MONMOUTH, James Scott, duca di

Enciclopedia Italiana (1934)

MONMOUTH, James Scott, duca di

Luigi Villari

Pretendente al trono d'Inghilterra. Nato a Rotterdam (Olanda) il 9 aprile 1649, era figlio illegittimo di Carlo II e di Lucy Walters, e visse varî anni a Parigi sotto la tutela di lord Crofts, di cui per alcuni anni assunse il nome. Dopo la restaurazione, Carlo lo chiamò presso di sé, e nel 1663 lo creò barone Tyndale, conte di Doncaster, duca di Monmouth e cavaliere della Giarrettiera. Nel 1665 sposò Anna contessa di Buccleugh, assunse il cognome di Scott (quello della famiglia dei Buccleugh), e fu creato anche duca di Buccleugh. Si è preteso che Carlo avesse sposato la Walters o almeno che avesse legittimato il M., ma non ne esiste alcuna prova, e il re stesso lo negò due volte. Ma poiché Carlo non aveva figli legittimi maschi e la successione sarebbe passata a suo fratello Giacomo, duca di York, che era cattolico, il partito protestante cominciò ad appoggiare le pretese del M. che era di questa religione. Nel 1679 gli amici di Giacomo indussero il re ad esiliare il M., il quale si recò in Olanda; ivi avvicinò Guglielmo d'Orange, marito di Maria, figlia di Carlo e quindi possibile successore al trono inglese nel caso che Giacomo ne venisse escluso come cattolico. Il M. tornò poi in Inghilterra, e il re lo lasciò indisturbato. Egli cercò quindi di crearsi una base per una futura azione nelle contee dell'ovest, e fu anche coinvolto nella congiura detta di Rye House, ma sebbene i suoi complici fossero giustiziati, egli rimase impunito. Avendo egli tentato invano di riconciliarsi col re e con Giacomo, si rifugiò di nuovo in Olanda.

Morto Carlo nel 1685, gli successe Giacomo II senza opposizione, e il M. trattò con i profughi inglesi e scozzesi in Olanda, per un tentativo contro di lui. Il 2 maggio il conte di Argyll si imbarcò per la Scozia e il M. partì il 24 con tre navi per l'Inghilterra, ma giunse solo l'11 giugno a Lyme Regis (Dorsetshire). Il M. ebbe dapprima buona accoglienza, assunse il comando delle forze protestanti nel regno, e dichiarò che avrebbe lasciato la decisione circa la successione al trono a un libero parlamento. In seguito però si fece proclamare re il 20 giugno, e con un corpo di 7000 uomini avanzò su Bristol. L'Argyll, che era sbarcato in Scozia, vi fu sconfitto, il M. scontratosi con le truppe regie a Sedgmoor il 5 luglio, subì la stessa sorte. Si era battuto con coraggio, ma poi fuggì, prima della fine della battaglia, e fu catturato a Ringwood l'8 luglio. Scrisse una lettera umilissima di sottomissione al re, chiedendogli un colloquio, che gli fu concesso. Ma l'essersi proclamato re gli fu fatale, e malgrado che avesse firmato una lettera esprimente il suo pentimento e confermante che suo padre aveva negato, anche in privato, d'avere sposato la Walters, non gli fu concessa la grazia, e fu giustiziato il 13 luglio 1685. Le popolazioni dell'ovest, che lo avevano accolto con fervore per le sue simpatiche qualità personali, ne pagarono il fio, soprattutto per le atroci rappresaglie inflitte loro dal giudice Jeffreys alle terribili assise, dette del sangue, nel Devonshire e nel Dorsetshire. Discendenti del M. sono gli attuali duchi di Buccleugh.

Bibl.: G. Robert, Life, Progress and Rebellion of James, Duke of Mommouth, voll. 2, Londra 1844; vita del M., in Complete Peerage of England, nuova ed., Londra 1921, III, pp. 365-387.