronte antiilluminista contro i massoni radicali e contro i razionalisti in religione ed i riformatori in politica. Si disputa ancora sul rapporto tra m. e Rivoluzione francese, sull'onda lunga della polemica contemporanea (Robison, Barruel, ecc.) che addossava la colpa della rivoluzione ai filosofi e ai massoni. Da questo dibattito, appassionato e distorto, residuano alcune verità: l'innegabile apporto dell'ideologia massonica a idee antidispotiche ed egualitarie, la presenza di personalità e gruppi consistenti della m. nell'area della Gironda, le radici massoniche di settori importanti del giacobinismo europeo, l'assunzione di modelli settario-cospirativi (con o senza le finalità radicali, per cui erano stati progettati o realizzati), l'importanza per la m. europea dell'età imperiale e della Restaurazione di episodî e simboli e personaggi della Rivoluzione in Francia e in Europa. La m. gode della cinica tolleranza di Napoleone; e nondimeno appare lacerata tra l'obbedienza del Grande Oriente e il vasto fronte scozzese, presto (1804) egemonizzato dal Supremo consiglio del rito scozzese antico e accettato, inventato in America e destinato a grande fortuna in Europa. Ma presto, risucchiata nella politica e nel clima cospirativo di quei decennî, la m. stenta a distinguersi dal nuovo settarismo (massonico o paramassonico).

La m. italiana vive nel sec. 18°, e fin dentro la Rivoluzione francese, una vita gracile e marginale. Solo Napoli ha una storia massonica interessante: nel 1728 vi nasce la loggia della perfetta unione promossa dalla Gran loggia d’Inghilterra; al suo interno – per iniziativa del maestro venerabile (1747) principe Raimondo di Sangro – si costituisce un «cerchio interno» di carattere iniziatico ed ermetico da cui prenderà origine il Rito egizio tradizionale. Più tardi vi saranno interessanti sviluppi di una m. giacobino-terroristica del 1792-93. Per il resto, durante il Risorgimento la carboneria prima e la Giovane Italia dopo svolgono un ruolo cospirativo, patriottico, culturale assai più efficace della stessa massoneria. Con l'Unità, quando l'associazionismo settario a fini patriottici si è logorato, la m. riappare chiamata, specie dopo l'avvento della Terza Repubblica francese, a cogliere l'opportunità offerta dai nuovi rapporti Stato-Chiesa per esercitare influenza sulla scuola e sulla cultura, da posizioni laiciste. Specie sotto il gran maestrato di A. Lemmi, la m. italiana di palazzo Giustiniani inquadra nelle logge settori importanti del ceto politico e della burocrazia, delle istituzioni centrali e locali. Eppure è agevole trovare, anche in questo caso modellandosi sulle affini esperienze europee, l'area massonica italiana affollata di visionarî, teosofi, spiritisti, neognostici, "iniziati": cattolici e non trovano nella m. un terreno comune di curiosità e di interesse per problemi religiosi, che vanno dal rinverdimento di gnosi misteriche a più generiche estensioni di interesse per il paranormale. Il secondo Ottocento conosce una ripresa della m. inglese, collegata a uno sviluppo significativo delle logge militari e degli insediamenti coloniali che tornano a costituire, in India, Cina, Australia, Africa meridionale, aree di diffusione con significativi effetti di ritorno in Gran Bretagna. Ma in Europa, a dominare il quadro sono il rito francese e la vicenda germanica: il primo, esaltato a diventare la "Chiesa" della Terza Repubblica; mentre in Germania i varî regimi massonici fanno i conti con il luteranesimo ufficiale, e sul terreno culturale con l'ideologia positivista. E in Francia e in Germania la m. ha un posto di tutto rispetto nel settore della beneficenza, dell'assistenza e della scuola. In Svezia o in Danimarca il controllo politico è esercitato attraverso l'assunzione del gran maestrato da parte dei sovrani o di membri più o meno autorevoli della famiglia reale. In Austria-Ungheria, in Prussia, in Russia la presenza di fratelli nell'esercito e nella magistratura ha carattere quasi strutturale. Ciò spiega l'improvviso salto di livello nella pubblicistica antimassonica, che somma le accuse di satanismo e magia nera alle nuove versioni del complotto per la distruzione del Vaticano, della Chiesa di Cristo Re. Muove dall'enciclica Humanum genus (1884) di Leone XIII contro la "città di Satana" che corrompe la morale sociale e individuale; e denuncia l'alleanza tra i vertici muratorî e "quanti pensano all'uguaglianza e comunione di tutti i beni, dopo aver cancellato nella società ogni differenza di ceti e di fortune". Donde la letteratura antimassonica di L. Taxil, D. Vaughan, G. Bataille e i loro emuli in Italia, in Spagna, in Germania, ove si denuncia la consistente presenza ebraica, e il blocco satanico ebraico-massonico. È con gli anni Venti (nel 1929 la Grande Loggia Unita d'Inghilterra fissa le regole e le condizioni fuori delle quali non vi è m.; ma la m. francese, Grande Oriente e Gran Loggia non abboccano) e soprattutto negli anni Trenta del sec. 20° che i diversi regimi massonici conoscono modifiche, aggiustamenti e in Europa persecuzioni e scioglimenti ad opera soprattutto dei varî regimi fascisti. L'antifascismo in Italia e in Europa conta effettivi spesso operanti nell'area massonica o deserta o "coperta": anche se la rapida ripresa postbellica ha ragioni esogene (l'esempio e l'invito americano) non meno efficaci delle endogene. E tuttavia discontinuità sono evidenti negli anni Cinquanta e Sessanta, quando l'influenza culturale declina, si riducono gli spazî del laicismo e dell'anticlericalismo (in genere più estesi dell'area massonica), e la m. appare impegnata a costituire partiti trasversali vieppiù coinvolti nei giochi del potere e nel dilagante affarismo. Si torna a guardare alla Gran Bretagna e si estende lo sguardo fino agli Stati Uniti: la stessa Francia, in cui sono presenti esperienze e riti esoterici, ma dove prevale deismo o agnosticismo religioso, attrae meno; e in Germania la desertificazione nazista e l'avversione social-cristiana unite alle posizioni ecclesiastiche non favoriscono il recupero. Che in Svezia, Norvegia, Danimarca, Paesi Bassi avviene "su basi cristiane". È significativo che presenze massoniche si ritrovino in area ebraica e persino sionista. Assume rilievo frattanto la m. centro- e sudamericana, le cui logge sono in taluni paesi (Cile, Cuba, ecc.) strutture di organizzazione e influenza politica di sinistra e in altre (Bolivia, Argentina, Brasile) centri cospirativi per le alleanze tra grandi proprietarî, uomini d'affari, apparati ed esercito: e la m. di questi paesi (assunta a modello dai "cospiratori" italiani della P2) ha avuto un ruolo importante nel determinare la destabilizzazione e stabilizzazione autoritaria di quei regimi. Non è possibile disegnare in breve il quadro affollato della m. mondiale: tanti sono oggi, oltre agli eredi più o meno legittimi dei riti storici, i regimi nuovi o restaurati, le polemiche sulla "vera" m. e la ricerca di un'ortodossia massonica, le costituzioni e le scomuniche. Custodi di segreti, i fratelli tuttavia non costituiscono, nei paesi a regime liberale, delle società segrete: la concordia discors tra loro, e con le Chiese stabilite, li abilita a rappresentare istanze culturali e sociali presenti nel mondo contemporaneo, nel quale tuttavia - se vogliamo raccogliere la non infondata opinione media del "profano" - l'interesse confraternale e corporativo prevale sulle finalità di ricerca religiosa e di solidarietà sociale.

Diritto. - In linea di principio la m., nella sua organizzazione ufficiale, non rientra tra le associazioni segrete proibite dall'art. 18 della Costituzione italiana. Infatti la l. 25 genn. 1982, n. 17, che ha dato attuazione al principio costituzionale, ha recepito un'interpretazione restrittiva del concetto di associazione segreta, limitato alle sole organizzazioni che mediante strutture occulte perseguono il fine di condizionare l'attività degli organi dello stato e di enti pubblici o comunque sottoposti al controllo statale. Nella stessa legge (art. 5) il principio ha avuto una prima attuazione con lo scioglimento della loggia massonica P2.

Diritto canonico. - L'atteggiamento della Chiesa nei confronti della m. era stato all'inizio di pronta e decisa condanna, da Clemente XII (In eminenti apostolatus specula, 28 apr. 1738) a Leone XIII (Humanum genus, 29 apr. 1884) fino al cod. iur. can. (can. 2335) del 1917. Dopo il concilio Vaticano II si ebbe una evoluzione dei rapporti tra Chiesa e m. nel senso di una reciproca attenzione e di dialogo. Da parte sua il nuovo cod. iur. can. (1983) non cita esplicitamente la m., ma una dichiarazione (26 nov. 1983) della Congregazione per la dottrina della fede ne ribadisce un "giudizio negativo" per l'inconciliabilità dei principî cattolici e massonici. Di conseguenza: 1) rimane proibita l'iscrizione alla m.; 2) tutti i cattolici che vi appartengono "sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione"; 3) "non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito".

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