GAROVE, Michel Angelo

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 52 (1999)

GAROVE (Garrue, Garroue), Michel Angelo

Bruno Signorelli

Non è certo il luogo di nascita di questo ingegnere civile e militare: Simona, sulla base di una documentazione della parrocchia di Bissone nel Canton Ticino, lo dice nato in questo luogo il 3 dic. 1650 da Francesco e da Caterina Porra. Il Liber baptismorum per gli anni 1649-61 della parrocchia di S. Maria della Scala a Chieri conferma paternità e maternità e lo indica battezzato il 3 giugno 1653 e nato il 29 sett. 1648. Il G. si dichiarò nativo di Chieri in due documenti, una testimonianza resa dinanzi al nunzio apostolico, datata Torino 10 genn. 1680 (Archivio di Stato di Torino, Conventi soppressi, m. 450r: "Informationes…") e nel testamento (Signorelli, p. 136). Originaria di una località (Campiglione) del Canton Ticino era certamente la famiglia del padre, indicato nei documenti come capomastro, del quale il G. seguì le orme (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Insinuazione di Torino 1682, 1.5, vol. 1, c. 1483). Il G. iniziò a operare alla fine del settimo decennio del Seicento come soprastante (Millon, 1967, p. 140) e nel 1670 era impegnato nel cantiere della Venaria Reale (Vinardi, 1981, pp. 309-312). Due anni dopo, nel 1672, partecipò alla fallita guerra contro Genova e venne catturato insieme con Amedeo di Castellamonte (Ferrero della Marmora); nel 1673 fu impegnato nelle fortificazioni di Ceva (Millon, 1967, p. 140 n. 25). Tra il 1674 e il 1678, in Torino, risulta aver "assistito" (Signorelli, 1994, p. 137) alla costruzione del palazzo Ripa di Giaglione, poi Dal Pozzo della Cisterna. Nel 1679 iniziò il tracciamento del sito in cui si doveva elevare il torinese collegio dei nobili.

Non si sa con certezza chi abbia progettato l'edificio, attribuito già da Craveri a Guarino Guarini. La questione è tuttora controversa poiché non esiste documentazione provata dell'intervento guariniano. Dardanello (La scena urbana, tav. 52) ha attribuito l'idea di questo edificio al gesuita Carlo Maurizio Vota e la progettazione al Garove.

Rimasto allo stadio di progetto è il disegno, datato 1678, firmato da Amedeo di Castellamonte e dal G., della piazza Carlina a Torino; tale progetto rivela come la piazza, concepita in un primo tempo in forma ottagonale, fosse stata quindi modificata in forma quadrata secondo le direttive date quello stesso anno da Maria Giovanna Battista di Savoia-Nemours (Comoli Mandracci, 1981, fig. 65). Nel 1680 il G. venne emancipato dal padre e promosso ingegnere.

Dal documento che dà tale notizia (Signorelli, 1994, p. 136 n. 6) il G. risulta essere sposato, con tre figli, e "desideroso di avanzarsi e rendersi maggiormente meritevole a servizio di S.A.R., dalla benignità del quale è stato promosso alla carriga d'ingegnere"; in questa occasione il padre gli fece dono di numerosi "istrumenti di mathematica" e di centotrenta volumi di architettura civile, militare e di matematica, purtroppo non inventariati.

Tra il 1682 e il 1683 il G. risulta essere impegnato nelle fortificazioni di Villanova, Carmagnola, Chivasso, Fossano, Cherasco (ibid., p. 139 n. 21). Nel 1684 progettò a Torino il palazzo Asinari di San Marzano (Millon, 1967, p. 139). A partire da questo periodo prestò la sua opera anche in molti edifici sacri. Nel 1683 iniziò la progettazione della cappella del beato Amedeo di Savoia nel duomo di Vercelli, per la quale operò sino al 1700; nel 1684 progettò la chiesa parrocchiale di S. Martino a La Morra (Casalis) e nel 1685 il santuario della Madonna di S. Giovanni a Sommariva del Bosco (Colombero). Dai documenti riguardanti il G. si evince inoltre come, in questi anni, accanto a questo tipo di attività, egli fosse contemporaneamente impegnato in una serie di occupazioni di carattere sia civile sia militare.

Il 21 apr. 1684 diede testimonianza nella causa tra il barone di Valgrana e il marchese del Carretto sullo stato del palazzo di quest'ultimo sito nell'attuale via Bogino a Torino (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Archivio Del Carretto di Gorzegno, Palazzo di Torino, Atti di liti diverse, m. 1 bis, cat. 8). Nel 1686 si recò con il canonico Donato Rossetti, precettore di matematica di Vittorio Amedeo II, a visitare le fortificazioni di Trino Vercellese. Nel 1687 venne retribuito per dodici giorni vacati al campo militare di Carrù; nel 1688 operò quale priore della Compagnia di S. Luca e si recò a Mondovì dove intervenne per la riparazione della cisterna di questa cittadella. Sempre nel 1688 protestò unitamente all'ingegnere Rocco Rubatto per la riduzione dei pagamenti delle vacazioni effettuate; l'anno dopo rappresentò i colleghi sempre in questioni di mancati pagamenti di vacazioni. Nel 1689 redasse un progetto per gli sbarramenti da farsi sul Po al fine di evitare corrosioni al castello del Valentino (Ibid., Sezioni riunite, Art. 809, 1° febbr. 1689).

Tra il 1690 e il 1692 il G. fu impegnato in lavori a Torino, Cuneo e Vercelli, nel corso della guerra della "Lega di Augusta". L'assedio di Cuneo (giugno 1691) lo vide partecipare al Consiglio di guerra di quella città (Charron) e operare attivamente per opporsi ai disegni dei Francesi (Saluces). Nel 1693 sono documentati a Mondovì lavori nel collegio dei gesuiti in base a un progetto fornito dal G. in data imprecisata; nello stesso anno il G. venne retribuito (400 lire) per viaggi al campo di Moncalieri, Carignano, Villafranca, Pancaglieri, Saluzzo, Mondovì e Cherasco (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Art. 182, vol. 30, 1693, n. 319, Ordine del Consiglio 23 ott. 1693). Nel 1694 gli vennero pagati otto giorni vacati l'anno precedente al campo di S. Brigida di Pinerolo al servizio di Sua Altezza Reale (ibid., n. 780). Due lettere, del 22 agosto e del 23 ott. 1694, lo segnalano ammalato forse in seguito alle ferite subite durante l'assedio di Pinerolo (Schede Vesme, p. 515). Nel 1697 progettò a Cuneo la cappella del Beato Angelo nella chiesa della Madonna degli Angeli (Brayda - Coli - Sesia, p. 40; Canavesio) e, secondo Millon (1967, p. 140), l'altare maggiore della chiesa di S. Filippo Neri a Torino. Il 19 settembre dello stesso anno il duca Vittorio Amedeo II di Savoia ordinò di pagare gli stipendi spettanti "alli ingegneri nostri padre e figliuolo Garove" incaricati di "levar le piante de nostri palazzi…" (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Ufficio generale del soldo, Ordini generali e misti, 1697, n. 414) per l'intero periodo della loro permanenza a Torino; il 19 dicembre il G. venne nominato con lettere patenti ingegnere di Emanuele Filiberto principe di Carignano che ne ricordava "la di lui abilità per l'esperienza che ne abbiamo" (Schede Vesme, p. 516), indizio di una precedente conoscenza. Sono tuttavia documentati solo i lavori fra il 1698 e il 1701.

Nel 1702 emancipò il figlio Francesco Giuseppe "ingegnere di S.A.R. e capitano" (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Insinuazione di Torino 1702, libro 8, c. 51r); dal medesimo documento risulta che il G. era vedovo. Gli anni tra il 1702 e il 1706 lo videro quasi totalmente impegnato quale ingegnere militare soprattutto per le opere di difesa di Torino.

In particolare il 20 apr. 1702 firmò l'istruzione per gli impresari che dovevano intraprendere la costruzione delle fortificazioni del nuovo ampliamento occidentale di Torino "dal canto di Porta Susina" con la cosiddetta "opera a corna". L'ingrandimento, in seguito definito "juvarriano" (Signorelli, 1994, pp. 143, 145 s.) lo avrebbe visto operoso anche negli ultimi anni di vita.

Nel 1702 lavorò alle fortificazioni di Cuneo e Demonte (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Art. 191, par. 2). Negli anni 1703 e 1704 era a Vercelli e a Ivrea. In quest'ultima città collaborò con Antonio Bertola per approntare le difese contro l'imminente assedio dei Francesi. Il 27 marzo 1706 morì il figlio Francesco Giuseppe (Torino, Archivio della parrocchia di S. Eusebio presso la parrocchia di S. Tommaso, Index mortuorum, 1521-1740). Come risulta da una richiesta di pagamento di vacazioni dal 4 giugno al 20 luglio, il G., in questo stesso anno, durante l'assedio di Torino, fu impegnato nel vivo del combattimento lavorando all'"opera a corna", alle ridotte e alle linee di comunicazione e traverse nel borgo di Valdocco (Archivio di Stato di Torino, Sezioni riunite, Art. 199, reg. 1636, 20 ag. 1706). Nel periodo compreso tra l'agosto 1706 e il dicembre 1708 non si hanno notizie dell'attività del Garove. Tra il 1709 e il 1710 lo ritroviamo impegnato nei lavori per il piano nobile della Venaria, alla nuova Mandria, al nuovo padiglione e "al nuovo pallazzo della Venaria" (Signorelli, 1994, p. 149 n. 80). Datato 1710 è un nuovo progetto di riplasmazione del castello di Saluzzo (Comoli Mandracci, 1989, p. 59); l'anno successivo progettò e diede inizio ai lavori della nuova strada per Rivoli (ibid., p. 62; Fantino). Il 17 marzo 1711, con la riunione dei Consigli e aziende dell'artiglieria e fabbriche e fortificazioni, venne incaricato della parte civile mentre ad A. Bertola venne affidata quella militare (Archivio di Stato di Torino, Corte, Materie militari, Ordini e regolamenti, m. 3, vol. 2, c. 271). Negli anni 1711-13 intervennne in opere per il palazzo reale, edifici a esso adiacenti e per il castello di Moncalieri (Signorelli, 1994, p. 149 n. 83).

Negli ultimi mesi di attività il G. firmò i progetti per l'ampliamento del convento di S. Antonio Abate in via Po a Torino (Forma urbana…) e quelli per il nuovo edificio dell'Università: l'ultimo intervento risale al 4 agosto (Signorelli, 1994, p. 150 n. 84); operò inoltre a Venaria dove aveva una camera e al castello di Rivoli.

Il 2 sett. 1713 fece testamento; il 20 dello stesso mese vi aggiunse un codicillo con il quale chiedeva al conte A. di Sales di occuparsi del nipote Michelangelo (ibid.).

Il G. morì a Torino il 22 sett. 1713 (Torino, Archivio della parrocchia di S. Eusebio presso la parrocchia di S. Tommaso, Index mortuorum, 1521-1740).

Fonti e Bibl.: A. Charron, Relation fidelle de tout ce qui s'est passé… pendant le siège de la ville de Cony…, Cologne 1691, pp. 4, 34 s.; G.C. Craveri, Guida de' forestieri per la real città di Torino, Torino 1753, p. 70; A. Saluces, Histoire militaire du Piémont, V, Turin 1859, p. 36; A. Ferrero della Marmora, Le vicende di Carlo di Simiane, marchese di Livorno e poi di Pianezza, Torino 1862, p. 79; G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico…, XI, Torino 1843, p. 428; G. Colombero, I santuari della Vergine ss. in Piemonte, Torino 1898, p. 87; L. Simona, Artisti della Svizzera italiana in Torino e Piemonte, Zurigo 1933, adindicem; G. Chevalley, Vicende costruttive della chiesa di S. Filippo Neri in Torino, in Bollettino del Centro di studi archeologici ed artistici del Piemonte, II (1942), pp. 68 s.; N. Carboneri, L'architetto Francesco Gallo, Torino 1954, pp. 44, 97, 102; H. Millon, L'altare maggiore della chiesa di S. Filippo Neri di Torino, in Bollettino della Società piemontese di archeologia e belle arti, n.s., XIV-XV (1960-61), pp. 86 s.; C. Brayda - L. Coli - D. Sesia, Ingegneri e architetti del Sei e Settecento in Piemonte, Torino 1963, pp. 39 s.; Schede Vesme. L'arte in Piemonte dal XVI al XVIII secolo, II, Torino 1966, pp. 515 s.; H. Millon, M. G. and the chapel of the beato Amedeo of Savoy in the cathedral of Vercelli, in Essays in the history of architecture presented to R. Wittkower, London 1967, pp. 134-142; L. Tamburini, Le chiese di Torino, Torino s.d. (ma 1968), pp. 246 n. 12, 249 n. 18, 256, 321, 325; Forma urbana e architettura nella Torino barocca, a cura di A. Cavallari Murat, II, Torino 1968, p. 1362; A. Lange, Disegni e documenti di Guarino Guarini, in Guarino Guarini e l'internazionalità del barocco, Torino 1970, pp. 129, 175, 198-201; G. Fantino, La strada reale di Rivoli nell'ampliamento occidentale di Torino, in Cronache economiche, 1976, nn. 9-10, pp. 3-14; Le città nella storia d'Italia, V. Comoli Mandracci, Torino, Roma-Bari 1981, pp. 57, 62, 64, 66-68; M.G. Vinardi, La Venaria Reale: l'evolversi di un progetto dalle incisioni del Castellamonte alle sue attuali prospettive, in I rami incisi dell'Archivio di Stato…, Torino 1981, pp. 302 s., 309-312, 314, 316; V. Comoli Mandracci, Le fortificazioni del duca e i mulini della città, in Acque, ruote e mulini, a cura di G. Bracco, Torino 1988, pp. 195-240; A. Peyrot, Documenti iconografici, ibid., pp. 148 n. 33, 149 nn. 35, 37 s.; G. Dardanello, Cantieri di corte e imprese decorative, in Figure del barocco in Piemonte, a cura di G. Romano, Torino 1988, pp. 202, 204, 237-245; A. Griseri, Juvarra regista di una rivoluzione del gusto, in Filippo Juvarra a Torino…, a cura di A. Griseri - G. Romano, Torino 1989, pp. 25, 33; V. Comoli Mandracci, La proiezione del potere nella costruzione del territorio, ibid., pp. 59, 62 s., 69, 74; C. Roggero Bardelli, Da G. a Juvarra: progetti per la città, ibid., pp. 75-130; C. Passanti, Sulla decorazione architettonica di Juvarra, ibid., pp. 141, 147 s., 151 s.; G. Dardanello, Altari piemontesi prima e dopo l'arrivo di Juvarra, ibid., pp. 160, 166, 168-172, 174; A. Barghini, Inediti per l'architettura da Ascanio Vitozzi agli architetti del primo Settecento, in Studi piemontesi, XIX (1990), pp. 60 s.; V. Defabiani, Due disegni inediti per i giardini delle residenze sabaude di Rivoli e della Venaria Reale, ibid., pp. 83, 86; M.G. Vinardi, La Venaria: considerazioni per una aggiunta ai progetti di M. G. inviati a Parigi, ibid., pp. 77-81; G. Dardanello, La scena urbana, in Torino 1675-1699…, a cura di G. Romano, Torino 1993, pp. 28, 40, tavv. 15, 39, 52; Id., Il collegio dei nobili e la piazza del principe di Carignano (1675-1684), ibid., pp. 178, 190, 200, 207-210, 228, 231, 233-236, 238-240, 319; M. Cassetti - B. Signorelli, Palazzo Dal Pozzo della Cisterna e l'Isola dell'Assunta, Torino 1994, p. 24; P. Cornaglia, Giardini di marmo ritrovati, Torino 1994, pp. 31 s.; B. Signorelli, Indicazioni per una biografia di M. G. ingegnere civile e militare (1648-1713), in Bollettino della Società piemontese di archeologia e belle arti, n.s., XLVI (1994), pp. 135-153; W. Canavesio, Rinnovamento architettonico e decorativo tra '600 e '700, in La chiesa della Madonna degli Angeli a Cuneo, a cura di W. Canavesio - M. Cordero - G. Galante Garrone, Cuneo 1998, pp. 32-35, 134 s. (scheda "Cappella del Beato Angelo"); B. Signorelli, L'opera di ingegneri militari e misuratori sabaudi prima dell'assedio di Ivrea del 1704, in Archeologia ed arte in Canavese, in corso di stampa.

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