Boiardo, Matteo Maria

Enciclopedia Dantesca (1970)

Boiardo, Matteo Maria

Gianvito Resta

Notevoli come numero e come significato i riecheggiamenti della Commedia nell'opera di B. (1441-1494). Il materiale dantesco tuttavia non è ripreso su un piano di analogicità di situazioni e di reminiscenze di contenuto, ché troppo lontani sono i mondi poetici dei due autori, quanto sul vero e proprio piano di puntuali mutuazioni linguistiche e stilistiche, tali, però, da non configurarsi nel dettato boiardesco come una preziosa reminiscenza dotta ma, al contrario, da risultare pienamente e definitivamente assimilati e fusi. A documento sia qui sufficiente una rapida e necessariamente contenuta esemplificazione di locuzioni manifestamente ispirate alla Commedia; nell'Orlando Innamorato: " Che pensar non si può non ch'io lo scriva " (I III 69): che noi so rimembrar, non ch'io lo scriva (Pg XXXI 99); " Fatto di un marmo sì polito e terso " (I VIII 2): bianco marmo era sì pulito e terso (Pg IX 95); " La dama non restò morta né viva " (I XXII 6): Io non mori' e non rimasi vivo (If XXXIV 25); " Grande era biondo e di gentile aspetto " (II XII 41): biondo era e bello e di gentile aspetto (Pg III 107); " Quivi le strida, il gran lamento e il pianto " (II XXIV 66): quivi le strida, il compianto, il lamento (If V 35); negli Amorum libri: " né il vago tremolar de la marina " (XXI 3): conobbi il tremolar de la marina (Pg I 117); " Questi non sarà mai da me diviso " (CLXXI 12): questi, che mai da me non fia diviso (If V 135).

Anche per il B., quindi, il poema dantesco si configura come un repertorio di stilemi, tanto più ben conosciuto e rilevante in quanto gl'incontri tra i due poeti non sono favoriti da alcuna vicinanza tematica. Assolutamente predominante è la presenza della prima cantica (se si eccettuano alcune notevoli aperture paesaggistiche desunte dal Purgatorio, come pure l'esemplificazione riportata suggerisce): e ciò è segno che il materiale lessicale desunto dalla Commedia si configura come una precisa variazione della più piana forma petrarchesca, tesa alla ricerca di un più risentito colorismo espressivo.

Bibl. - F. Foffano, Echi danteschi nel poema del B., in " Giorn. stor. " XCIX (1932) 271-274; G. Reichenbach, Orlando Innamorato di M.M.B., Firenze 1946, 275; P.V. Mengaldo, La lingua del B. lirico, Firenze 1963, 316-322.