MITRAGLIATRICE

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

MITRAGLIATRICE (XXIII, p. 477)

Alberto Baldini

In questi ultimi anni si è rafforzata presso tutti gli eserciti la tendenza a differenziare i tipi di mitragliatrici a seconda del loro impiego, ad avere cioè un tipo leggiero o fucile mitragliatore atto a seguire gli scaglioni mobili di fuoco, e un'arma più potente e quindi più pesante idonea come arma d'appoggio.

Il fucile mitragliatore ha sostituito presso molti eserciti la mitragliatrice leggiera; mentre la mitragliatrice pesante, migliorata dopo la guerra 1914-18 nelle sue qualità balistiche (aumento di calibro, velocità iniziale, gittata, precisione e penetrazione) costituisce la nuova arma di appoggio. L'aumentato calibro ha consentito anche l'adozione di un munizionamento speciale che non si era potuto realizzare con i calibri minori.

Oltre al fucile mitragliatore Breda modello 1930, è attualmente in dotazione nell'esercito italiano anche la mitragliatrice Fiat modello 1935 (v. fig.).

Le caratteristiche di quest'arma sono: calibro mm. 8, velocità iniziale m. 760 al secondo, celerità 400÷600 colpi al minuto, gittata 5200 circa; raffreddamento ad aria, alimentazione a nastro metallico ad elementi scomponibili. Peso dell'arma kg. 17. Nel complesso, è una arma semplice e robusta, capace di sviluppare un volume di fuoco potente e distruttore. Impiega quattro tipi di cartucce: ordinarie, d'aggiustamento, traccianti e perforanti; la cartuccia perforante è capace di attraversare una piastra di acciaio di mm. 2 alla distanza di 1700 m., il che consente alla mitragliatrice di essere impiegata efficacemente contro carri armati leggieri e postazioni blindate.

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