STREEP, Meryl

Enciclopedia del Cinema (2004)

Streep, Meryl (propr. Mary Louise)

Francesco Bolzoni

Attrice cinematografica statunitense, nata a Summit (New Jersey) il 22 giugno 1949. Interprete di straordinario talento, affezionata a una recitazione 'intellettuale', si è costantemente impegnata nel calibrare e misurare ogni gesto e ogni battuta in modo da ricreare sullo schermo figure di donna profondamente realistiche, animate da sentimenti forti resi con estrema veridicità. Sebbene tale perfezionismo abbia indotto taluni ad accusarla di un tecnicismo eccessivo ‒ addirittura etichettato con un neologismo, l'aggettivo streepian ‒, la sua forte personalità e l'indiscutibile eccellenza della recitazione, qualità del resto riconosciute dall'ampio consenso di critica e pubblico, le hanno consentito di affermarsi come una delle eredi più accreditate delle figure femminili dello star system hollywoodiano. Candidata tredici volte all'Oscar, ha ottenuto due volte il premio, nel 1980 come migliore attrice non protagonista per Kramer vs. Kramer (1979; Kramer contro Kramer) di Robert Benton, e nel 1983 come attrice protagonista per Sophie's choice (1982; La scelta di Sophie) di Alan J. Pakula, film per i quali le sono stati conferiti anche i Golden Globe, mentre nel 2003 le è stato assegnato l'Orso d'argento per The hours (2002) di Stephen Daldry.

Di solida educazione borghese, si diplomò all'esclusivo Vassar College di Poughkeepsie, per specializzarsi poi in arte drammatica allo Yale Drama School nel 1975. Nello stesso anno si trasferì a New York, dove recitò in prestigiose rappresentazioni teatrali, soprattutto allestimenti di opere shakespeariane, al Public Theatre. Fu quindi notata da Fred Zinnemann, che le affidò una parte in Julia (1977). Già a partire dall'anno successivo la S. intensificò le sue apparizioni, recitando accanto a Robert De Niro in The deer hunter (1978; Il cacciatore) di Michael Cimino, nella intensa e dolorosa parte della fidanzata di Nick (Christopher Walken), rimasto a Saigon dopo la fine della guerra del Vietnam, e nella miniserie televisiva di grande fortuna Holocaust (1978) di Marvin J. Chomsky. Il suo successo si è quindi consolidato con l'interpretazione di due personaggi non facili e decisamente non accattivanti, quello di Jill, l'ex moglie dell'aspirante scrittore Isaac Davis, che lascia il marito per un'altra donna, in Manhattan (1979) di Woody Allen, e quello della giovane madre che, in Kramer vs. Kramer, abbandonati figlio e marito per cercare una propria affermazione, si trova protagonista di una lacerante battaglia legale per l'affidamento del bambino. Quindi l'attrice ha confermato il già notevole successo con The French lieutenant's woman (1981; La donna del tenente francese) di Karel Reisz, in una doppia parte: quella dell'attrice che, confondendo finzione con realtà, fa proprie le emozioni e le nevrosi dell'eroina che è chiamata a impersonare e quella dello stesso personaggio interpretato. Consensi e conferme sono arrivati anche per Sophie's choice, dove la S. è una donna la cui sensibilità e il cui equilibrio rimangono fortemente segnati dalla scelta di sacrificare la figlia prigioniera in un campo di concentramento nazista per salvare sé stessa e l'altro figlio. Anche nei film successivi la meticolosità con cui da sempre lavora alla preparazione dei personaggi le ha permesso di esprimere ogni volta passioni autentiche e non simulate, come in Silkwood (1983) di Mike Nichols, in cui è un'operaia vittima di contaminazione nucleare; oppure in Falling in love (1984; Innamorarsi) di Ulu Grosbard, accanto a Robert De Niro, in cui interpreta una madre di famiglia travolta da un nuovo amore; o ancora in Out of Africa (1985; La mia Africa) di Sydney Pollack, dove, nella parte della scrittrice Karen Blixen, dal cui romanzo è tratto il film, dirige con polso fermo una piantagione di caffè in Kenya e vive un'appassionata storia d'amore con l'inglese Denys Finch-Hatton, impersonato da Robert Redford. Sono poi seguiti Heartburn (1986; Heartburn ‒ Affari di cuore) ancora di Nichols; A cry in the dark (1988; Un grido nella notte) di Fred Schepisi, nel quale, nel ruolo di un'australiana falsamente accusata di avere sacrificato la figlia per fobie religiose, è vittima dei mass media che di lei fanno un mostro da esibire in prima pagina. Di diverso genere il parodistico She-Devil (1989; She-Devil ‒ Lei, il diavolo) di Susan Seidelman, in cui sostiene la parte di una capricciosa e sfortunata scrittrice di romanzi rosa, la black comedy di Robert Zemeckis Death becomes her (1992; La morte ti fa bella), il drammatico The house of the spirits (1993; La casa degli spiriti), tratto dal romanzo di I. Allende, diretto da Bille August, e The hours, da un romanzo di M. Cunningham, complesso affresco su tre generazioni di donne, dove il presente si intreccia al passato e ne viene continuamente contaminato.

Se, dunque, nel corso degli anni Ottanta, la S. aveva affrontato personaggi prevalentemente tormentati in film drammatici, successivamente si è dimostrata altrettanto a suo agio nell'affrontare registri differenti. Tra i film interpretati oltre a Postcards from the edge (1990; Cartoline dall'inferno) di Nichols, dal romanzo di Carrie Fisher in cui duetta con Shirley MacLaine, Defending your life (1991; Prossima fermata: Paradiso) di Albert Brooks, il thriller d'azione The river wild (1994; The river wild ‒ Il fiume della paura) di Curtis Hanson, e il successivo Adaptation (2002; Il ladro di orchidee ‒ Adaptation) di Spike Jonze, ha offerto prove particolarmente intense ed efficaci in The bridges of Madison County (1995; I ponti di Madison County) di Clint Eastwood, dove disegna splendidamente la figura di Francesca, casalinga di origine italiana la cui vita tranquilla e un po' spenta viene illuminata dall'improvvisa e intensa passione per un fotografo (lo stesso Eastwood), cui deciderà di rinunciare per non abbandonare la famiglia; in Marvin's room (1996; La stanza di Marvin) di Jerry Zaks, nel quale, ancora una volta, vive le incomprensioni quotidiane dei rapporti familiari da ricostruire, e in Music of the heart (1999; La musica del cuore) di Wes Craven, in cui interpreta il ruolo di un'insegnante di musica.

Bibliografia

D. Maychick, Meryl Streep. The reluctant superstar, New York 1984.

N. Smurthwaite, The Meryl Streep story, New York 1984.

H.-M. Glogger, Die aktuelle Biographie Meryl Streep, Bergisch Gladbach 1987.

E.E. Pfaff, M. Emerson, Meryl Streep. A critical biography, Jefferson (NC) 1987.

E. Girlanda, Meryl Streep, Roma 1997.

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