BIANCO, MONTE

Enciclopedia Italiana - I Appendice (1938)

BIANCO, MONTE

Renato CHABOD

Esplorazione (VI, p. 875). - Il Monte Bianco rappresenta indubbiamente la più grande palestra dell'alpinismo occidentale; talune delle sue vie di salita si devono considerare - quando all'elemento della difficoltà tecnica, spesso grandissima, si aggiungano quelli dell'altitudine e della lunghezza della via - come le più formidabili delle Alpi. Se la via normale da Chamonix, per i Grands Mulets, il Grand Plateau e le Bosses, per quanto lunga, non offre alcuna difficoltà, le vie dal versante italiano presentano tali varietà, difficoltà, interesse alpinistico e grandiosità, da non temere rivali. Ai 44 itinerarî registrati sino al 1930 sono ora da aggiungere i tre aperti da T. Graham Brown nell'estate 1933. Di essi segnaleremo brevemente i più difficili e grandiosi.

Versante della Brenva. - La prima ascensione viene comunemente attribuita a A. W. Moore, F. e H. Walker, G. S. Mathews, con M. e J. Anderegg il 15 luglio 1865, per quanto sia assai probabile che sette guide italiane di Courmayeur l'avessero già percorso anteriormente, nel settembre 1854. È il primo itinerario del Monte Bianco completamente italiano: si svolge lungo lo sperone di roccia e ghiaccio che dal Colle della Brenva scende verso est sul ghiacciaio omonimo (itinerario 12, con deviazione finale verso il Colle della Brenva. Tra le numerose varianti sono particolarmente notevoli quelle Coolidge (it. 12. W. A. B. Coolidge con C. e U. Almer e C. Gertsch, il 15 luglio 1870) e Güssfeldt (P. Güssfeldt, con E. Rey, L. Croux e M. Savoye, il 16 agosto 1892).

Tuttavia, nemmeno la variante Coolidge risolveva il problema di una salita diretta al M. Bianco dal ghiacciaio della Brenva: esso fu risolto parzialmente l'8 luglio 1901 da Ettore Allegra, con L. Croux e A. Brocherel, i quali, abbandonata la via Moore all'altezza di m. 4000 all'incirca e spostatisi notevolmente verso il centro della parete, raggiunsero la vetta con un itinerario abbastanza diretto, almeno nell'ultimo tratto; ma soluzione definitiva venne solo con le salite di F. S. Smythe e T. Graham Brown, i quali aprirono le seguenti vie direttissime:

via "della Sentinella" (F. S. Smythe e T. Graham Brown, 1-2 settembre 1927);

via del M. Bianco di Courmayeur (gli stessi, 6-7 agosto 1928);

via "della Pera" (T. Graham Brown, con A. Graven e A. Aufdenblatten, 5 agosto 1933).

Cresta di Peuterey (erron. Pétéret: "Peuterev" = luogo paludoso dove vi è molto fango, in dialetto vald. "peuita, paouta", come è appunto la località in cui si trovano i casolari di Peuterey, dai quali è derivato il nome del formidabile contrafforte, che, partendo dal fondo della Valle Veni, raggiunge la vetta del Bianco attraverso le Aiguilles Noire e Blanche de Peuterey ed i loro satelliti, M. Noir e M. Rouge, Dames Anglaises, Punta Gugliermina). - Il primo percorso integrale del contrafforte, ad eccezione delle Dames Anglaises e Punta Gugliermina, venne realizzato solo nel 1934 (28-31 luglio) da A. Göttner, L. Schmaderer e F. Krobath: però sotto il nome di "cresta di Peuterey" si intendeva e si intende comunemente designare la salita al M. Bianco attraverso l'Aiguille Blanche de Peuterey, salita compiuta per la 1ª volta - unitamente alla 1ª ascesa del versante della Brenva dell'Aiguille, Blanche (it. 11) - da P. Güssfeldt con E. Rey, C. Klucker e C. Ollier, 14-16 agosto 1893. Dalla vetta della Blanche l'itinerario scende al Colle di Peuterey arrampicandosi successivamente lungo la grande cresta del Pilone d'angolo, che s'innalza per circa 800 m. dal colle alla vetta del M. Bianco di Courmayeur. È questa la più bella e la più classica delle grandi vie del M. Bianco e delle Alpi Occidentali; attualmente non si segue più l'itinerario dei primi salitori, ma, partendo dalla capanna Gamba, si raggiunge la Brèche Nord delle Dames Anglaises e di lì la vetta dell'Aiguille Blanche per cresta, girando solo la Punta Gugliermina (it. ii bis). Questo nuovo itinerario è stato facilitato notevolmente dalla costruzione del bivacco fisso del C.A.A.I. alla Brèche Nord delle Dames Anglaises, il quale evita l'addiaccio al Colle di Peuterey.

Cresta dell'Innominata. - La prima ascensione fu compiuta da S.L. Courtauld e E. G. Olivier, con A. e E. Rey e A. Aufdenblatten, il 20 agosto 1919, girando in parte le difficoltà della cresta nell'ultimo tratto; due notevoli varianti vennero trovate da G. B. e G. F. Gugliermina e F. Ravelli, con L. Proment (1-2 agosto 1921) e da T. Graham Brown, con A. Aufdenblatten (9 agosto 1933). Inferiore, per grandiosità, alla precedente, questa via ha la caratteristica di salire al M. Bianco, la montagna dei ghiacciai per eccellenza, senza toccarne uno solo (it. 10).

Cresta del Broillà (erron. Brouillard: "Broillà" = raccolta di "breuil", vecchio nome locale che sta ad indicare un piano lacustre o paludoso, percorso da uno più rigagnoli o torrenti: il vasto piano del Lago di Combal, verso il quale è diretto il contrafforte, costituisce appunto un tipico "Broillà"). - Per cresta di Broillà come via di salita al Bianco si intende solo il tratto superiore del contrafforte, dal Colle Emilio Rey alla vetta, escluso il lunghissimo tratto inferiore dal colle stesso al fondo valle (M. Broillà, Aiguilles Rouges de Broillà): sola cima da attraversare è dunque il Picco Luigi Amedeo (m. 4472), raggiunto direttamente dal ghiacciaio del M. Bianco nella prima sua ascensione e della cresta (G.B. e C.F. Gugliermina, con J. Brocherel dal 18 al 20 luglio 1901, compiendo due bivacchi; it. 7). K. Blodig, H. O. Jones e G. W. Young con J. Knubel il 9 agosto 1911 salirono il Picco Luigi Amedeo dal Colle Emilio Rey; mentre la via Gugliermina non venne più ripetuta, le cordate seguono ora la seconda via, partendo dalla capanna Q. Sella ai Rochers del M. Bianco (it. 7 a).

Tra queste vie, tutte sul versante italiano, la più bella è sempre quella della cresta di Peuterey: tecnicamente più difficili sono la via della Brenva al M. Bianco di Courmayeur (del 1928), la via "della Pera" e la variante Graham Brown alla via dell'Innominata (entrambe del 1933).

L'esplorazione del M. Bianco si può ormai dire compiuta; del pari, sono stati risolti quasi tutti i problemi che ancora rimanevano nell'intero gruppo, con larga partecipazione alle maggiori imprese degli alpinisti italiani, i quali, arrivati piuttosto tardi nella lotta per la conquista delle grandi cime, hanno tuttavia in questi ultimi anni notevolmente intensificato la loro attività, in modo da controbilanciare validamente le salite compiute da arrampicatori stranieri.

Fra le più grandi imprese compiute in questi ultimi tempi nel gruppo sono da ricordare:

1924 - 1ª asc. del Grand Capucin: E. Augusto con A. ed E. Rey e L. Lanier.

1927 - 1ª asc. della cresta des Hirondelles alle Grandes Jorasses: F. Ravelli, G. A. Rivetti, G. Gaia, S. Matteoda con A. Rey e A. Chenoz.

1ª asc. cresta Nord dell'Aiguille de Leschaux: F. Ravelli, G.A. Rivetti, G. Gaia con A. Rey e A. Chenoz.

1928 - 1ª asc. parete Nord dell'Aiguile Noire de Peuterey: G. A. Rivetti con A. Rey e A. Chenoz.

1ª asc. della Vierge delle Dames Anglaises: A. Cretier, L. Binel.

1ª asc. diretta della parete del Nant Blanc all'Aiguille Verte: A. Charlet e C. Devouassoux.

1929 - 1ª asc. parete Sud del M. Maud;: A. Cretier, L. Binel, R. Chabod.

1ª asc. parete Nord-Est del M. Blanc du Tacul: F. Ravelli, P. Filippi, P. Ghiglione.

1930 - 1ª asc. parete Sud-Est del M. Blanc du Tacul: R. Chabod, G. Boccalatte-Gallo, G. Antoldi, P. Ghiglione, M. Gallo.

1ª asc. cresta Sud dell'Aiguille Noire de Peuterey: K. Brendel, H. Schaller.

1931 - 1ª asc. parete Nord dell'Aiguille du Triolet: A. Roch, R. Greloz.

1ª asc. del versante d'Argentière delle Droites: J. Lagarde, B. Arsandaux.

1932 - 1° percorso (in discesa) parete Nord dell'Aiguille du Dru: A. Roch, R. Greloz.

1ª asc. parete Sud dell'Aiguille Noire de Peuterey: A. Cretier B. Ollietti.

1933 - 1ª asc. parete Nord dell'Aiguille Blanche de Peuterey: R. Chabod, A. Crivel.

1ª asc. parete Nord dell'Aiguille de Trelatête: F. Ravelli, G. A. Rivetti, G. Gaia con A. Chenoz.

1934 - 1ª asc. direttissima per il canalone Nord-Est del M. Blanc du Tacul: R. Chabod, G. Gervasutti.

1934 - 1° percorso integrale della Cresta di Peuterey (v. ivi).

1935 - 1ª asc. della parete Nord delle Grandes Jorasses: R. Peters e M. Nieyer, seguiti a un sol giorno di distanza dagli italiani R. Chabod e G. Gervasutti.

1ª asc. della parete nord dell'Aiguille du Dru: P. Allain, R. Leininger.

1ª asc. della parete ovest dell'Aiguille Noire de Peuterey: G. Boccalatte e N. Pietrasanta.

1936 - 1ª asc. della parete Sud-Ovest dell'Aiguille Blanche de Peuterey: G. Boccalatte e N. Pietrasanta.

Direttissima al Mont Blanc du Tacul per il contrafforte orientale: G. Boccalatte e N. Pietrasanta.

1ª salita integrale della cresta di Tronchey alle Grandes Jorasses: T. Gilberti con E. Croux.

1937 - Direttissima sulla parete Sud-Est della P. Bich dell'Aiguille Noire de Peuterey: gli alpieri Sandri, Perenni, Chiara e Stenico.

1ª asc. della parete Nord del M. Grueita: G. Boccalatte, E. Castiglioni, T. Gilberti.

1ª asc. dello sperone Nord-Est delle Droites: Ch. Authenac con F. Tournier.

Bibl.: M. Kurz, Guide de la chaîne du M. Blanc, nuova ed. riv. della vecchia guida omonima di L. Kurz, Losanna 1935; J. Lagarde, Mont Blanc-Tour Ronde, Parigi 1930 (Guides Vallot), entrambe con bibl. per ogni itinerario indicato. Per le ultime salite dal versante della Brenva: Alpine Journal (Londra), XLV, n. 247 (nov. 1933); per le grandi imprese sopra elencate v. le ultime annate della Riv. Mens. del C.A.I. e di "Alpinisme", organo uff. del G.H.M. (Parigi).

Ottime le carte: svizzera, di Barbey-Imfeld-Kurz, (1 : 50.000) e le tavolette dell'Istituto Geogr. Milit. Italiano, del 1930-31 (1 : 25.000), nonché la nuova carta 1 : 50.000 del T.C.I.

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