Montesquieu, Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di

Dizionario di Storia (2010)

Montesquieu, Charles-Louis de Secondat, barone di La Brede e di


Montesquieu, Charles-Louis de Secondat, barone di La Brède e di

Filosofo francese (La Brède, Bordeaux, 1689-Parigi 1755). Dopo la laurea in giurisprudenza a Bordeaux, divenne prima consigliere e poi presidente (dopo la morte del padre nel 1716) del Parlamento della città. Nel 1721 uscirono anonime, ad Amsterdam, le sue Lettres persanes. Quest’opera, che ebbe uno straordinario successo, narra in forma epistolare un viaggio in Europa di due persiani, al cui sguardo distaccato di osservatori stranieri si mostrano con nettezza i costumi, gli istituti, le credenze della società francese del tempo, ossia del periodo della Reggenza. L’atteggiamento è critico e il tono è satirico: le istituzioni risultano invecchiate, i costumi irragionevoli, le credenze infondate. Dopo il soggiorno a Parigi (1721-25) intraprese numerosi viaggi in Europa, occupandosi di geografia, economia e dei costumi dei Paesi visitati. Nella sua opera maggiore, De l’esprit des lois (1748), M. ha innovato profondamente la tipologia dei governi rispetto alla classificazione aristotelica. Egli distingue tre tipi di governo: repubblicano, monarchico, dispotico. Nel governo repubblicano il potere appartiene al popolo o almeno a una parte di esso; in quello monarchico a uno solo, che lo esercita però secondo leggi stabilite; nel governo dispotico appartiene pure a uno solo, ma senza leggi né freni. Il governo repubblicano può essere democratico o aristocratico. Nella democrazia il popolo è a un tempo sovrano e suddito. Principio della democrazia è la virtù, intesa come amore della patria e della eguaglianza. La democrazia deve essere rappresentativa e non diretta; la democrazia diretta è la degenerazione della democrazia, perché corrompe lo spirito di eguaglianza massimizzandolo in esigenza di eguaglianza estrema. L’eguaglianza di cui parla M. non è dunque livellatrice ma moderata, implicante differenze. L’aristocrazia si basa sulla distinzione tra nobili e popolo: i nobili formano un corpo con propri interessi, che reprime il popolo. Nella monarchia e nel dispotismo il governo appartiene a uno solo; ma nella monarchia il governo è saggio e temperato, nel dispotismo si ha al contrario il puro arbitrio, la forza bruta. La monarchia si basa sull’onore, il dispotismo sulla paura: il dispotismo è dunque la peggiore forma di governo. Quando M. parla di monarchia, si riferisce a due modelli: il governo costituzionale inglese e la monarchia francese. In entrambi i casi si hanno quella divisione del potere, quella presenza di forze sociali con poteri propri, che costituiscono la migliore garanzia dell’autonomia del cittadino: in Inghilterra il potere appartiene alle due camere e al monarca che si equilibrano a vicenda; in Francia si hanno i corpi intermedi formati dall’aristocrazia, dai parlamenti (i tribunali), dalle amministrazioni delle città, limitanti il potere monarchico.

CATEGORIE
TAG

Democrazia diretta

Giurisprudenza

Aristocrazia

Inghilterra

Amsterdam