MORONI, Mattia

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 77 (2012)

MORONI, Mattia

Elisa Andretta

– Nacque nel 1594 a Ponzone nell’Alto Monferrato. Della sua vita familliare sappiamo solo che sposò una tale Maddalena Zolla.

Secondo il suo primo biografo, Giovanni Guglielmo Gherardo, intraprese gli studi di medicina in giovanissima età. Esercitò quindi la professione a Casale Monferrato e negli accampamenti militari circostanti, prestando i suoi servizi di medico anche durante gli assedi di cui la cittadina fu oggetto durante le due guerre di successione del Monferrato e nel corso delle numerose epidemie che colpirono la sua popolazione. Delle sue cure beneficiarono tanto i cittadini di Casale quanto i signori stranieri che per motivi diplomatici o militari transitavano nel territorio. Tra i condottieri, fu suo paziente il capitano delle truppe francesi Antoine de Covunges al quale dedicò la sua opera principale, il Directorium medico-practicum. La sua attività gli valse numerosi riconoscimenti. In particolare, il 10 dicembre 1626 il duca Vincenzo gli affidò l’incarico di luogotenente di Giacomo Ferrari, il quale deteneva la carica di protomedico, istituita dallo stesso duca nel 1604 e generalmente assegnata a un professionista vicino alla corte ducale. Prima del 1630 Moroni passò per volere di Carlo Emanuele I di Savoia da luogotenente a protomedico, rimanendolo fino alla morte e ritrovandosi, in tale qualità funzione, ad adempiere a incarichi di diversa natura.

Partecipò all’organizzazione dei provvedimenti di Casale contro l’epidemia di peste che nel 1630 si diffuse nella città e nei territori limitrofi. Da questa esperienza derivò probabilmente il Trattato sul modo di preservarsi dalla peste, opera menzionata dai suoi diversi biografi ma della quale sembra non essere rimasta alcuna traccia. Fu anche tra i testimoni dei miracoli post mortem effettuati da padre Giacinto Natta.

La sua fama non restò confinata all’ambito cittadino. Tra i biografi ricorre il riferimento a una sua nomina a medico di Luigi XIII, affermazione che trova probabilmente le sue origini nell’iscrizione incisa sulla sua lapide funeraria, in cui è ricordato che il re di Francia lo definì suo consiliarius. Il riferimento a tale incarico si si trova anche nel frontespizio della sua opera principale, dove Moroni si fregia del titolo di Christianissimi Regis medicus ac consiliarius. Secondo Giovanni Giacomo Bonino (1834), si conquistò la stima del re di Francia nel 1639, quando il conte d’Harcourt divenne padrone di piazze e principati del Monferrato. Tuttavia, sembra alquanto improbabile che ottenesse realmente l’incarico di medico del «Re Cristianissimo». Non figura infatti tra i medici regolarmente stipendiati dalla corte di Francia, non si hanno notizie di lunghi periodi di allontanamento dalla sua regione d’origine, né infine risulta che abbia mai dismesso le sue funzioni di protomedico. Sembra invece più plausibile che, secondo una prassi diffusa all’epoca, abbia fornito al re un consulto in occasione di uno specifico episodio morboso.

Morì l’8 novembre 1646 e venne sepolto nella chiesa di S. Paolo dei Barnabiti di Casale Monferrato.

Il Directorium medico-practicumsiveIndices duo praeternaturalium affectuum vide la luce postumo nel 1647 a Lione presso i tipi dello stampatore Jean-Antoine Huguetan. Fu quindi ristampato nella stessa città nel 1650 (a Huguetan in questa edizione si associò anche lo stampatore Marc Antoine Ravaud). Fu infine l’oggetto di un’ulteriore riedizione ampliata a cura del medico tedesco Sebastian Scheffer (1631-1686) che vide la luce a Francoforte sul Meno nel 1663 nella stamperia di Johann Gottfried Schönwetter. Si tratta di un’opera compilativa, a vocazione eminentemente pratica, nella quale vengono elencate centinaia di malattie particolari e i luoghi in cui esse sono state trattate da autori antichi e moderni. Destinata ai colleghi medici e in particolar modo ai giovani alle prime armi per i quali avrebbe dovuto costituire un utile repertorio di esempi ai quali riferirsi per affrontare i casi clinici che la pratica medica li portava a fronteggiare concretamente, è costituita da due lunghi indici. Il primo, alfabetico per soggetto, include le diverse malattie – nella loro forma semplice e composta, e nelle forme particolari che possono assumere anche in combinazione con altre affezioni –, le parti del corpo che ne sono generalmente affette, il tipo di trattamento da utilizzare ecc. Il secondo indice è consacrato più specificatamente ai morbi, e in particolare a quelli trascurati o menzionati solo indirettamente nell’elenco precedente. Per ogni soggetto, Moroni cita gli autori che se ne sono

occupati, indicando precisamente in quale opera e in quale luogo. Una tavola in apertura del libro consente inoltre di sciogliere le citazioni del testo riportando per ogni trattato citato il formato, il luogo di edizione e spesso la data di pubblicazione. I trattati utilizzati appartengono ai generi tipici della medicina pratica (Consultationes,  Consilia, Epistolae, Responsiones, Observationes, Historiae...). In alcuni casi, si tratta di opere interamente dedicate ad alcuni morbi particolari. Non mancano poi i riferimenti a opere di chirurgia. Tra i diversi autori menzionati si trovano le autorità classiche della medicina antica, ma soprattutto medici italiani, tedeschi, francesi e spagnoli cinque e seicenteschi che hanno pubblicato le loro opere a Francoforte, Tubinga, Monaco, Lione, Parigi, Basilea. Tra loro, a testimonianza dell’altro grado di conoscenza dell’autore della letteratura medica del tempo, figurano numerosi medici celebri coevi, quali Girolamo Fabrici da Acquapendente, Orazio Augenio, Thomas Bartholin, Girolamo Cardano, Antonio Benivieni, Amatus Lusitanus (Juan Rodriguez) e Giovanni Mainardi, Giambattista da Monte, Johannes Schenck e Felix Platter.

Fu Giovanni Guglielmo Gerardo, che nel 1648 successe a Moroni nella carica di protomedico, a occuparsi della pubblicazione dell’opera. Egli non solo riordinò il manoscritto, ma seguendo il disegno dell’autore, compilò con l’aiuto del suo stesso figlio Francesco Bernardino il secondo dei due indici che il suo predecessore aveva lasciato incompiuto. Il paratesto dell’opera raccoglie numerosi componimenti poetici dedicati a Moroni da colleghi e amici, indice della stima di cui il medico godeva e del suo inserimento all’interno dell’ambiente intellettuale casalese. Tra gli autori degli epigrammi, delle odi e dei sonetti che corredano il trattato si trovano, tra gli altri, il rettore del seminario di Casale Giovanni Castello da Caresana e il medico Evasio Maria Bellingeri, uno dei fondatori dell’Accademia dei Pellegrini. Le diverse edizioni di cui fu oggetto l’opera, e in particolare l’edizione tedesca del 1663, testimoniano di una discreta diffusione su scala europea.

Fonti e Bibl.: Torino, Archivio storico, Corte, RC, reg. XI, c. 35G; A. Morano, Catalogo degli illustri scrittori di Casale, e di tutto il ducato di Monferrato e delle opere da’ medesimi composte et date alla luce, Asti 1771, pp. 69 s.; Scrittori piemontesi savoiardi nizzardi registrati nei catalogi del vescovo Francesco Agostino Della Chiesa e del monaco Andrea Rossotto, a cura di O. De Rossi, Torino 1790, p. 196; G.G. Bonino, Biografia medica piemontese, I, Torino 1834, pp. 371 s.; V. de Conti, Notizie storiche della città di Casale Monferrato, VII, Casale Monferrato 1840, pp. 127, 627; VIII, ibid. 1841, p. 91; S. De Renzi, Storia della medicina italiana, IV, Napoli 1846, p. 419; Dizionario storico-statistico commerciale degli stati di S. M. il re di Sardegna, XV, Torino 1847, p. 618; Rivista contemporanea nazionale italiana, XLIX (1896), 15, pp. 436, 443; L. Torre, Scrittori Monferrini note e aggiunte, Casale Monferrato 1898 (ed. anast. Bologna 1974), pp. 60-61; B. A. Raviola, Il Monferrato gonzaghesco:istituzioni ed élites di un micro-stato (1536-1708), Firenze 2003, p. 189; G.B. Vassallo, Annali che contengono diversi avvenimenti in Casale Monferrato et altrove (1613-1695), a cura di A. Galassi - B. A. Raviola - R. Sarzi, Mantova 2004, p. 96.