ARALDI, Michele

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)

ARALDI, Michele

Loris Premuda

Nato a Modena il 10 febbr. 1741, conseguì la laurea in filosofia e medicina nel 1758. A soli ventidue anni gli fu affidato l'insegnamento di Istituzioni fisiologiche nella città natale. Dieci anni più tardi, in occasione della riforma dell'ateneo modenese per opera di Francesco III, ebbe la riconferma della cattedra. Nel 1783, trasferito lo Scarpa a Pavia, gli successe sulla cattedra di anatonua, dove rimase, salvo qualche interruzione, sino al 1804. Si acquistò larga fama e ricoprì vari incarichi: nel 1780 fu nominato consultore presso il Magistrato di sanità di Modena e successivamente, nel 1782, medico particolare della principessa Matilde d'Este.

Di sentimenti sostanzialmente moderati, accettò nell'ottobre 1796 l'unanime elezione al I congresso cispadano di Modena; non partecipò però ai due successivi e dopo la creazione della Cisalpina abbandonò quasi completamente la vita pubblica. Fu tra i candidati al Senato del Regno Italico. Dopo un breve soggiorno in Toscana ritornò all'insegnamento nell'ateneo modenese. Creato l'Istituto nazionale italiano di scienze, lettere ed arti (1803), ne fu il primo segretario (cfr. Discorso detto nella prima adunanza dell'Istituto Nazionale, il di 10 di luglio 1804 dal segretario M. A., Bologna 1805), carica che gli fu confermata nel 1811: sempre per l'Istituto, nel 1813 fece parte della Giunta per il Dizionario della Crusca. Fu amico di V. Monti e con lui fu in corrispondenza: il Monti lodò molto (cfr. Epistolario di V. Monti, Milano 1842, p. 122) per lo stile le sue pubblicazioni sul cuore e sulla circolazione del sangue (parte I: Della forza e dell'influsso del cuore sul circolo del sangue, in Memorie di matem. e di fisica della Società ital. delle scienze, XI, Modena 1804, pp. 342-382; parte II Della forza del cuore e del suo influsso nel circolo del sangue, ibid., XV, 2, Verona 1810, pp. 165-195).

L'A. morì a Milano il 3 nov. 1813.

Appartenne, dal 1770, all'Accademia dei Dissonanti di Modena, dal 1779 fu socio della Società reale di medicina di Parigi, dal 1803 della Società italiana delle scienze, dal, 1805 della Società medica di Bologna e fu socio anche dell'Accademia di medicina di Venezia. Nella formazione intellettuale dell'A. hanno avuto largo posto gli studi di matematica e di fisica, e in questi campi egli lasciò memorie degne di considerazione.

Nell'ambito strettamente fisico-matematico risultano molteplici gli interessi dell'Araldi. Nell'Esame di alcuni tentativi di soluzione di un famoso problema di meccanica statica (in Memorie della Società Ital. delle Scienze, XIII, 1 [1807], pp. 74-108) egli appunto esamina alcuni tentativi di soluzione di un famoso problema risalente ai tempi d'Eulero e riguardante il "problema degli appoggi". Assai interessante appare pure lo studio Considerazioni e dubbii su la compressibilità ed elasticità de' liquidi, ed in ispecie dell'acqua (in Memorie dell'Istituto Nazion. Ital., Classe di fisica e matematica, II, 1, [1808], pp. 327-360). L'A. si è anche occupato, in memorie edite ed inedite, della teoria psicologica della visione e della teoria dei suono, di problemi di geometria, di dinamica dei fluidi, d'idraulica, di termologia e di chimica, rivelando una personalità assai matura ed aggiornata, in relazione ai tempi, nel campo delle discipline fisicochimiche ed un'impostazione su base matematica del suo pensiero scientifico-biologico.

È evidente che gli interessi dell'A. dovevano tendere in primo luogo verso una problematica fisiologica, in cui l'aspetto fisico-meccanico fosse preminente. Allorché egli imprendeva le sue investigazioni fisiologiche, dopo la scoperta di Harvey e le successive dimostrazioni di Jan de Wale, per determinare il verso della corrente sanguigna nelle arterie e nelle vene della coscia del cane, rimanevano aperti ancora diversi quesiti alla cui soluzione avevano lavorato ancora nel Seicento il Malpighi, il Rudbeck, Th. Bartholin ed altri scienziati e nel Settecento in primo luogo Stephen Hales, lo Spallanzani ed il Fontana.

Molto meno conosciuto ed apprezzato, ma tuttavia degno di ricordo e di ulteriore analisi critica, è il contributo offerto all'emodinamica dall'Araldi. Questi riprende problemi, già considerati tra gli altri dal Borelli ed esperimentalmente fin dove si estende la forza e l'influenza del cuore nel circolo sanguigno e, da buon anatomico, descrive con precisione le strutture degli organi utili a tal fine. In una pubblicazione (Riflessioni fisiche sulla circolazione del sangue, in Opuscoli scelti sulle scienze e sulle arti, Milano 1785), tradotta da lui in francese e pubblicata in Modena nel 1806 (De l'Usage des anastomoses dans le système de la circulation du sang) con una nutrita nota sulla confusione delle idee regnante sulle anastomosi, l'A. analizza queste ultime ed offre una chiara descrizione dell'intricata rete di finissimj vasi, della loro distribuzione e dei loro reciproci rapporti.

Ma l'attenzione dell'A. non si fermò solo su questi problemi: egli ne affrontò anche due, oltremodo delicati ed astrusi: l'istinto ed il sonno. L'A. discute, non scevro da una preparazione filosofica, le dottrine di Erasmo Darwin e di Condifiac e sostiene che sono prodotte dall'istinto quelle azionì, alle quali l'animo concorre senza l'intervento della cognizione di alcun vero motivo, ma cedendo soltanto all'iinpulso ed all'invito di qualche sensazione (De Renzi). Procede quindi alla disamina dì azioni umane o di animali, della vita sia intra- sia extrauterina, che ritiene di poter indicare come dipendenti dalla legge da lui stabilita. Nella memoria Del Sonno e della sua ordinaria cagione (in Mem. d. Soc. medica di Bologna, I, [1807], pp. 241-274) passa ad interessanti valutazioni, che rivelano un'acuta capacità ragionativa ed una buona conoscenza dell'ancor giovane neurofisiologia.

Bibl.: G. Bianchi, Notizie biografiche su M. A., in Giorn. di Medicina, Padova 1814 (II° bim.), pp. 282-86; L. Rangoni, Elogio del Cavalier M. A., Modena 1823, p. 20; A. Lombardi, Storia della, letteratura italiana nel secolo XVIII, II, Modena 1828, pp. 261-63; S. De Renzi, Storia della Medicina in Italia, V, Napoli 1848, pp. 197, 268. 432, 433, 530; T. Casini, I candidati del Senato del Regno Italico, in Rass. stor. del Risorvimento, III(1916), p. 35; Mazzatinti-Sorbelli, Inventario dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, LXXII, p. 23.

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