Contrasto, mezzo di

Dizionario di Medicina (2010)

contrasto, mezzo di


Sostanza che assorbe i raggi X in misura maggiore (per es., solfato di bario e composti iodati) o minore (l’aria, i gas nobili), rispetto a tessuti o costituenti fisiologici dell’organismo. Viene usato come presidio radiologico per evidenziare forma e decorso di cavità entro cui esso viene fatto defluire, per studiare in modo dinamico il transito di organi cavi ed eventuali deformazioni della loro parete (➔ contrastografia); il doppio mezzo di c. serve nello studio radiologico dell’intestino, ed è costituito da bario, cui si aggiunge aria. Oltre ai metalli, sono utilizzati come mezzo di c. anche sostanze terrose (gadolinio), che hanno proprietà allergizzanti quasi nulle e non danno effetti cardiovascolari. Reazione al mezzo di c.: insieme di manifestazioni patologiche che possono conseguire alla somministrazione di un mezzo di c., più grave se è avvenuta per via endovenosa o intraarteriosa rispetto alla via enterica o endocavitaria; può essere di tipo allergico (specie se il contrasto è a base di iodio), di natura cardiovascolare (riflessi vagali, aritmie, spasmi vascolari, trombosi), di tipo nervoso (sincope, parestesie), oppure insufficienza acuta renale o epatica.

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