MIEZA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1995)

MIEΖA (v. s 1970, p. 452, s.v. Macedonia)

A. B. Tataki

La più antica testimonianza epigrafica della città macedone si trova nell'elenco dei Tearodochi di Delfi (230-220 a.C.) dove è menzionata tra Verria ed Edessa (A. Plassart, in BCH, XLV, 1921, p. 17,1. 59). Precedentemente un miezeo aveva prestato servizio a fianco di Alessandro Magno come trierarca (Arrian., Ind., XVIII, 6).

La città non è stata ancora localizzata con sicurezza, benché siano state effettuate ricognizioni sistematiche nella vasta area archeologica delimitata da Naussa e dai villaggi di Kopanòs e Leukadia. È stata avanzata anche l'ipotesi (Papazoglou, 1988) che i rinvenimenti archeologici della regione appartengano probabilmente a più di una città. La città più vicina verso S, con il cui territorio confinava M., era Verria (v.). L'espressione έν Μιεζέοις τόττοις in una epigrafe del III sec. d.C. dal territorio di Verria costituisce un indizio che M. aveva perso la sua autonomia in epoca romana ed era stata incorporata nella chòra di Verria.

Diverse tra le più belle tombe «macedoni» sono state scoperte in questa zona. La prima di queste tombe ipogee a camera fu individuata agli inizî degli anni '80 del secolo scorso e venne esplorata da K. F. Kinch, con il cui nome è oggi nota. La tomba, andata in rovina, venne riscoperta e restaurata una ventina di anni fa. Della decorazione pittorica, che non si conserva più, si ricorda una scena di battaglia con un cavaliere macedone. Nel 1942 si rinvenne la Tomba di Lyson e Kallikles, in cui i resti della cremazione erano posti in nicchie incorniciate dai nomi dei defunti scritti in rosso. La tomba, che è la più recente di questo gruppo (si data nel periodo medio ellenistico) era decorata con raffigurazioni di armi (scudo macedone, elmi, spade, ecc.), un altare, un serpente, una ghirlanda, in colori molto vivi. Vicina alla Tomba del Giudizio è un'altra tomba monumentale, molto ben conservata, scoperta nel 1971. Ha una struttura particolarmente elegante con facciata in forma di tempietto di ordine ionico. Sia la facciata sia l'interno presentano una decorazione dipinta: sul frontone è una coppia adagiata su klìne mentre nel vestibolo si trova una notevole composizione di grandi motivi vegetali. Benché anche questa tomba fosse stata depredata, sul pavimento sono stati rinvenuti centinaia di frammenti di rilievi in avorio, che dovevano costituire il rivestimento di una cassa di legno: raffigurano scene mitologiche e di battaglia, e comprendono oltre venti teste, in prevalenza ritratti maschili.

Dalla stessa zona si segnalano, inoltre, c.a 150 tombe a cista e a fossa del V e del IV sec. a.C., nonché i resti di un grande edificio, presumibilmente dell'epoca di Perseo, tutti inediti.

Nelle vicinanze di Naussa è stato scavato un grande complesso di edifici del II sec. d.C. con pavimenti a mosaici geometrici ben conservati.

Infine, tra il materiale epigrafico proveniente da questa zona, va ricordata una grande iscrizione del III sec. a.C. che contiene atti di compravendita di terreni: in questi testi si fa riferimento alle magistrature cittadine (epistàtes, tagòs, sacerdote, giudice) e anche a etnici e toponimi tra i quali alcuni sono attestati qui per la prima volta (Μαρινιαīος, έν Γαιμείωι).

Bibl.: Rapporti di scavo: Ph. Petsas, Ovai εκ της Ημαθίας, in AEphem, 1961, pp. 1-57; id., in Prakt, 1963, pp. 61-79; 1964, pp. 24-34; 1965, pp. 36-46; 1966, pp. 30-38; 1968, pp. 65-71; E. Rhomiopoulou, J. Touratsoglou, O μακεδονικος τάφος της Νιαουσσας (Τάφος Kinch), m AEphem, 1971, pp. 14-6-164; J. Touratsoglou, Lefkadia (Keramos Guides), Atene 1973; Κ. Rhomiopoulou, A New Monumental Chamber Tomb with Paintings of Hellenistic Period Near Lefkadia, in AAA, VI, 1973, pp. 87-92; Ch. Makaronas, S. G. Miller, The Tomb of Lyson and Kallikles, a Painted Hellenistic Tomb, in Archaeology, XXVII, 1974, pp. 249-259; Ph. Petsas, in The Princeton Encyclopedia of Classical Sites, Princeton 1976, p. 577, s.v.; L. Bacchielli, «Unità di luogo» fra architettura e megalografie nella facciata della grande tomba di Leukadia, in RendLinc, XXXVIII, 1983, pp. 13-37; Ph. Petsas, La genesi del tipo delle tombe «Macedoni», in Alessandria e il mondo ellenistico-romano. Studi in onore di A. Adriani, III, Roma 1984, pp. 744-747; E. A. Mirtsou, M. D. Kesigoglou, K. Michailidis, Ανάλυση χρωμάτων και κονιαμάτων μακεδονικου τάφου της περιοχής Λευκαδιων, in Anthropologika, VIII, 1985, pp. 47-51; F. Papazoglou, Les villes de Macédoine à l'époque romaine (BCH, Suppl. XVI), Parigi 1988, pp. 150-152.