Ibuse, Masuji

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Scrittore e saggista giapponese (Kamo, Hiroshima, 1898 - Tokyo 1993). Raggiunta la notorietà prima della seconda guerra mondiale per brevi racconti in cui si equilibrano ironia e pacato pessimismo, si caratterizza soprattutto come autore di romanzi storici e di narrazioni di un genere autobiografico e intimistico (watakushi shōsetsu, "romanzo dell'io"). Maestro e guida per molti scrittori più giovani, I. è apprezzato anche per la qualità pacata e distaccata delle sue opere, che rifiutano retorica e sentimentalismo: esemplare in tal senso è Kamiya Sōtan no nokoshita nikki ("Il diario di Kamiya Sōtan", post., 1995),

Vita e opere

L'esperienza della guerra e più ancora quella dell'esplosione atomica lasciarono in lui un profondo segno, che ha trovato espressione in alcune fra le sue opere più famose: Kane kuyō no hi ("Il giorno del requiem per la campana", 1943), Yōhai taichi ("Il comandante che venera l'imperatore a distanza", 1950) e Kakitsubata ("L'iris", 1951), dedicato all'esplosione atomica su Hiroshima, in cui "la pazza fioritura" dell'iris fuori stagione diventa il simbolo della follia dei tempi. Il tema del bombardamento di Hiroshima torna ancora in Kuroi ame (1965; trad. it. La pioggia nera, 1993), dal quale è stato tratto nel 1991 l'omonimo film diretto da S. Imamura. Il romanzo si svolge a quattro anni dalla catastrofe, che viene rievocata coralmente attraverso testimonianze e diari; protagonisti sono gli abitanti di un piccolo villaggio non lontano da Hiroshima, colti nel tentativo di restituire normalità a un'esistenza scossa periodicamente dalla morte di qualche vittima delle radiazioni. Nel già citato Kamiya Sōtan no nokoshita nikki, libera riscrittura in giapponese moderno del diario lasciato dal famoso mercante e "conoscitore" della cerimonia del tè Kamiya Sōtan (1551-1635), la prosa di I. raggiunge forse gli esiti più felici.

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