Moschea

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Complesso architettonico destinato al culto islamico e all’insegnamento religioso, in origine anche usato come luogo di riunione e di dibattito.

fig. A

La m. deriverebbe la sua forma architettonica dalla casa a Medina, in cui Maometto era solito riunire i suoi fedeli per discutere questioni religiose e politiche. La m., sede della superiore autorità politica e militare, accompagna i primi accampamenti dei soldati islamici, e proprio da queste m. erratiche sarebbe derivata la m. del venerdì, ossia la m. che raccoglie l’intera comunità (giamāa). La m. (fig. A) ha un cortile (saḥn) con la fontana per le abluzioni e uno spazio coperto; elemento essenziale è la qibla, cioè la direzione verso la Mecca indicata da una nicchia (miḥrāb; fig B) verso cui il fedele si rivolge per la preghiera. A destra del miḥrāb c’è il minbar (fig. C), il pulpito, da cui il venerdì parla il khaṭīb. Elemento tradizionale è la loggia per chi dirige la preghiera (dikka o dakka); alcune m. presentano la loggia per il sovrano (manṣūra) chiusa da una grata. Il minareto fu introdotto in epoca omayyade.

Tra i modelli più antichi è la moschea con sala di preghiera, preceduta da una corte, sul lato opposto dell’ingresso, suddivisa da pilastri o colonne disposti parallelamente alla qibla. Innovativa la Grande moschea di Damasco (7° sec.): con corte porticata, sala di preghiera a tre navate parallele alla qibla, tagliate al centro da un transetto sormontato da una cupola in asse con il miḥrāb. In Africa settentrionale è diffusa la m. a T; nella m. di Qairouan (836) la sala di preghiera, divisa in diciassette navate ortogonali alla qibla, è preceduta da una doppia navata parallela alla qibla stessa, secondo un dispositivo a T. Tipica dell’area iranica è la struttura a īwān (nicchie semicupolate): diffusa quella a quattro īwān disposti a croce, con il più grande, seguito da una sala quadrata cupolata, sull’asse del miḥrāb. Lo schema si trasformò poi in organismi coperti da cupole; sul modello di S. Sofia di Costantinopoli e di altri edifici bizantini trasformati in m., consistettero in una grande sala poligonale o quadrata coperta da calotta emisferica, talora fiancheggiata da absidi semicircolari. Scuole, ospizi, locali per abluzioni, possono disporsi intorno alla corte.

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