MELITONE di Sardi

Enciclopedia Italiana (1934)

MELITONE (Μελίτων) di Sardi

Alberto Pincherle

Vescovo di questa città, secondo Eusebio, al quale (Hist. eccl., IV, lviv) dobbiamo la maggior parte delle notizie intorno a lui e ai suoi scritti. Visse nel secolo II, e presentò a Marco Aurelio un'Apologia del cristianesimo, in cui faceva notare che questo era sorto insieme con l'impero di Augusto, e che, tra tutti gl'imperatori, soli Nerone e Domiziano erano stati persecutori. Eusebio ci dà anche i titoli di altre opere, di cui una sulla Pasqua nella quale sembra che M. difendesse la maniera tradizionale in Asia di fissarne la data; una intorno al battesimo, una sull'incarnazione di Cristo, ecc. Eusebio cita anche il canone biblico (dell'Antico Testamento) di M., che esclude i libri deuterocanonici. Di questi scritti non restano che scarsi frammenti.

Un'apologia siriaca, che va sotto il nome di M., fu pubblicata nel 1855 da W. Cureton con traduzione inglese, e da E. Renan, con traduzione latina; ma non vi si trovano i passi citati da Eusebio e anche per altre ragioni è da ritenere spuria. Lo stesso si dica per altri testi; al titolo di un'opera indicata da Eusebio corrisponde quello d'una Clavis latina, dizionario dei sensi allegorici della Bibbia, ordinato per materia, pubblicata da J.-B. Pitra nel 1855 (Spirilegium solesmense, II); ma si tratta d'uno scritto medievale. Anche una recensione dell'apocrifo De transitu beatae Mariae, come una Passio S. Joannis evangelistae e una catena sull'Apocalisse portano, a torto, il nome di M. La sua opera è stata conosciuta e utilizzata in Occidente da Tertulliano, non si sa in quale misura.

Bibl. e Ediz.: Testi in J. C. Th. Otto, Corpus apolog. christ., IX, Jena 1872, pp. 374 segg. e 497 segg.; per il libro sul battesimo, A. v. Harnack, in Texte und Untersuchungen, XLV, p. 421 segg.; O. Bardenhewer, Gesch. d. altkirchl. Literatur, I, Friburgo in B. 1913, p. 546 segg.; F. Haase, in Texte und Untersuchungen, XXXXIV, 4, Lipsia 1909, p. 67 segg.; O. Rottmanner, in Theol. Quartalschrift, LXXVIII (1896), p. 614 segg.

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