MISURATORI di lastre

Enciclopedia Italiana (1934)

MISURATORI di lastre

Gilberto Bernardini

Nelle ricerche spettroscopiche, come nelle applicazioni della spettroscopia per quel largo dominio delle frequenze dove è possibile l'uso dei metodi fotografici, ha un'importanza essenziale la determinazione esatta della posizione di una riga su una lastra o meglio di una riga in un determinato intervallo di spettro, in quanto questa determinazione è sempre indispensabile quando si voglia fare una misura precisa di lunghezza d'onda. In genere in tali misure si richiede d'individuare la posizione della riga con una precisione dell'ordine di 0,001 mm. e quindi per l'osservazione delle righe si ricorre a un microscopio sul cui portaoggetti viene fissata la lastra da esaminare. Questo portalastre viene poi montato su una vite micrometrica provvista di testa graduata, il cui passo è in genere di 1 mm. Un apparecchio così costituito è in sostanza un misuratore di lastre.

Nell'eseguire effettivamente le misure occorre naturalmente tenere conto con apposite tarature dei quasi inevitabili difetti (periodici e progressivi) della vite micrometrica e, dove sia possibile, delle molteplici cause d'errore insite nell'uso stesso delle lastre alla gelatina, come il cosiddetto effetto Ross (contrazione non uniforme delle parti impressionate e di quelle non impressionate durante il prosciugamento) o la sovraesposizione e soprattutto la struttura granulare della gelatina sensibile.

A quest'ultima causa si deve anzi la necessità, specialmente per righe d'intensità debole, di un esame cauto e progressivo delle lastre. Una volta sviluppata una negativa, la si osserva con una lente d'ingrandimento, o meglio coi microscopî binoculari appositamente costruiti a questo scopo. Essi hanno un ingrandimento moderato (da 3 a 5) e un ampio campo visivo e si prestano in particolare per individuare la posizione delle righe, posizione che spesso, per le righe deboli, si contrassegna con una sottile incisione sulla gelatina.

Dopo ciò si passa all'uso del misuratore vero e proprio, che ha un microscopio di più forte ingrandimento (da 8 a 30) e che, come già si è detto, ha un portalastre montato su una vite micrometrica.

Come reticolo nell'oculare si usano spesso due fili paralleli posti a una tale distanza da racchiudere fra essi l'immagine di una riga anche se molto intensa. In generale la vite micrometrica ha una grossa testa divisa in millesimi di millimetro.

L'effettiva individuazione di una riga su una lastra si fa poi ricorrendo in generale a uno spettro di confronto ricco (nella regione spettroscopica considerata) di righe già esattamente determinate (p. es., lo spettro del ferro per il visibile e l'ultravioletto); spettro la cui immagine si ottiene, sovrapponendolo sulla lastra stessa a quello che c'interessa e proiettando sulla fenditura dello spettroscopio la sorgente capace di emetterlo insieme con quella il cui spettro è in esame. Naturalmente la lastra viene osservata ponendo il campo visivo del microscopio dove i due spettri si giustappongono.

Un altro tipo di misuratori di lastre è costituito dagli spettrocomparatori che vengono usati nelle ricerche di astrofisica. Qui si tratta in generale di confrontare lo spettro di una stella con quello di un'altra situata nella regione del cielo a cui la lastra si estende, e poiché le righe degli spettri delle stelle si riducono alle immagini puntiformi, date dalle diverse frequenze, della stella stessa (naturalmente non si usano fenditure), occorre generalmente misurare le due distanze relative alle due coordinate della lastra stessa.

Per questo negli spettrocomparatori si hanno due viti micrometriche che determinano due movimenti del portalastra fra loro perpendicolari. In questi, come nei misuratori normali, la lettura delle lastre è agevolata da dispositivi di vario genere, che la rendono un po' più comoda e meno noiosa.