MENINGITE

Enciclopedia Italiana (1934)

MENINGITE

Vittorio Challiol

. Con questo termine s'indicano i processi infiammatorî delle meningi (v.) e si comprendono tanto le pachimeningiti (infiammazioni della dura madre) quanto le leptomeningiti (infiammazioni delle meningi molli: pia e aracnoide); però le lesioni infiammatorie non si limitano quasi mai strettamente a uno solo dei detti involucri. Le meningiti, di qualunque specie esse siano, hanno in comune un gruppo di sintomi (cefalea, febbre, disturbi psichici, vomito, disturbi della motilità, dei riflessi, della sensibilità, segni patognomonici particolari, alterazioni del liquido cerebrospinale) i quali possono essere più o meno accentuati o mancare in parte, a seconda del tipo speciale d'infiammazione meningea.

La meningite tubercolare è causata dalla localizzazione del bacillo di Koch nelle meningi, specialmente alla base cerebrale e lungo la scissura di Silvio (per tale localizzazione detta "meningite basilare"), secondaria a focolai tubercolari posti in diverse sedi dell'organismo. Talvolta si ha in seguito a propagazione da un focolaio tubercolare localizzato nelle vicinanze (osso, cervello). Il decorso tipico della malattia, che colpisce di preferenza i fanciulli, è il seguente (il quadro sintomatologico è diverso, caso per caso): inizio subdolo (da una a qualche settimana); irascibilità, svogliatezza, inappetenza, dimagramento, lievi rialzi termici, cefalee fugaci. Lo stato d'irritazione meningea per lo più si manifesta con vomito violento, accompagnato da cefalea violentissima, obnubilamento psichico, stati deliranti, convulsioni, febbre elevata, contratture (ventre a barca, arti inferiori a cane di fucile, rigidità nucale). Le contratture, se ancora poco accentuate, si mettono in evidenza con alcune ricerche particolari delle quali la principale è il segno di Kernig (resistenza, in varie posizioni, all'estensione degli arti inferiori). Altri segni sono i sintomi di Brudzinski e di Binda. I riflessi sono alterati, potendosi osservare esagerazione o scomparsa di essi. Il sistema nervoso vegetativo è anch'esso toccato nella sua normale funzione e s'osservano soprattutto fenomeni vasomotori notevoli (stria meningitica di Trousseau, ecc.). Esiste iperestesia generalizzata. La puntura lombare (importantissima per la diagnosi) dà esito a un liquido generalmente limpido, in cui tre sono i dati di gran valore patognomonico: la forte linfocitosi, il cosiddetto "reticolo di Mya" (reticolo di fibrina che si forma lasciando il liquido in riposo) e la constatazione del bacillo di Koch nel sedimento centrifugato. Lo stato generale s'aggrava, insorgono fenomeni paralitici, rapidamente accentuantisi, e si ha la morte dopo poche settimane. S'è creduto di affermare casi di guarigione, ma si sono sempre avute recidive letali. Sono state descritte forme atipiche di meningite tubercolare nell'adulto, anch'esse letali.

La meningite cerebro-spinale epidemica è una malattia contagiosa causata dal meningococco di Weichselbaum, la cui via d'ingresso nell'organismo è il cavo naso-faringeo, da cui il germe arriva alle meningi, forse per diverse vie, ma più spesso per via sanguigna. Le meningi sono congestionate e cosparse di essudati, che si localizzano alla base del cervello, oltre che alla vòlta e lungo il midollo. L'inizio è brusco (brivido, malessere, febbre alta). Ben presto insorgono cefalea, vomito, stitichezza, le contratture muscolari, i sintomi vasomotori e gli altri sintomi, già descritti, d'irritazione meningea. La diagnosi viene fatta con l'esame batteriologico del liquido cerebro-spinale, nel quale si trova il meningococco. Il liquido, per lo più torbido, contiene inoltre leucociti polinucleati (non linfociti); la pressione con cui esso fuoriesce è aumentata. Da quando la terapia consiste nelle iniezioni di siero antimeningococcico nello speco vertebrale (20 cc. per 3-4 volte) la prognosi, pur essendo sempre riservata, è meno infausta di una volta. Si possono avere dei postumi: iridocicliti con conseguente cecità, endocarditi, disturbi psichici. S'impone il rigoroso isolamento del malato.

La meningite luetica, manifestazione del periodo terziario della sifilide, ha per base anatomica la formazione di gomme sulla faccia interna della dura, oppure di numerosi piccoli noduli localizzati prevalentemente alla base dell'encefalo (meningite basale luetica). Talvolta s'osservano processi infiltrativi a carico dei setti meningei e dei vasi che penetrano nella sostanza cerebrale o midollare, e si ha allora la meningo-encefalite o mielite luetica. Nella forma cerebrale della meningite luetica il sintoma fondamentale è la cefalea, prevalentemente serale o notturna; si hanno inoltre disturbi, motori o sensitivi, a carico dei nervi cranici (più frequentemente l'ottico e gli oculomotori) e fenomeni di deficit motorio a carico degli arti. Nella forma spinale i sintomi consistono in dolori lungo il rachide, irradiantisi agli arti, e in segni di deficit motorio o sensitivo. A questi segni morbosi, che si distinguono per la grande instabilità, si aggiungono particolari alterazioni del liquido cerebro-spinale: iperalbuminosi, iperglobulinosi, iperlinfocitosi, positività delle reazioni colloidali (curva meningitica), positività delle reazioni specifiche per la lue.

La pachimeningite interna emorragica consiste nella produzione d'un versamento sanguigno (ematoma) sulla faccia interna della dura madre e corrisponde per lo più, dal punto di vista anatomopatologico, alla formazione di processi infiammatorî essudativi e proliferativi, a carattere progressivo, cui s'associano, come fatti secondarî, delle emorragie. Le cause principali sono: l'acoolismo cronico, poi le infezioni acute e croniche, e le cardiopatie. I traumi al cranio hanno un'azione non bene definita. Sintomatologicamente s'osserva la presenza di un dolore di capo violentissimo, localizzato, che può essere accompagnato da vomito, convulsioni, disturbi psichici. A questo periodo prodromico segue rapidamente quello in cui si produce il versamento sanguigno: il paziente entra in coma, si verificano fenomeni di paralisi motoria, la temperatura sale. Il decorso è spesso breve, talvolta può essere di qualche mese. Nei primi giorni il liquido cerebro-spinale è sanguinolento. L'esito è per lo più letale.

Le meningiti acute purulente, comunemente dette "meningiti della vòlta", in contrapposto alla meningite basilare tubercolare, sono causate da fattori etiologici molteplici: traumi cranici, diffusione per contiguità da processi infiammatorî dell'orecchio (otiti, ecc.), delle orbite (flemmoni, osteperiostiti, congiuntiviti), del naso; diffusioni per via sanguigna di focolai infettivi lontani (polmoni, endocardio, intestino, sierose, ossa, pelle, ecc.) e possono per questo essere messi in causa numerosi germi patogeni: il bacillo di Eberth, il pneumococco, i batterî piogeni. Un esito frequente è l'ascesso cerebrale. La prognosi è infausta. Del resto, in tutte le malattie infettive si possono avere delle reazioni meningee, cioè una sintomatologia meningea molto attenuata a esito benigno.

Le meningiti sierose sono quelle entità morbose caratterizzate da eccessiva produzione di liquido cefalo-rachidiano, causata dall'azione di svariati fattori sui plessi corioidei. Il liquido è poco alterato nella sua composizione o non lo è affatto. La sintomatologia clinica è quella delle ipertensioni intracraniche (cefalea, vomito, vertigini, disturbi della vista con alterazioni del fondo dell'occhio, talvolta sintomi psichici); i dati clinici che ricordino le affezioni meningee vere e proprie sono assai scarsi. La prognosi è buona se si applica la terapia delle punture lombari ripetute.

Le meningiti sierose circoscritte sono raccolte chiuse di liquido, generalmente in vicinanza di tumori o di altri processi patologici (siringomielia, ecc.) e hanno la sintomatologia delle neoformazioni, da cui si differenziano però per la mancanza di progressività nel decorso. A questo proposito sono particolarmente da ricordarsi le aracnoiditi della fossa cerebrale posteriore e spinali.

Dalle meningiti sierose si distinguono con qualche difficoltà le meningiti acute linfocitarie benigne. In queste il processo infiammatorio è limitato alle meningi molli e non invade, come nelle meningiti sierose, i ventricoli cerebrali. Oltre a ciò il decorso è rapido, con febbre, e il liquido cerebrospinale è fortemente corpuscolato. Anche qui la cura è rappresentata essenzialmente dalla puntura lombare. Si rammentino anche alcune forme poco note: la meningite tumorosa o malattia di Ollivier, la cui base è costituita da infiltrazione di cellule neoplastiche nelle meningi di pazienti portatori di tumori maligni; la spirochetosi meningea in malati affetti da spirochetosi itteroemorragica; la meningite da Torula causata da localizzazione meningea di questo fungo.