Meningite

Dizionario di Medicina (2010)

meningite

Christian Barbato

Infiammazione delle meningi (dura madre, aracnoide e pia madre), membrane che avvolgono il cervello e il midollo spinale. La malattia è generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi. La m. asettica, di origine virale, è quella più comune: solitamente non ha conseguenze gravi e si risolve nell’arco di 7÷10 giorni. La forma batterica è più rara ma estremamente pericolosa, e può avere conseguenze fatali. Il periodo di incubazione della m. virale va dai 3 ai 6 giorni, per la forma batterica dai 2 ai 10 giorni. La m. è contagiosa solo durante la fase acuta dei sintomi e nei giorni immediatamente precedenti l’esordio. Ogni anno vengono segnalati in Italia circa 800 casi e dal 1996 vi è un sistema di sorveglianza dedicato alle meningiti batteriche.

Eziologia della meningite batterica

I principali batteri che causano m. sono tre: Neisseria meningitidis, Streptococcus pneumoniae, Haemophilus influenzae tipo b. Il primo (meningococco) è un ospite frequente delle prime vie respiratorie. Solo 5 sierogruppi (denominati A, B, C, W 135 e Y) causano meningite (m. cerebrospinale). Nel 10÷20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. I malati di m. sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica specifica. Streptococcus pneumoniae (pneumococco), dopo il meningococco, è uno degli agenti più comuni della meningite. Infine Haemophilus influenzae tipo b (emofilo o Hib) era fino alla fine degli anni Novanta del secolo scorso la causa più comune di m. nei bambini fino a 5 anni. Con l’introduzione della vaccinazione i casi di m. causati da questo batterio si sono notevolmente ridotti.

Eziologia della meningite virale

Per quanto riguarda la m. virale, gli agenti più frequenti sono herpes, virus ed enterovirus. La m. di origine fungina (da criptococco, istoplasma, e candida) si manifesta invece soprattutto in persone con deficit della risposta immunitaria.

Sintomatologia

Fra i sintomi della m. si ricordano principalmente l’irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale), febbre alta, cefalea, vomito o nausea, alterazioni della coscienza e convulsioni.

Diagnosi e terapia

L’identificazione del microrganismo responsabile viene effettuata su un campione di liquor prelevato tramite rachicentesi. L’esame consiste nell’analisi citochimica e colturale del liquor cerebrale, e può dar luogo a tre possibili quadri: m. a liquor limpido, di probabile origine virale, m. a liquor torbido, di origine batterica, ed una forma a liquor incolore, di varia eziologia identificabile in una forma subacuta. Il trattamento della m. batterica si basa soprattutto sulla terapia antibiotica. In caso di m. da meningococco è indicata la profilassi antibiotica e sorveglianza dei contatti stretti del malato. In Italia, sono disponibili per le vaccinazioni, oltre a quella contro Haemophilus influenzae tipo b (prevista per tutti i nuovi nati), anche quella per lo pneumococco (vaccino coniugato eptavalente), e per il meningococco (vaccini polisaccaridici) contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che però fornisce una protezione di breve durata ai soli soggetti di età maggiore di 2 anni.

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