METROLOGIA ARCHITETTONICA

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1997)

METROLOGIA ARCHITETTONICA

R.E. Zupko

Nel Medioevo ogni costruttore o bottega utilizzava unità di misura proprie del luogo di origine, che potevano quindi differire considerevolmente, essendo dipendenti da varianti nazionali, regionali e locali e da mutamenti nel corso dei secoli. Ulteriori disparità potevano verificarsi tra le barre lineari campione, eseguite direttamente da originali autenticati da autorità, e quelle, in metallo o in legno, tratte da altre copie, tutte, in ogni caso, deteriorabili nel tempo.I soldati e i mercanti romani furono i responsabili della creazione del sistema metrologico più completo del mondo antico, per ca. quattrocento anni caratteristica stabile della vita sociale ed economica dell'Europa occidentale. Principalmente greci ed egiziani in origine, misure e pesi romani andarono soggetti a una quantità di significative alterazioni durante l'epoca repubblicana, per subire successivamente soltanto limitate variazioni.La misurazione lineare romana, di impostazione antropometrica, era basata sul piede romano (pes), unità divisa o in sedici dita (digiti) o in dodici pollici (unciae). I metrologisti non concordano circa l'esatta lunghezza del piede, ma l'equivalente metrico normalmente accettato è di cm 29,6. Espresso in termini metrici, il dito era pari a cm 1,85, il pollice a cm 2,467; il palmo (palmus), se definito come la lunghezza di 1/4 di piede, era pari a cm 7,4.Nel mondo romano le grandi unità di misura lineare erano sempre espresse in piedi: il cubito (cubitus o cubitum) era pari a un piede e mezzo (cm 44,4) e, come il piede romano, era più piccolo del suo prototipo greco, che misurava cm 46,3; cinque piedi romani formavano il passo (passus), equivalente a m 1,48, che veniva generalmente diviso in quarti (palmipes), pari a un piede e un palmo; dieci piedi costituivano la pertica (pertica o decempeda), che equivaleva a m 2,96.In Inghilterra, il piede medievale (foot), di cm 30,5, era diviso in dodici pollici (inches) o formava 1/3 di iarda (yard). Il piede scozzese corrispondeva a 12,0649 pollici inglesi, mentre il piede medievale gallese - il sistema più influenzato dai Celti - era soltanto nove pollici inglesi. Il digitus veniva fatto corrispondere a 1/4 di palmo, a 1/12 di spanna, a 1/16 di piede, a 1/24 di cubito, a 1/40 di passo (step) e a 1/80 di pace. Il pollice, in origine pari alla larghezza di due pollici umani medi affiancati, equivaleva a cm 2,54, ma in Scozia, altra regione a influenza celtica, era leggermente più largo (1,0054 volte il pollice inglese). Per tutto il Medioevo esso venne definito come la lunghezza complessiva di tre chicchi d'orzo di misura media accostati l'uno all'altro.Queste definizioni erano più tentativi medievali di comprendere visivamente o mentalmente le unità di misura introdotte per legge che frutto di una pratica reale, dal momento che ogni unità di misura era basata in realtà sulla distanza tra le tacche di una barra lineare campione. Il palmo - in origine l'ampiezza di una mano a esclusione del pollice - equivaleva a 1/3 di spanna o a 1/6 di cubito; basato su di un piede di dodici pollici, esso veniva fatto corrispondere a tre pollici (cm 7,62). La iarda o verga (verge, questo secondo nome preso in prestito dal francese) era pari a trentasei pollici (cm 91,4) o tre piedi e generalmente corrispondeva ai 4/5 di auna (ell), a sua volta pari a quarantacinque pollici (m 1,143), sebbene il termine ulna, mutuato dal latino medievale, venisse usato ambiguamente tra i secc. 12° e 14° per indicare anche la iarda, specialmente in documenti relativi a costruzioni. L'adozione delle stesse denominazioni per differenti unità di misura rappresenta peraltro una diffusa caratteristica della m. architettonica medievale.Per misurazioni più ampie vi erano cinque unità di misura principali. Il cubito (cubit) - in origine la distanza dal gomito fino all'estremità del dito medio - era generalmente ritenuto pari a diciotto pollici (cm 45,72) o a sei palmi o a due spanne. La spanna (span), altrove chiamata anch'essa palmo, ma indicante in origine la distanza tra la punta del dito mignolo e quella del pollice della mano aperta e considerata equivalente a mezzo cubito, venne uguagliata a nove pollici (cm 22,86). Il passo era pari a metà del pace o a due piedi e mezzo (cm 76). L'unità di misura più importante in campo edilizio nelle Isole Britanniche come negli altri paesi dell'Europa occidentale fu la pertica (perch), talora di sedici piedi e mezzo o di cinque iarde e mezzo (m 5,029), anche se vi furono numerose varianti che oscillavano dai nove ai ventotto piedi (da m 2,743 a m 8,534). Quelle maggiori di sedici piedi e mezzo furono usate specialmente per le operazioni di drenaggio e di recinzione con steccati, siepi e mura. La pertica standard irlandese era pari a sette iarde (m 6,401) o a ventuno piedi.I sistemi di pesi e misure medievali francesi erano in generale molto più vari di quanto non fossero quelli delle Isole Britanniche. Tale condizione fu dovuta innanzitutto all'alto numero di differenti ducati, contee, città e feudi reali e aristocratici aventi propri sistemi metrici. Queste unità di misura variavano a seconda che si riferissero al commercio all'ingrosso o al dettaglio o a magazzini, porti, fonderie, miniere e officine. Esse differivano anche tra la terraferma e il mare.La più piccola delle unità di misura francesi, affini a quelle di altri sistemi, era la linea (ligne; mm 2,256), costituita da dodici punti, che equivaleva a 1/12 di pollice (pouce) e a 1/144 di piede (pied). Il pollice consisteva di dodici linee o di centoquarantaquattro punti ed equivaleva a 1/12 di piede (cm 2,707), mentre il dito (doigt) generalmente equivaleva a 1/4 di palmo (palme). Questo era comunemente pari a 1/4 di piede di qualsiasi misura, ma fuori di Parigi esso veniva più spesso a indicare il pan, ovvero la spanna. Durante il Medioevo la spanna (empan) era anche una suddivisione della canna, tesa o verga, ed era frequentemente definita come la lunghezza di otto pollici locali di varia misura. Il piede standard di Parigi, o pied de roi, forse originariamente basato su misure fisiche di sovrani, consisteva di dodici pollici (cm 32,5) o di centoquarantaquattro linee o di millesettecentoventotto punti ed era equivalente a 1/6 di tesa. L'auna (aune) aveva una misura standard parigina che corrispondeva a tre piedi, sette pollici, dieci linee e 5/6 o a cinquecentoventisei linee e 5/6 (m 1,188). Il cubito (coudée) era definito come 3/4 di aune, o più spesso come un piede e mezzo (cm 50 ca.), mentre il passo (pas), originariamente la distanza coperta da un soldato con un doppio passo di marcia, aveva una particolare unità architettonica chiamata il pas commun, di due piedi e mezzo (cm 81,2) con variazioni regionali che oscillavano in misure più ampie, dai tre ai cinque piedi. La pertica (perche), usata prevalentemente nella Francia centrale, venne fissata sotto Carlo Magno a sei aunes o a ventiquattro piedi romani (m 7,12) e rimase l'unità di misura nazionale fino alla fine del Medioevo. Vi erano centinaia di variazioni locali, le più frequenti corrispondenti a diciotto, venti e ventidue piedi (m 5,847, m 6,497 e m 7,146).Vi erano quattro unità di misura francesi usate in architettura che non avevano equivalenti britannici, ma in due casi avevano legami con quelle in uso nei sistemi italiani. Il braccio (brasse), connesso con il doppio braccio italiano e usato principalmente nella Francia meridionale, era in origine pari alla lunghezza delle due braccia stese e misurate dall'estremità del dito medio; era in genere calcolato tra i cinque e i sei piedi (da m 1,624 a m 1,960) e veniva anche chiamato grand pas. La canna (canne), anch'essa utilizzata nella Francia meridionale, aveva tre misure locali che però venivano impiegate a livello nazionale: quella di Marsiglia era pari a otto pan o settantadue pollici o 892,22 linee parigine (m 2,0127); quella di Montpellier era pari a otto pan o ottocentoottantuno linee parigine (m 1,9874), mentre quella di Tolosa era pari a otto pan o sessantaquattro pollici o 796,2 linee parigine (m 1,796). Il palmo (pan) della Francia meridionale, etimologicamente legata all'empan citato, aveva standard regionali che variavano da sessantaquattro a centoquattordici linee parigine (da cm 21,9 a cm 25,6), mentre la tesa (toise) - correlata all'omonima misura italiana e chiamata a Parigi toise courante - era formata da sei pieds de roi (m 1,949) o da settantadue pollici o da ottocentosessantaquattro linee. Nel caso della tesa francese è comunque attestato un numero di variazioni metrologiche maggiore rispetto a qualsiasi altra unità di misura lineare.L'Italia medievale, dato l'accentuato frazionamento politico, ebbe più sistemi di misura lineare e di peso e più singole unità di misura di ogni altro paese in Europa, eccetto le regioni germaniche del Sacro romano impero.Sebbene non si possa delineare con precisione una linea di demarcazione assoluta, misure e pesi del Medioevo italiano si possono tendenzialmente dividere in un sistema settentrionale e in uno meridionale. Il primo si estendeva dalla pianura Padana ai famosi centri urbani della Toscana e all'Italia centrale, mentre il secondo comprendeva tutto il territorio dell'Italia meridionale e la Corsica, la Sardegna, la Sicilia e Malta. All'interno di queste due zone i pesi e le misure ebbero anche applicazioni locali, regionali o interregionali, ma vi furono persino occasionali sovrapposizioni dei due sistemi, come dimostrano le unità di misura analizzate. La m. architettonica italiana fu dominata sia da unità di misura locali - definite 'comune', 'comunitativo', 'da piazza' o 'di città' e utilizzate in insediamenti urbani e rurali -, sia da una certa quota di unità a diffusione regionale - misure talora dette 'della commissione' o 'legali' -, sia da un minor numero di misure interregionali.Le misure lineari italiane utilizzate dai costruttori erano generalmente classificate come 'architettoniche' o 'da muratore'. L'oncia era diffusa in tutti i territori italiani ed è esempio di un'unità interregionale, con più piccoli calibri espressi in minuti, ottavi e punti; in termini metrici essa variava tra cm 1,86 e cm 5,85, ed era equivalente a 1/12 di piede. Il palmo - anch'esso largamente usato come unità di misura interregionale - non aveva sottomultipli prestabiliti, ma veniva diviso in numeri diversi di once, parti, quarte, soldi; in ogni caso, esso variava da cm 12,50 a cm 29,18. Il piede - di solito di dodici once - variava tra cm 22,3 e cm 64,9. Il braccio semplice, di comunissimo uso nell'Italia centrosettentrionale, misurava da cm 52 a cm 69; il doppio braccio variava generalmente tra i cinque e i sei piedi, da m 1,115 a m 3,894. La canna, chiamata altrove pertica o trabucco, era generalmente divisa in un numero differente di braccia, palmi, piedi od once. In palmi, la canna variava da quattro a dodici unità, vale a dire da m 0,996 a m 3,148; nel caso venisse divisa in sottomultipli più grandi, la misura della canna poteva estendersi fino a m 7,851. Il passo - anche sinonimo di pertica, canna, cavezzo, ghebbo - oscillava perlopiù tra m 0,670 e m 2,02. Infine, la tesa piemontese, presa in prestito dalla Francia durante il Tardo Medioevo, divisa in braccia, piedi e once, variava da m 1,414 a m 2,242.Le importazioni di misure da altri paesi, comuni nell'Europa occidentale ma ben più frequenti Oltralpe, sono la testimonianza della fama internazionale e della mobilità dei progettisti, dei costruttori e degli artigiani che realizzarono le grandi imprese dell'arte medievale. Portati dal loro lavoro a spostarsi su grandi distanze, essi adottarono le unità di misura che consideravano più adatte in un'ampia varietà di sistemi differenti. Questa è la principale ragione per cui è così difficoltosa la misurazione dei progetti e delle costruzioni medievali.In Italia, e non negli altri paesi europei, esistevano altre quattro unità di misura lineare. Il passetto - un passo più piccolo -, attestato nell'Italia settentrionale e centrale e in Sicilia, variava da m 0,516 a m 1,474 con numerose divisioni in sottomultipli. Lo spazzo piemontese - esempio di unità di misura locale che non venne mai adottata altrove - veniva diviso in braccia, piedi, ottavi e once e variava da m 1,785 a m 1,983. Lo staiolo romano consisteva in quattro piedi e 1/16 (m 1,285) o in cinque palmi e 3/4. Infine il trabucco, in uso nell'Italia settentrionale e in Sardegna, generalmente pari a sei piedi, con numerosi sottomultipli e variazioni locali, oscillava tra m 2,611 e m 3,243.Nelle regioni germaniche del Sacro romano impero, che arrivò a includere anche l'Austria e la Boemia, il pollice (zoll) variava da cm 2,4 a cm 3, il piede (fuss) da cm 25 a cm 36, l'auna (elle) da cm 57 a cm 82, la tesa (klafter) da m 1,72 a m 2,50, la pertica (rute) da m 2,86 a m 4,67. In Svizzera - un paese influenzato nei diversi momenti della sua evoluzione storica dagli impatti culturali, sociali, economici, militari e metrologici romani, germanici, italiani, francesi - l'auna, il braccio, la linea, la pertica, il piede, il pollice e la tesa variavano seguendo sistemi metrologici simili a quelli in uso nei paesi limitrofi.In altre aree dell'Europa occidentale e centrale vi furono naturalmente tante variazioni metrologiche quante furono le suddivisioni politiche. Nei paesi germanici e slavi non occupati dalle truppe romane o non sottoposti in modo apprezzabile all'influenza romana i sistemi di misurazione lineare autoctoni si evolvettero in genere senza essere ostacolati da influssi esterni, a parte l'influenza germanica sulle popolazioni slave occidentali, come i Boemi.In Danimarca l'auna (aln) era abitualmente pari a cm 63, il piede (fod) a cm 31 e la pertica (rode) a m 3,14. In Norvegia l'auna (alen) era in genere pari a cm 59 e il piede (fot) a cm 30. Il piede svedese (fot) era per consuetudine ugualmente pari a cm 30, mentre la stang equivaleva a m 2,97.Nella penisola iberica si ebbe un'intensa influenza araba, sebbene nel Tardo Medioevo i sistemi europei cominciarono a trasformare la m. architettonica di base di Spagna e Portogallo, derivata da quella precedente l'invasione musulmana e arricchita dall'introduzione di misure islamiche, che rimasero e sopravvissero come parte integrante della cultura locale. In Portogallo la linea (linha) era solitamente pari a mm 2, il covado a cm 66 e il braccio (braça) a m 2,20, mentre in Spagna la linea era generalmente di mm 2, la pulgada di cm 23, il piede (pie) di cm 28 e l'estadal di m 3,39.

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