Maeterlinck, Maurice

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Scrittore belga (Gand 1862 - Nizza 1949) di lingua francese. Esponente del simbolismo, nei suoi primi drammi, tra cui Pelléas et Mélisande (1892), diede vita a un mondo onirico e allusivo, dominato da un pessimistico senso di ineluttabilità del destino. Successivamente raggiunse posizioni quasi ottimistiche, testimoniate in una delle sue opere più note, il dramma fiabesco L'oiseau bleu  (1909). Ottenne il premio Nobel per la letteratura (1911).

Vita

Dopo aver studiato dai Gesuiti, iniziò gli studi di giurisprudenza; pubblicò i primi versi nella rivista letteraria e artistica Jeune Belgique. Laureatosi in legge, si recò (1886) a Parigi, dove subì l'influsso dei simbolisti. Fu cofondatore della rivista La Pléiade (1886). Allo scoppio della seconda guerra mondiale si trasferì (1939) negli Stati Uniti, per poi rientrare in  Francia nel 1947. Fu anche (1944-49) presidente del PEN Club Internazionale.

Opere

Esordì con un volume di versi, Serres chaudes (1889), e con un dramma fiabesco, La princesse Maleine, che ottenne un giudizio entusiastico di O. Mirbeau. La sua arte si affermò soprattutto con varie opere drammatiche di carattere poetico, stilisticamente raffinate, che esprimono tutte un mondo allusivo e sensibilissimo, dove i personaggi si muovono come simboli e quasi in un'aria di sogno, oppressi da un doloroso sentimento della vanità della vita, angosciati da un presentimento di morte e dalla inanità della lotta contro il fato: L'intruse (1890), Les aveugles e Les sept princesses (1891), il già ricordato Pelléas et Mélisande (1892, poi musicato da C. Debussy), Intérieur, La mort de Tintagiles, Alladine et Palomides (tutti del 1894), Aglavaine et Sélysette (1896). In Pelléas soprattutto M. diede il meglio della sua arte elegante e malinconica, sensitiva al massimo. Alle opere drammatiche egli andava alternando traduzioni (J. Ruysbroeck, Novalis), poesie (Douze chansons, 1896, diventate, nel 1900, Quinze chansons), e saggi sulla vita e sul destino degli uomini (Le trésor des humbles, 1896; La sagesse et la destinée, 1898). Inizialmente influenzato dal pessimismo di Schopenhauer, volse poi verso una posizione quasi ottimistica, sia in opere drammatiche (Soeur Béatrice, 1901; Ariane et Barbe-Bleue, 1902; il già citato L'oiseau bleu , 1909; Marie Magdaleine, 1913; Le miracle de saint Antoine, 1920), sia in saggi scientifici e filosofici improntati al rifiuto di ogni credo religioso (La vie des abeilles, 1901; La vie des termites, 1926; La vie de l'espace, 1928; La vie des fourmis, 1930; Avant le grand silence, 1934; L'ombre des ailes, 1936; L'autre monde ou le cadeau stellaire, 1942). Tra le opere scritte dopo il trasferimento negli Stati Uniti, ancora in forma drammatica: Le miracle des mères, ispirata alla guerra; Justice secrète, una serie di scene di gusto simbolistico; Jeanne d'Arc, ecc.

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