Mosca

Enciclopedia Italiana - VII Appendice (2007)

Mosca

Alessandro De Magistris

Capitale della Federazione Russa. A una stima del 2005 la popolazione risultava pari a 10.407.000 abitanti. Sul piano urbanistico e architettonico, per M. gli anni 1985-1990, pur ricchi di aperture, erano stati caratterizzati da una sostanziale continuità con il sistema sovietico, dominato dalla centralità dell'intervento statale. Con la dissoluzione dell'URSS ha invece preso avvio una fase di radicali trasformazioni, innescate dall'apertura al mercato e da provvedimenti legislativi tesi a privatizzare il settore abitativo e a rendere possibili forme di investimento immobiliare. Si è trattato di una vera e propria rivoluzione urbana, che ha visto la comparsa di nuovi operatori accanto a quelli pubblici tradizionali, e una radicale riconfigurazione delle strutture e delle attività progettuali, ormai sottratte al monopolio delle grandi agenzie di Stato. Con l'abbandono (1990) del progetto di piano per M. elaborato nel 1989, criticato come troppo restrittivo e incapace di affrontare una situazione in rapida evoluzione, l'attività di pianificazione, che si appoggia su una nuova legislazione (Costituzione della Federazione Russa approvata nel 1993, nuovo codice urbanistico federale ecc.) ha assunto connotati di maggiore flessibilità e si è incentrata su progetti (anche a partecipazione privata) volti alla riqualificazione di singole parti del territorio urbano. Tali indirizzi sono riassunti nel nuovo piano generale di sviluppo (1999), conosciuto come 'Mosca 2020'. Accanto a grandi interventi infrastrutturali, come le nuove stazioni della metropolitana, la monorotaia e il nuovo anello autostradale esterno, nell'arco di un quindicennio M. ha conosciuto un poderoso processo di rinnovamento che ha investito l'intera città a partire dal suo nucleo centrale. Effetti tangibili ne sono stati la crescente terziarizzazione, la proliferazione e la riqualificazione delle attività commerciali e infine la forte riduzione della coabitazione, strutturale sino all'epoca staliniana e ancora rilevante negli anni Ottanta.

È nell'ambito del settore terziario (in particolare banche, show-rooms, grandi magazzini) e in quello delle residenze di pregio che possono essere individuati gli episodi caratterizzanti degli attuali indirizzi dell'architettura moscovita, indissociabili dal rinnovamento di una produzione della quale sono diventate parte significativa le imprese private, anche estere. Tali indirizzi sono segnati dal confronto tra gli atteggiamenti maggiormente innovativi, attenti alle sollecitazioni internazionali, e un dominante eclettismo di impronta commerciale, che comprende sia l'attualizzazione - spesso superficiale - di temi derivanti dalla ricchissima vena stilistica dell'Art nouveau russa(Modern), interprete dello slancio capitalistico della città nei primi anni del Novecento, sia il richiamo all'architettura dell'epoca staliniana, in particolare ai grattacieli postbellici. Tra i protagonisti vanno segnalati due architetti nati a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta: A. Skokan, direttore dello studio Ostoženka (creato nel 1989) che ha rappresentato una delle prime strutture professionali private della Russia postcomunista e che ha progettato, in collaborazione con due studi finlandesi, una delle migliori realizzazioni moscovite degli anni Novanta, la Meždunarodnyj Moskovskij Bank-International Moscow Bank (1991-1994); e M. Chazanov, direttore dello studio Kurortproekt, a cui si devono la trasformazione in Centr Sovremmennogo Iskusstva-National-Centre for Contemporary Arts (2001-2004) di una fabbrica di attrezzature teatrali dei primi del Novecento e il progetto di una delle torri del futuro centro direzionale di Mosca. Accanto a essi vanno citati alcuni esponenti della nuova generazione, già saldamente inseriti nella scena architettonica, come Ju. Grigorian e A. Pavlova, fondatori (1999) dello studio Proekt Meganom, a cui si deve la conversione in entertainment center (2004) della tipografia in stile Modern del quotidiano Utro Rossii (F. Šechtel´, 1909).

Altro aspetto caratterizzante le recenti trasformazioni del centro urbano è il rinnovamento monumentale che ha rimodellato intere parti della città storica; si pensi ai grandi centri commerciali nelle aree in prossimità della Piazza Rossa. In questa cornice può essere collocato il recupero dello straordinario patrimonio di edifici Modern che, per la localizzazione (generalmente centrale) e per le qualità tipologiche e formali, ha rappresentato inevitabilmente, con molti degli edifici dell'epoca staliniana, un terreno propizio per lo sviluppo del nuovo mercato immobiliare. Sono state inoltre sistematicamente ripristinate le tracce del passato - soprattutto quelle legate ai luoghi di culto - che il periodo sovietico aveva cancellato; il caso più eclatante, ma non l'unico, è la riedificazione (M. Posochin, A. Denisov, 1994-2000) della chiesa del Cristo Salvatore (K. Thon, 1837-1883), abbattuta nel 1931 per fare posto al Palazzo dei Soviet, mai realizzato.

Un elemento critico, data l'assenza di una specifica legislazione di salvaguardia - e che risulta paradossale in un contesto di tale vitalità edilizia - è il destino ancora incerto di importanti testimonianze dell'architettura sovietica del periodo prebellico, come la 'casa cilindrica' di K. Mel´nikov (1927-1929) e la dom-komuna (casa-comune) per i dipendenti del Narkomfin (Narodnyj Kommissariat Finansov, Commissariato del popolo per le finanze; M. Ginzburg, I. Milinis, 1928-1930), due delle realizzazioni più rilevanti del costruttivismo. Terreno di avanzata sperimentazione all'epoca in cui vennero edificate, proprio per questo andarono incontro a un rapido degrado e da lungo tempo versano in stato di abbandono. Il loro recupero rappresenta a M. uno dei temi centrali del dibattito architettonico. La sorte di queste e di altre opere, in condizioni precarie o semplicemente oggetto di interesse per il fiorente mercato immobiliare, costituisce uno dei grandi punti interrogativi dello sviluppo di una delle più dinamiche metropoli contemporanee all'interno della quale convivono ambiziose proiezioni di sviluppo globale e tracce ancora marcate del vecchio modello di sviluppo.

bibliografia

R. Stryke, N. Kossareva, Privatizacija žil´ja v Rossijskoj Federacii (La privatizzazione degli alloggi nella Federazione Russa), Moskva 1992. 

T.J. Colton, Moscow: governing the socialist metropolis, Cambridge (Mass.) 1995. 

Moskva: 850 let (Mosca: 850 anni), a cura di V.A. Vinogradov, Moskva 1997, 2° vol.

A. Kuzmin, Proekt novogo general´nogo plana pazvitija Moskvy na period do 2020 goda (Il progetto del nuovo piano generale di sviluppo di Mosca per il periodo fino al 2020), in Architektura, stroitel´stvo, disajn - ASD (Architettura, edilizia, design), 1999, 4, pp. 12-17. 

Abitare, 2004, 444, nr. monografico: Mosca/Moskva. Guida ai luoghi di Mosca.

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