Mondi possibili

Enciclopedia della Scienza e della Tecnica (2008)

mondi possibili

Claudio Pizzi

La nozione di mondi possibili si fa risalire storicamente a Gottfried Wilhelm Leibniz, che intendeva i mondi possibili come idee nella mente di Dio. Nella metafisica di Leibniz il mondo attuale è uno dei molteplici mondi possibili e, dal punto di vista di Dio, il migliore dei mondi possibili. Nel 1947 Rudolf Carnap riprendeva questa nozione per associare una semantica al più forte dei sistemi modali allora conosciuti (il sistema S5). In tal modo si preparava il terreno alla svolta tecnica e concettuale che negli anni Cinquanta del secolo scorso sarebbe stata introdotta dalla cosiddetta semantica relazionale, nota anche come semantica di Kripke o semantica a mondi possibili. In questa teoria la necessità di una proposizione p coincide con la verità di p in tutti i mondi che sono possibili relativamente a un mondo dato. Le diverse proprietà della relazione tra mondi – detta relazione di accessibilità – sono rispecchiate dalle differenze sintattiche tra i sistemi modali: possono essere proprietà come la riflessività, la transitività ecc., corrispondenti ad assiomi propri dei vari sistemi di modalità logiche, ma possono anche essere tali, per es., da ammettere un ordinamento interno di somiglianza, come si richiede nella logica dei condizionali controfattuali. In termini di relazioni fra mondi si possono identificare classi specifiche di mondi possibili, come quella dei mondi fisicamente possibili (in cui valgono le leggi fisiche) o dei mondi deonticamente perfetti (in cui viene applicato un dato codice morale). L’impiego della nozione di mondi possibili è diventato sistematico nella filosofia analitica più recente, come si evince dalle discussioni sul problema mente-corpo o sul concetto di sopravvenienza (supervenience). Si può dire, per es., che se le proprietà psicologiche sono globalmente sopravvenienti su quelle fisiche, allora due mondi possibili che sono indistinguibili per le proprietà fisiche lo sono pure per le proprietà psicologiche. Del resto la stessa discussione sullo status ontologico dei mondi possibili è diventato patrimonio della filosofia contemporanea, avendo fatto emergere le divergenze tra concettualisti come Saul Kripke (mondi possibili come costrutti mentali), nominalisti come Bas van Fraassen (mondi possibili come insiemi di enunciati consistenti), e realisti come David K. Lewis (mondi possibili come enti reali popolati da ‘controparti’ di enti presenti in un mondo dato). Una quarta corrente è quella degli attualisti come William Lycan e Alvin Plantinga, che oppongono al realismo modale l’idea secondo cui i mondi possibili sono costrutti derivati dall’unico mondo dotato di realtà, che è il mondo attuale.

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