MINOSSE

Enciclopedia dell' Arte Antica (1963)

Vedi MINOSSE dell'anno: 1963 - 1973

MINOSSE (Μίνως Minos)

S. de Marinis

Semileggendario re di Creta, considerato, secondo la tradizione dominante, figlio di Zeus e di Europa. Signore di Cnosso, Festo e Cidonia, ebbe da Posidone il dominio dell'Egeo.

Il mito di M. dalle sue origini preelleniche si svolge fino ad intrecciarsi con elementi dionisiaci e con miti attici (imposizione del tributo di vittime umane per il Minotauro, conseguente impresa di Teseo).

Re, sacerdote e legislatore, diviene, dopo morto, giudice degli Inferi, grazie alle sue grandi doti di giustizia, associato ad Eaco e a Radamante: la prima menzione di ciò appare nella Nèkyia cioè in una parte piuttosto tarda dell'epos omerico.

Un altro mito locale assai tardo è quello che sorge a Megara, mito di carattere eziologico (Minoa è un'isola presso il porto di Megara) che narra della conquista della città da parte di M. mediante il tradimento di Scilla, innamoratasi di lui.

Alla posizione di primo piano e alla complessità dei problemi di ordine storico, mitologico, religioso che si accentrano intorno alla figura di M., fa riscontro la posizione assolutamente secondaria e insignificante che il personaggio occupa in tutta l'arte figurata del mondo classico. Nella serie, invero non abbondante, delle rappresentazioni che lo riguardano, limitate d'altronde solo ad alcuni dei numerosissimi aspetti ed episodi della ricca e multiforme leggenda, M. non appare mai come il protagonista della scena, ma sempre come una figura, talvolta decisamente accessoria, talvolta necessaria all'economia della narrazione, ma tuttavia complementare.

1) Alla scena di lotta fra Teseo e il Minotauro, soggetto piuttosto frequente nella ceramica attica a figure rosse e non assente neppure dalla produzione corinzia, calcidese e attica a figure nere, assistono spesso due o più personaggi, fra cui il re Minosse. Su una idria caicidese al Louvre appaiono, a sinistra del gruppo centrale, due figure femminili ammantate, a destra Arianna e M. (iscrizioni dei nomi), che si presenta come una solenne figura barbata, vestita di chitone e himàtion, e reggente uno scettro o un bastone. La tipologia del personaggio non cambia nel tempo; con identico aspetto si presenta M. per esempio su un cratere durideo ad Atene e su due anfore nolane, una al British Museum (E, 304) e l'altra al Museo Gregoriano Etrusco, nelle quali il gruppo centrale di Teseo in lotta col mostro è affiancato da Arianna e Minosse.

2) All'episodio della nascita del piccolo Minotauro e della conseguente ira di M. contro la colpevole Pasifae e Dedalo suo complice, si riferiscono, tra l'altro, le rappresentazioni su alcune urnette volterrane di epoca ellenistica, che probabilmente prendono spunto dall'illustrazione della perduta tragedia euripidea intitolata I Cretesi. Su uno di questi rilievi vediamo M. che fugge terrorizzato e furente alla vista del piccolo mostro appena nato, in altri appare Pasifae supplice ai piedi di M. che la minaccia con la spada.

Su un cratere àpulo frammentario è rappresentato Dedalo inginocchiato davanti a M. (regalmente abbigliato e con uno scettro nella sinistra): le iscrizioni dei nomi chiariscono il significato della scena, di per sè niente affatto evidente, scena che ritorna simile, ma senza indicazione di nomi su un altro vaso frammentario di Taranto, che sarà perciò, con ogni probabilità, suscettibile della stessa interpretazione.

3) M. nella qualità di giudice degli Inferi, accanto ad Eaco e a Radamante, deve assai facilmente essere riconosciuto su alcune pitture di vasi àpuli, in particolare sulla anfora di Monaco proveniente da Canosa con scena di Oltretomba: a destra dell'edicola centrale che accoglie i sovrani infernali Ade e Persefone, compaiono le tre regali figure dei giudici; è dubbio se debba essere interpretato come M. il personaggio di sinistra riccamente abbigliato con abiti e acconciatura orientali, oppure quello centrale semipanneggiato e solennemente assiso su una specie di trono, con uno scettro in mano. Ma per l'identificazione di tali figure bisogna tener presente che in rappresentazioni analoghe, come per esempio in quella di un'anfora àpula da Altamura a Napoli, dove tutte le figure sono designate dall'iscrizione del nome, M. manca ed il suo posto è preso da Trittolemo che in veste orientale seduto in trono con uno scettro in mano appare come il più a sinistra del gruppo dei tre.

4) Un quadro della Casa pompeiana dei Dioscuri ha per soggetto un episodio della leggenda di Scilla e M.: vi appare la fanciulla che entra accompagnata dalla nutrice in una ricca sala a colonne; ha in mano il ricciolo fatale tagliato al padre Niso e si appresta a consegnarlo a M.; questi ha l'aspetto di un giovane imberbe; seminudo, coperto solo da un mantello drappeggiato attorno ai fianchi, è assiso su un seggio a spalliera e poggia i piedi su una specie di largo sgabello o pedana e tiene una lunga lancia nella sinistra. Lo stesso soggetto si è voluto talvolta, assai ipoteticamente, riconoscere in una pittura della Domus Aurea (Reinach, Rép. Peint., 168, 2).

5) La testa maschile barbata, iconograficamente non dissimile da quella di uno Zeus, che appare su monete di numerose città cretesi, è stata prevalentemente interpretata come riferentesi a Minosse.

Vanno tenuti presenti inoltre alcuni tentativi (peraltro assai ipotetici e discutibili) di identificare rappresentazioni di M. nell'arte cretese (J. Forsdyke, Minos of Crete, in Journal of the Warburg and Courtauld Institutes, xv, 1952, p. 13 ss.).

Monumenti considerati. - Idria calcidese (Louvre F 18): A. Rumpf, Chalkidische Vasen, tav. xxvi. Cratere durideo ad Atene: S. Reinach, Rép. Vas., i, 509; J. C. Hoppin, Red-fig., i, 277, 44. Anfora nolana del British Museum (E, 304): C. H. Smith, Cat. of the Vases in the Br. Mus., iii, p. 220. Anfora nolana al Museo Gregoriano Etrusco: S. Reinach, Rép. Vas., ii, 81. Urnette volterrane: G. Körte, I ril. delle urne etr., ii, i, tav. 38 ss. Cratere àpulo: C.V.A., Pays Bas, ii, Db, tav. iv, i. Anfora àpula con M. giudice con Dedalo: S. Reinach, Rép. Vas., i, 258. M. e Scilla dalla Casa dei Dioscuri: W. Helbig, 1377; 8. Reinach, Rép. Peint., 213, 2.

Bibl.: G. Körte, I rilievi delle urne etrusche, II, i, Berlino 1890, p. 79 ss., tav. XXXVIII ss.; W. Helbig, in Roscher, II, 2, 1894-97, c. 2993 ss., s. v. (che dà l'elenco pressoché completo delle rappresentazioni figurate); A. B. Cook, Zeus, Cambridge 1927, passim; Poland, in Pauly-Wissowa, XV, 1931, c. 1890 ss., s. v.

(S. De Marinis)

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