Šolochov, Michail Aleksandrovič

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Scrittore russo (Kružilin, Rostov sul Don, 1905 - ivi 1984). Dopo alcuni racconti (Donskie rasskazy, 1926, trad. it. I racconti del Don, 1957; Lazorevaja step´ "La steppa azzurra", 1926), pubblicò la vasta epopea cosacca in quattro parti Tichij Don (1928-40; trad. it. Il placido Don, 1941-48), ambientata negli anni intorno alla rivoluzione, opera tra le più notevoli del realismo socialista sovietico (non del tutto convincente appare l'ipotesi, ripresa tra gli altri da A. I. Solženicyn e R. A. Medvedev, che la paternità del romanzo sia almeno in parte da attribuire allo scrittore cosacco ucraino F. Krjukov). Alla vita cosacca, e in particolare alla collettivizzazione delle terre, è dedicato anche il romanzo Podnjataja celina (2 parti, 1932-59; trad. it. Terre dissodate, 1959). Corrispondente dal fronte durante la seconda guerra mondiale (agli avvenimenti bellici dedicò l'incompiuto Oni sražalis´ za rodinu, trad. it. Hanno combattuto per la patria, 1959, del quale pubblicò varie parti su periodici tra il 1943 e il 1954, dandone un'ed. accr. in vol. nel 1969), in seguito Š. accentuò, nella sua attività letteraria e pubblicistica, il suo ruolo di scrittore ufficiale del regime sovietico, attaccando qualsiasi forma di dissidenza. Tra le altre sue opere è da ricordare Sud´ba čeloveka (1956-57; trad. it. Il destino di un uomo, 1959). Nel 1965 gli fu attribuito il premio Nobel per la letteratura.

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