MEDIASTINO

Enciclopedia Italiana (1934)

MEDIASTINO (lat. scient. mediastinum, septum mediastinale)

Giulio CHIARUGI
Piero BENEDETTI

Anatomia. - Il mediastino è un largo tramezzo della cavità toracica, che s'interpone da avanti in dietro nel piano mediano fra i due sacchi pleurali, entro i quali sporgono i polmoni. S'estende dallo sterno e dalla parte prossima delle cartilagini costali alla colonna vertebrale toracica; arriva in basso al diaframma; in alto comunica direttamente, attraverso l'orifizio superiore del torace, con la regione anteriore del collo. Lo limita da ciascun lato quella porzione della pleura, detta appunto pleura mediastinica, che forma la parete mediale del cavo pleurico (figg. 1 e 2). Si suole dividere artificialmente in due parti: il mediastino anteriore e il posteriore. La separazione fra l'uno e l'altro è indicata da un piano frontale, che passa per l'ilo dei polmoni, cioè per l'insieme degli organi (bronco, vasi sanguigni e linfatici) che vanno o vengono dal polmone, e sul quale la pleura parietale si riflette per coprire la superficie del viscere. Sopra e sotto l'ilo le due parti del mediastino comunicano largamente fra loro. Parecchi importanti organi sono contenuti nel mediastino. Il mediastino anteriore è più spazioso assai del posteriore per la presenza del cuore, che, contenuto nel pericardio, appoggiato sul diaframma, ne occupa la porzione più bassa. E poiché il cuore rimane per la maggior parte a sinistra del piano mediano ed è obliquo a sinistra e in basso, il mediastino anteriore s'estende di più in quella direzione. Il pericardio sui lati è applicato direttamente sulla pleura mediastinica; nell'intervallo fra le due membrane discendono vasi sanguigni e un nervo, il frenico, destinati al diaframma. Nella parte del mediastino anteriore soprastante al cuore, più stretta della precedente, sono contenuti: in un primo piano il timo e tessuto grassoso, che si prolunga dinnanzi al pericardio dietro allo sterno; più in dietro i grandi vasi che vengono o che vanno al cuore: l'aorta e l'arteria anonima, l'arteria polmonare, la vena cava discendente e le vene anonime destra e sinistra. Tra mezzo a questi diversi organi si trovano tessuto connettivo adiposo e linfoghiandole. La trachea, i bronchi e i vasi che vanno o vengono dai polmoni, sono sul limite fra il mediastino anteriore e il posteriore. Il mediastino posteriore è meno voluminoso dell'anteriore, e si mantiene, in tutta la sua altezza, di grossezza e di larghezza uniforme. Gli organi principali che lo percorrono sono: l'esofago, l'arco dell'aorta e l'aorta discendente. L'esofago in alto è applicato sulla colonna vertebrale e sui muscoli prevertebrali; ma a partire dalla 4ª-5ª vertebra toracica, l'aorta discendente, che prima stava a sinistra e un po' in dietro dell'esofago, si dirige verso il piano mediano e finisce per collocarsi al di dietro dell'esofago. Questo è accompagnato dai due nervi vaghi. Decorrono inoltre nel mediastino posteriore la vena azygos, affluente della vena cava discendente, la vena hemiazygos, e il condotto toracico, che è il principale collettore del sistema dei vasi linfatici. Vi sono anche molte linfoghiandole disseminate specialmente lungo l'aorta e l'esofago, o presso la trachea e i bronchi. Infine si raccoglie negl'intervalli fra i detti organi tessuto connettivo adiposo.

È importante rilevare che in alto esiste una diretta continuazione fra il mediastino e la regione anteriore del collo. Le formazioni connettivali di questa si prolungano nel mediastino. Così fanno la fascia cervicale profonda o prevertebrale, la guaina viscerale, che è comune alla trachea e all'esofago; il connettivo interstiziale lasso, che è interposto fra questa guaina e la fascia prevertebrale. Arrivano nel mediastino prolungamenti della guaina connettivale del fascio nerveo-vascolare del collo.

In basso il connettivo del mediastino comunica con quello della cavità addominale soltanto attraverso l'interstizio tra i fasci sternali del diaframma, e attraverso il forame aortico del diaframma. Continuità esiste fra il connettivo del mediastino anteriore e quello del mediastino posteriore, e di quest'ultimo col connettivo degli spazî intercostali. Questi dati hanno notevole importanza in patologia (v. sotto).

Patologia. - Sindromi mediastiniche. Le affezioni della regione mediastinica, pure potendo interessare gli organi più diversi e differire fra loro per la natura dei processi morbosi, hanno per effetto comune una limitazione dello spazio nel mediastino (tumori nel senso più vasto del termine, raccolte liquide e gassose, masse di essudati solidi, tessuti patologici di granulazione, ecc.) determinando così le varie sindromi mediastiniche. Anche malattie di organi non mediastinici, ma in rapporto di vicinanza con il mediastino, possono dare luogo a compressioni degli organi contenuti in esso, così, p. es., versamenti liquidi o raccolte gassose del cavo pleurico. Gli elementi fondamentali delle sindromi mediastiniche constano dei sintomi seguenti: abnorme sviluppo di vene sottocutanee che divengono turgide e tortuose, tumefazione edematosa della pelle e del sottocutaneo, fenomeni questi dipendenti dall'ostacolo al deflusso sanguigno nelle vene profonde (vena cava superiore, vene innominate, vene azygos), disturbi da compressione della trachea (stenosi tracheale), dei bronchi, dei polmoni, dell'esofago (disturbi della deglutizione) e dei nervi. Ha speciale importanza la paralisi del nervo laringeo inferiore di sinistra, la compressime del nervo vago che si esplica fra gli altri sintomi con alteraziioni del polso, quella del nervo frenico a cui consegue l'alterata funzione respiratoria di una metà del diaframma, quella delle fibre simpatiche. Altri fenomeni delle sindromi mediastiniche sono dati dagli spostamenti del cuore, deformazioni locali, inarcamenti, bozze della parete toracica. Le malattie principali che sogliono dare le sindromi mediastiniche sono: i piccoli tumori mediastinici quasi sempre partenti dalle linfoghiandole (infiammazioni, tubercolosi, sifilide, tumori), le grandi masse tumorali che partono oltre che dalle linfoghiandole, anche dal timo, dall'esofago, dal tessuto connettivo del mediastino, le raccolte di pus (ascessi), le infiammazioni croniche spesso di natura sifilitica (mediastiniti), le raccolte di aria (enfisema mediastinico), di sangue (traumatismi, rotture vasali), le raccolte endopericardiche, gli aumenti di volume dell'una o dell'altra cavità del cuore, gli aneurismi dell'aorta e di altre arterie. La gravità delle sindromi mediastiniche è in rapporto da un lato con la natura dell'affezione causale, dall'altro con la sede e lo sviluppo delle lesioni: infatti anche processi per loro natura benigni possono determinare fenomeni gravissimi e mortali, qualora compromettano la funzionalità di alcuni tra gli organi più importanti situati nel mediastino.

Mediastino-pericardite callosa. - L'affezione consiste in un processo di pericardite cronica con propagazione al tessuto connettivale del mediastino anteriore; nella regione retrosternale il processo infiammatorio dà luogo alla formazione di una massa fibrosa compatta che salda la superficie esterna del pericardio all'osso sternale, e s'estende dalla sommità di questo fino al diaframma, applicandosi direttamente sui grossi vasi (aorta, arteria polmonare), e stabilendo forti aderenze tra questi e il cuore da un lato, la parete ossea, le pleure, il polmone, la colonna vertebrale dall'altro. Ne derivano disturbi dipendenti dalle trazioni e dagli spostamenti che il cuore e i grossi vasi subiscono. Il decorso può essere acuto o cronico, si accompagna a febbre e dolori; anche dopo spenta l'attività del processo permangono le alterazioni dovute alle conseguenze meccaniche della pericardite fibroadesiva e della mediastinite. Si possono presentare in queste forme tutti i sintomi da compressione che si osservano nelle sindromi mediastiniche: un fenomeno saliente della mediastino-pericardite consiste nell'impicciolimento, fino alla scomparsa, del polso delle arterie nell'acme dell'inspirazione profonda, ed è dovuto all'ostacolo meccanico che si determina sull'aorta per la trazione operata dalle pareti toraciche nel loro movimento inspiratorio sulle aderenze fibrose che si dipartono dalla base del cuore e dalla radice dell'aorta. Altri sintomi sono in rapporto con l'insufficienza cardiaca conseguente alla pericardite. La natura della malattia è spesso tubercolare, rientrando non di rado nel quadro di una polisierosite, talora invece è reumatica. La cura della mediastino-pericardite non differisce dal trattamento generale della pericardite e della pleurite, se si eccettua la possibilità di un intervento chirurgico, di limitatissima applicazione, per liberare il cuore dalle abnormi aderenze che lo fissano (cardiolisi).

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