MINDEN

Enciclopedia dell' Arte Medievale (1997)

MINDEN

N.M. Zchomelidse

(Minthun nei docc. medievali)

Città della Germania centro-occidentale (Nordrhein-Westfalen), situata lungo la sponda sinistra del fiume Weser. M. si sviluppò dalla connessione di un villaggio di pescatori, menzionato per la prima volta nel 798 (MGH. SS, I, 1826, pp. 184-185), con la sede vescovile fondata da Carlo Magno nell'800 ca. su un antico guado del Weser. A questi due nuclei iniziali si aggiunse in epoca ottoniano-salica un insediamento mercantile, che si trovava a O dell'area vescovile e del duomo. Nel 977 il vescovo Milone di M. ottenne da Ottone II (973-983) per la propria sede i privilegi regi di mercato, dazio e conio. Nella prima metà del sec. 11° si ebbero tre fondazioni nell'ambito della città: il monastero femminile benedettino di St. Marien, tra il 996 e il 1002 da parte del vescovo Ramwardo; la collegiata di canonici di St. Martin, nel 1029, a opera del vescovo Sigeberto; la fondazione benedettina di St. Mauritius, nel 1042. Entro il 1230 era compiuto lo sviluppo in un'autonoma città organizzata; il vescovo Corrado I (1209-1236) riconobbe espressamente i diritti civici.Nel 1232 è documentata l'esistenza di un ponte in pietra sopra il Weser. Negli anni intorno al 1270-1280, a spese dei cittadini, venne eretta una cinta fortificata con fossato intorno all'area della città, che la separava dagli insediamenti minori dei dintorni. Il centro si accrebbe secondo un progetto regolare sui diversi livelli dei terrazzamenti sul fiume e si suddivise in una città alta e una bassa. La divisione del Weser a formare un isolotto permise in questo punto un facile attraversamento del fiume e fece del sito un centro nodale di due importanti strade commerciali. La crescita della città e il relativo benessere dei suoi abitanti dovuto al commercio si possono cogliere dalla fondazione dello Heilig Geist Hospital presso il mercato, nonché di un lebbrosario davanti al Simeonstor. L'esistenza di una sinagoga nel sec. 14° attesta una comunità giudaica di una certa importanza; non vi era un ghetto separato.La fondazione del vescovado di M. a opera del vescovo Ercamberto avvenne nell'800 sul sito sovrastante il piccolo villaggio di pescatori presso il guado sul Weser. Esso costituiva una delle otto diocesi con le quali Carlo Magno concluse con successo l'evangelizzazione dei Sassoni. La prima chiesa vescovile dovette essere una semplice costruzione lignea, che poco dopo l'800 venne sostituita da un edificio rettangolare in pietra con tetto ligneo, a una navata allungata con coro di forma pressoché quadrata a E. Questo impianto aveva l'ampiezza dell'attuale navata centrale della chiesa, dedicata ai ss. Pietro e Gorgonio, e corrispondeva alla tipologia delle costruzioni ecclesiastiche carolinge in Germania.Nella prima metà del sec. 10°, all'epoca dei vescovi Liutario (913-927) ed Ebregiso (927-950), il corpo longitudinale venne dotato di lunghe e strette navate laterali e di un Westwerk a tre torri, simile a quello del monastero benedettino di Corvey. La consacrazione di questo secondo duomo avvenne nel 952 sotto il vescovo Elmwardo. Il Westwerk aveva al piano inferiore una sala simile a una cripta, divisa in cinque navate, con volte a botte su dodici pilastri; il piano superiore era occupato da una tribuna a due piani che veniva utilizzata anche come chiesa superiore. Il Westwerk era coronato da una possente torre quadrangolare con tribuna. Il patronato di s. Gorgonio risale ai due promotori della nuova costruzione, Liutario ed Ebregiso, che si adoperarono con successo per la traslazione delle reliquie del santo. Nel 1062 un grande incendio rese necessaria la ricostruzione del duomo, che entro il 1071 venne consacrato dal vescovo Eilberto. Egli fece aggiungere un transetto a E, ampiamente sporgente, una campata di coro quadrata con terminazione orientale a tre lati e un atrio a tre arcate su pilastri, antistante il Westwerk; quest'ultimo, alla metà del sec. 12°, perse la sala a pilastri e della sovrastante tribuna vennero sostanzialmente ridotte le dimensioni.All'inizio del sec. 13° la costruzione subì un altro rinnovamento che sostituì alla precedente parte orientale un nuovo transetto più grande con un coro a campata unica e terminazione absidata. Grandiose volte a cupola sulle nuove zone costruite ne determinano l'effetto monumentale. Le pareti del transetto sono articolate in piani e rivelano la loro struttura a doppio involucro, grazie alle arcate e ai passaggi in spessore di muro. Il corpo longitudinale, poco dopo il 1250-1290, venne trasformato in una sala gotica rifacentesi al modello dell'Elisabethkirche di Marburgo. Le grandi finestre con ricco traforo e le slanciate volte costolonate, poggianti su pilastri polistili ampiamente spaziati, fanno del duomo una delle più importanti realizzazioni architettoniche del protogotico in Vestfalia. Nel 1340 ca., con la nuova costruzione dell'abside del coro con andamento poligonale a 5/8 e slanciate finestre a traforo, si concluse la fabbrica del duomo.Sul lato sud era situato il chiostro, della prima metà del sec. 12°, di cui si conservano resti frammentari. Due contrafforti contengono baldacchini con figure. Nella campata occidentale è inserito un portale a figure con le Vergini sagge e le vergini stolte negli stipiti.Nella Schatzkammer si conserva il crocifisso detto di M., manufatto in bronzo, in origine dorato - il perizoma è decorato a niello e i globi oculari di Cristo sono in argento -, risalente al principio dell'11° secolo. Forse questo oggetto è da vedere in rapporto con la celebrazione del Venerdì Santo del vescovo Sigeberto di M. (1022-1036); infatti una funzione liturgica del crocifisso è prevista nell'Adoratio Crucis dell'Ordo missae Sigberti (Wolfenbüttel, Herzog August Bibl., Guelf. 1151 Helmst., cc. 109v-110r). In tal modo i credenti potevano compiere la cerimonia del bacio della croce della liturgia del Venerdì Santo gerosolimitana e romana anche con il crocifisso di Minden.Nello stesso duomo sono anche conservate, divise da colonne, le figure a rilievo dei dodici apostoli, di S. Gorgonio, della Vergine e di Cristo, che un tempo facevano parte del jubé. Lo scultore, un maestro vestfalico attivo tra il 1250 e il 1270 ca., in precedenza dovette anche realizzare i gruppi con figure scolpite nel 'paradiso' delle chiese di Paderborn e di Münster. Dell'arredo della chiesa dovevano fare parte anche le due statue raffiguranti l'Ecclesia e la Sinagoga, databili al 1270 ca., oggi nel Dombaumus., e un trono ligneo, di cui nel 1930 è stato rinvenuto un frammento dello schienale, probabilmente utilizzato per l'incoronazione dell'imperatore Ottone IV, prevista a Brunswick.Frammenti di pitture murali vennero scoperti per la prima volta nel 1938, in occasione dei lavori di rinnovamento del duomo, e si sono potuti datare intorno al 1290. Le parti ritrovate, tuttavia, non hanno permesso conclusioni sull'ampiezza originaria della decorazione.Sul luogo dove oggi sorge la chiesa evangelica di St. Marien fu trasferito intorno al Mille, per volere del vescovo Ramwardo, il monastero benedettino femminile, originariamente ubicato presso il castello di Wittekind. Alla seconda metà del sec. 12° risale la chiesa romanica a croce a navata unica, di cui si sono conservate le volte a crociera nervate nell'attuale navata centrale e nel transetto. Dopo il 1350 avvenne la trasformazione dell'edificio in Hallenkirche a due campate con abside a 5/8; le navate laterali si allinearono dunque con i bracci del transetto.L'antica collegiata dei canonici, St. Martin, venne costruita nel 1170-1190 ca. come basilica a croce con copertura a volte e torre occidentale; nel sec. 14° fu trasformata in Hallenkirche e nel coro, al di sopra degli stalli, vennero realizzate serie di archetti ciechi trilobi di stile protogotico. Nel 1338 fu intrapresa la trasformazione della navata laterale nord e verso il 1360 venne terminata la navata laterale sud con finestre riccamente traforate.

Bibl.:

Fonti. - Ermanno di Lerbeck, Catalogus episcoporum Mindensium und seine Ableitungen, a cura di K. Löffler (Mindener Geschichtsquellen, 1), Münster 1917; Das Mindener Stadtbuch von 1318, a cura di M. Krieg (Mindener Geschichtsquellen, 3), Münster 1931; Des Domherrn Heinrich Tribbe Beschreibung von Stadt und Stift Minden (um 1460), a cura di K. Löffler, Münster 1932.

Letteratura critica. - A. Ludorff, Die Bau- und Kunstdenkmäler des Kreises Minden, Münster 1902; E. Schürenberg, Die Baugeschichte des Domes zu Minden (tesi), Freiburg im Brsg. Univ. 1926; id., Die spätromanischen Bauteile des Mindener Doms, Westfalen 14, 1928, pp. 49-57; W. Rave, Das kurze Joch im Dom zu Minden, ivi, pp. 58-62; A. Fuchs, Entstehung und Zweckbestimmung der Westwerke, Westfälische Zeitschrift 100, 1950, pp. 227-291; D. Kluge, Neuentdeckte Malereien des 12. bis 17. Jahrhunderts in Westfalen, Westfalen 31, 1953, pp. 219-257; P. Leo, Der Apostelfries im Dom zu Minden, Mindener Heimatblätter 27, 1955; S. Fliedner, Der Meister des ehemaligen Mindener Lettners und sein Stil, Minden 1957; D. Kluge, Gotische Wandmalerei in Westfalen 1290-1530 (Westfalen Sonderheft, 12), Münster 1959; P. Leo, H. Gelderblom, Der Domschatz und das Dombaumuseum in Minden, Minden 1961; V. Meinhardt, H. Thümmler, Der Dom zu Minden, München-Berlin 1961; H. Thümmler, Weserbaukunst im Mittelalter, Hameln 1970; K. Ortmanns, Das Bistum Minden in seinen Beziehungen zu König, Papst und Herzog bis zum Ende des 12. Jahrhunderts, Bensberg 1972; Zwischen Dom und Rathaus. Beiträge zur Kunst und Kulturgeschichte der Stadt Minden, a cura di H. Nordsiek, Minden 1977; H. Müller-Asshoff, Die Urkunden der deutschen Könige und Kaiser im Bereich des vormaligen Bistums Minden von 871 bis 961, Mitteilungen des Mindener Geschichtsvereins 50, 1978; H. Maué, Der Dom zu Minden, München-Berlin 1979; J.K. Schröeder, Das Mindener Domschatzinventar von 1683, Münster 1980; S. Kessemeier, J. Luckhardt, Dom und Domschatz zu Minden, Königstein 1982.N.M. Zchomelidse

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