MEDICINA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1997)

MEDICINA

P.M. Jones

Le raffigurazioni che corredano i testi di argomento medico costituiscono il più ampio corpus di illustrazione scientifica di epoca medievale e una delle più comuni forme di illustrazione ricorrente nei testi profani. L'illustrazione di testi di m. fu infatti pratica piuttosto comune durante il Medioevo e ciò costituisce un dato in qualche misura sorprendente, giacché la copiatura manuale poteva condurre con tale facilità alla corruzione dell'immagine che si dovrebbe supporre che i medici non avessero grande fiducia in tali illustrazioni. Non vi è probabilmente un'unica spiegazione per questo fenomeno, ma va rilevato che molte illustrazioni non accompagnavano testi utilizzati nell'esercizio della m., quanto piuttosto quelli destinati all'insegnamento o allo studio della disciplina. Inoltre esistono numerosissime prove che testimoniano come i copisti correggessero gli esemplari nei quali le immagini erano errate, particolarmente per ciò che riguarda l'illustrazione di semplici, erbe, minerali, animali.Nell'Alto Medioevo si conservava ancora un campione, limitato e casuale, delle illustrazioni di epoca tardoantica, alcune delle quali sono chiaramente da porre in relazione con l'insegnamento della m. nelle scuole alessandrine dell'era cristiana. L'esempio in questo senso più famoso è la c.d. serie delle cinque figure che rappresentavano altrettanti individui accovacciati con ossa, arterie, vene, nervi e muscoli posti in evidenza all'interno del profilo del corpo e che erano chiaramente concepite per accompagnare un corso di dissezione. I primi esempi medievali di questa serie risalgono al 1158 e provengono dal monastero benedettino di Prüfening, presso Ratisbona (Monaco, Bayer. Staatsbibl., Clm 13002). Sebbene spesso separate dai testi che dovevano illustrare, tali immagini ebbero una lunga tradizione iconografica in Occidente e, negli anni trenta del sec. 16°, fogli isolati con illustrazioni anatomiche ancora ritraevano gli organi e l'anatomia umana all'interno di questo tipo di figure. È tipico dell'illustrazione medica nel suo insieme che le serie di immagini continuassero a rimanere in uso anche senza il testo che esse originariamente accompagnavano. Altri esempi comuni di questo fenomeno sono le serie di figure con l'utero, dipendenti dalle illustrazioni delle opere di Sorano di Efeso, della prima metà del sec. 2° d.C., pervenute nella versione di Moschione, che mostrano diverse immagini del neonato appena venuto alla luce; tali immagini si ritrovano talvolta inserite in testi che non hanno nulla a che fare con l'ostetricia, come nel caso delle famose opere che circolavano sotto il nome di Trotula, dubitativamente identificata con un'insegnante della scuola medica salernitana.Molte delle illustrazioni derivate dall'età classica divennero in epoca romanica sempre più stilizzate: ciò risulta particolarmente evidente nel caso di illustrazioni di testi che spiegavano l'uso dei semplici. Gli erbari dei secc. 12° e 13° contengono raffigurazioni di vegetali molto schematiche, che sottolineano i caratteri specifici di ciascuna pianta fino al punto di farne una caricatura ed esaltano gli elementi di simmetria e di reiterazione in disegni quasi astratti nelle loro qualità decorative. I secc. 14° e 15° portarono a una riscoperta del naturalismo nell'illustrazione dei semplici, come testimoniano noti esempi quali gli erbari di Carrara e di Belluno (Londra, BL, Egert. 2020; Add. Ms 41623), che eccellono nella raffigurazione delle specie vegetali. Paradossalmente quest'arte, che tendeva a riprodurre nel dettaglio l'aspetto individuale di un singolo esemplare, poteva avere per i botanici o per i medici un valore pratico limitato rispetto a quello di un'illustrazione maggiormente stilizzata che concentrasse le caratteristiche più salienti di un'intera specie. Nel sec. 13° le illustrazioni di strumenti chirurgici copiate da manoscritti arabi delle opere di Abu᾽l-Qāsim al-Zahrāwī - medico e chirurgo arabo di Spagna del sec. 10°-11° - subirono un pro cesso di stilizzazione analogo a quello delle piante, che si perpetuò fino al 16° secolo.Alcuni tipi di illustrazioni di carattere medico erano chiaramente destinati non tanto a corredare un testo particolare, quanto piuttosto a fornire guide visive a scopo di consultazione; in tal caso si poteva fare uso del testo come didascalia per l'illustrazione stessa. Una forma molto comune di queste tavole di riferimento è costituita, almeno prima del sec. 14°, dall'immagine del cauterio. Questa era una figura maschile o femminile, nuda o talvolta con i lombi coperti, che mostrava punti circolari neri per indicare dove il chirurgo poteva utilizzare il cauterio, un ferro caldo di varia foggia che veniva applicato al corpo per curare particolari disturbi fisici. Questi venivano elencati in una serie, per indicare tutti i casi per i quali era consigliato l'impiego del cauterio e, al di sopra di ciascuna illustrazione, compariva una didascalia relativa alle malattie (per es. l'emicrania o la pazzia) curabili con l'applicazione dello strumento in diversi punti (per es. Londra, BL, Sloane 2839, c. 1v): in questo senso dunque il testo costituiva più un riferimento che non una trattazione articolata.Analoghe tavole di riferimento presentano raffigurazioni dello Zodiaco, per indicare quali segni zodiacali influenzino le diverse parti del corpo (Londra, BL, Arund. 251, c. 46r), mentre l'immagine del salassato mostra da quale parte deve essere tolto il sangue a seconda dei diversi disturbi (Londra, BL, Harley 3719, c. 158v). Entrambi questi generi di tavole sembrano essere di concezione medievale piuttosto che non classica, ma poterono originarsi da un riadattamento della raffigurazione del cauterio, sicuramente di origine antica.Le illustrazioni chirurgiche costituiscono un gruppo particolare, all'interno del quale in epoca medievale i modelli classici appaiono rifiutati in favore di una nuova serie di disegni. Illustrazioni di soggetto chirurgico di epoca classica furono senza dubbio più volte copiate in epoca altomedievale: per es. una ben nota serie di illustrazioni relative a tre operazioni chirurgiche - la rimozione delle cataratte, l'asportazione dei polipi nasali e l'escissione delle emorroidi - venne copiata nel sec. 12° (Londra, BL, Harley 1585). Il loro valore come guide pratiche risultava tuttavia limitato dalla incoerenza dei disegni dopo secoli di copie: per es. il paziente che soffre di emorroidi è rappresentato in piedi, all'interno di una conca, ma il sangue che fuoriesce dalle sue ferite cola altrove (Londra, BL, Sloane 1975, c. 93r). A partire dal sec. 12° in Europa vennero scritti nuovi trattati, che furono illustrati nel secolo successivo: l'esempio più famoso è costituito da quello della Chirurgia di Ruggero Frugardo, del sec. 12°-13°, che nella sua traduzione anglonormanna (Londra, BL, Sloane 1977) venne corredato da una lunga serie di illustrazioni relative alla maggior parte delle operazioni descritte nel testo. Tuttavia queste immagini, al pari del testo stesso, non devono nulla agli esemplari classici e molti dei motivi sembrano essere un adattamento dai romanzi e dalle illustrazioni storiche o bibliche, produzione consueta nelle botteghe del 13° e del 14° secolo.Le illustrazioni di argomento chirurgico costituiscono un estremo della gamma delle immagini a carattere medico e consistono in figure umane rappresentate nei loro aspetti funzionali. All'altra estremità della gamma si collocano i diagrammi schematici di contenuto medico. Una delle forme di diagramma che si ritrova con maggiore frequenza è quella che rappresenta l'uomo in relazione con i quattro elementi, con le qualità primarie (caldo, freddo, umido, secco), con gli umori (sangue, flemma, bile gialla, bile nera) e con i punti del compasso (per es. Londra, BL, Sloane 795, c. 20r). Questo tipo di diagramma, suscettibile di elaborazioni quasi infinite, raccoglieva le componenti essenziali della m. umorale, che veniva insegnata nelle scuole ed era fondata sulle teorie di Galeno. Il suo scopo principale era senza dubbio sia simbolico sia mnemonico: era infatti basato sul numero quattro e collegava l'uomo, concepito come microcosmo, con l'universo e con le sue strutture elementari. Tuttavia esso aveva anche un fine pratico, poiché offriva una chiave mnemonica che aiutasse coloro che dovevano apprendere gli elementi basilari della teoria medica. Altre forme consuete di diagramma erano le c.d. sfere di Apuleio o di Pitagora (per es. Londra, BL, Cott. Tib. C.VI, c. 6v), che permettevano ai praticanti di prevedere il probabile sviluppo di una malattia, prendendo in esame le lettere che componevano il nome del paziente, e li aiutavano a usare le informazioni offerte dal calendario e dall'astrologia.Nei secc. 14° e 15° alcuni tipi di illustrazioni di carattere medico erano divenuti tanto consueti da acquisire quasi un carattere normativo. Il più comune era la serie dei vasi con urina (per es. Londra, BL, Sloane 7): l'esame delle urine costituiva infatti il metodo diagnostico abitualmente impiegato dai medici medievali, i quali dovevano attentamente distinguere tra i colori dei campioni. La raffigurazione di una serie di ventuno vasi contenenti urina di diverso colore era accompagnata da brevi testi che descrivevano i disturbi che potevano essere diagnosticati in base all'aspetto di un particolare campione. Quasi altrettanto frequenti erano le citate immagini dell'uomo dello Zodiaco e del salassato.

Bibl.: K. Sudhoff, Tradition und Naturbeobachtung in den Illustrationen medizinischer Handschriften und Frühdrucke vornehmlich des 15. Jahrhunderts (Studien zur Geschichte der Medizin, 1), Leipzig 1907; id., Ein Beitrag zur Geschichte der Anatomie im Mittelalter speziell der anatomischen Graphik nach Handschriften des 9. bis 15. Jahrhunderts (Studien zur Geschichte der Medizin, 4), Leipzig 1908; id., Beitrag zur Geschichte der Chirurgie im Mittelalter. Graphische und textliche Untersuchungen in mittelalterlichen Handschriften (Studien zur Geschichte der Medizin, 10), Leipzig 1914; L. Choulant, History and Bibliography of Anatomic Illustration, Chicago 1920 (rist. New York 1945); L.C. MacKinney, Medical Illustrations in Medieval Manuscripts, London 1965; P.A. Huard, M.D. Grmek, Mille ans de chirurgie en Occident: Ve-XVe siècles, Paris 1966; R. Herrlinger, History of Medical Illustration, from Antiquity to AD 1600, London-New York 1970; F.D. Klingender, Animals in Art and Thought to the End of the Middle Ages, London 1971; W. Blunt, S. Raphael, The Illustrated Herbal, London 1979 (trad. it. Gli erbari, Torino 1989); J.L. Thornton, C. Reeves, Medical Book Illustration: a Short History, Cambridge 1983; J.E. Murdoch, Album of Science. Antiquity and the Middle Ages, New York 1984; P.M. Jones, Medieval Medical Miniatures, London 1984.P.M. Jones

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