Visconti, Matteo I

Dizionario di Storia (2011)

Visconti, Matteo I


Signore di Milano (Invorio, Novara, 1250-Crescenzago 1322). Figlio di Tebaldo e di Anastasia Pirovano; appoggiò il prozio Ottone nella lotta contro il marchese di Monferrato. Per volere di Ottone fu eletto podestà e capitano del popolo (1287), e riconfermato di cinque in cinque anni (1289, 1294, 1299). Dopo la cattura di Guglielmo di Monferrato da parte degli alessandrini (1290), l’ascesa della potenza di Matteo fu continua: capitano di Novara e Vercelli (1290), di Alessandria, di Como, del Monferrato (1292), nel 1294 ricevette dall’imperatore Adolfo di Nassau la nomina a vicario imperiale di Lombardia. Ma il suo potere fu insidiato da continue coalizioni e rivolte contro Milano da parte delle città piemontesi e lombarde e dalla costante guerriglia dei Torriani; alle discordie politiche si aggiunsero rancori privati, finché la coalizione promossa da A. Scotti signore di Piacenza (1302) obbligò Matteo a rinunciare al capitanato in Milano e a permettere il ritorno dei Torriani. Ritiratosi a Nogarole (Verona), poté rientrare a Milano solo nel 1310 con l’imperatore Enrico VII, che nel luglio dell’anno seguente lo nominò vicario imperiale. La venuta dell’imperatore in Italia favorì la causa ghibellina e una nuova espansione della signoria milanese: nel 1315 Matteo, per dominio diretto suo o dei figli, dominava Piacenza, Bergamo, Lodi, Como, Cremona, Alessandria, Tortona, Pavia, Vercelli e Novara. Ma la lotta dinastica risorta in Germania e soprattutto l’aspirazione di Giovanni XXII al dominio sull’Italia settentrionale lo coinvolsero in contrasti sempre più gravi. Matteo lasciò il titolo di vicario imperiale e si fece nominare signore dal popolo. Contro la pressione dei Torriani, dei guelfi, di re Roberto, pericolosa soprattutto con la venuta del legato Bertrando del Poggetto, si alleò con gli Scaligeri, i Bonacolsi e il conte di Savoia; col denaro riuscì ad allontanare Filippo di Valois (1320) e il duca Enrico d’Austria (1322) scesi in Italia su sollecitazione del papa; accusato di eresia, nel 1320 fu scomunicato; l’anno dopo seguiva l’interdetto su Milano e nel 1322 la predicazione di una crociata contro di lui. Il 23 maggio 1322 rinunciò al governo a favore del figlio Galeazzo.

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