MOCENIGO

Enciclopedia Italiana (1934)

MOCENIGO

Giuseppe Pavanello

I Mocenigo, detti anche Moysolini, sarebbero stati secondo alcuni dei tribuni antiqui di Aquileia, secondo altri degli agricoltori o commercianti di Lombardia; nell'uno e nell'altro caso sarebbero venuti a stabilirsi in Venezia da Musestre. Ma questo castello dei Franchi presso Altino e piazza di mercato sul Sile concessa dagli Ottoni ai Candiani, passato quindi in feudo ai Collalto, non li ha ospitati probabilmente mai. Comunque, essi non avrebbero fissato la loro dimora in Venezia prima del 1000. Si divisero presto in diversi rami, come il ramo dalle Zogie, quelli di Casa vecchia e di Casa nuova, dal più antico e dal più recente dei loro quattro palazzi sul Canal Grande.

I M. contano ben sette dogi, dei quali quattro dello stesso nome Alvise. Alvise I (1570-1577) rappresenta un periodo della guerra di Cipro, misto di sventure e di fortune come la perdita di Cipro e la vittoria di Lepanto; Alvise II (1700-1709) volle la vana neutralità durante la guerra di successione spagnola; Alvise III, detto anche Sebastiano (1723-1732), la neutralità durante la successione di Parma e di Toscana. Per Alvise IV, Andrea e Giovanni v. sotto.

La famiglia conta anche soldati, diplomatici, ecclesiastici, uomini di studio in gran numero. Oltre a Lazzaro, l'eroe dei Dardanelli, un Andrea capitano del Golfo nel 1421, un Giovanni segnalatosi nella giornata di Lepanto, Luigi Leonardo, vittorioso più volte dei Turchi, maestro di Francesco Morosini, che gli succedette nel comando; sono anche da ricordarsi un Lazzaro, che lasciò una interessante relazione su Urbino, Piero che fu ambasciatore a Roma nel 1571, Marcantonio, caro a Sisto V che lo creò vescovo di Ceneda (1585) e Filippo, oratore a Emanuele Filiberto e poi arcivescovo di Nicosia; Giovanni, numismatico di grande valore, Leonardo allievo del Sarpi e Giovanni, che oscurò la sua buona fama, consegnando nelle mani del Santo Uffizio Giordano Bruno (1592). Da Giovanni e Niccolò, fratelli del doge Alvise I, derivano i due rami dei Mocenigo di San Samuele e dei Mocenigo di San Stae (Sant'Eustacchio) tuttora fiorenti.

Bibl.: M. Barbaro, Genealogia, ms.; M. Sanudo, Vite dei dogi, in R. I. S., n. ed. curata dal Monticolo, p. 34; S. Romanin, Storia di Venezia, passim; M. Foscarini, Della letteratura veneziana, passim; F. Stefani, in Litta, Famiglie celebri italiane, VII.

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