MP3

Lessico del XXI Secolo (2013)

MP3


– Sigla dell’ingl. Moving picture experts group-1/2 audio layer 3 (o MPEG-1/2 layer 3), formato di codifica e compressione audio lossy (ossia con perdita di una parte del segnale sonoro a favore del minore spazio occupato) molto usato nella digitalizzazione delle informazioni sonore. La grande popolarità dell’MP3, ormai leggibile da ogni tipo di dispositivo dotato di capacità multimediali, deriva principalmente dall’ottimo rapporto tra qualità della riproduzione e dimensione del file codificato, oltre che dalla diffusione di software gratuiti per la sua riproduzione. Il modello psicoacustico alla base della codifica MP3 sfrutta le proprietà del fenomeno percettivo denominato mascheramento: suoni sovrapposti, a determinate frequenze, non sono percepiti dal cervello umano. La compressione delle informazioni offuscate dal mascheramento e l’eliminazione delle frequenze oltre lo spettro sonoro effettivamente percepito dall’orecchio umano consentono una notevole economia in termini di dimensioni, caratteristica realmente rivoluzionaria del formato (con prestazioni da accettabili a eccellenti con velocità di trasmissione da 128 a 256 kbps). Ulteriori vantaggi di questo tipo di codifica sono la possibilità di associare informazioni riguardanti la sequenza audio riprodotta (titolo, artista e album) e la suddivisione della traccia audio in parti (o chunks), in modo da permettere un tasso di compressione variabile a seconda della complessità dell’informazione riprodotta. Il formato MP3 nasce nell’ambito del progetto, finanziato dall’Unione Europea, EU-147 (Eureka), attivo tra il 1987 e il 1994, come derivazione del formato Musicam (conosciuto come layer II). Insieme all’MP2 (caratterizzato da bit rate maggiori) confluisce nel progetto MPEG, giungendo a completamento nel 1992, come parte audio del formato MPEG-1 (ratificato come standard internazionale ISO/IEC 11172-3 e pubblicato nel 1993), e successivamente MPEG-2 (ratificato come standard internazionale ISO/IEC 13818-3 e pubblicato nel 1995).

MP3 e musica. – La facilità di gestione online dei file compressi ha portato alla diffusione dell’MP3 e del downloading, fenomeno che ha modificato profondamente il mercato discografico. Il formato è stato utilizzato inizialmente per pubblicare, condividere e reperire i file gratuitamente online, violando le leggi sul diritto d’autore (si parla in questo caso di pirateria digitale). Dagli inizi del 21° secolo le etichette discografiche hanno iniziato a sfruttare le potenzialità dell’MP3 pubblicando i brani su specifici siti a pagamento (come iTunes) da cui è possibile scaricare i file legalmente. La diffusione del formato compresso ha modificato inoltre lo standard qualitativo di ascolto: tagliando specifiche frequenze non direttamente percepibili dall’orecchio umano, l’MP3 assicura una buon livello di riproduzione, ma la differenza tra file compresso e CD (Compact disc) costituisce un impoverimento da un punto di vista psicoacustico. Lo scarto tra analogico e digitale contribuisce inoltre alla riscoperta del vinile in alcuni settori di pubblico legati principalmente alla moda vintage e ai circuiti indie.

Lettore MP3. – Successivamente alle prime versioni dei lettori immesse sul mercato alla fine degli anni Novanta del 20° secolo, alle sole funzioni musicali è stata aggiunta l’opzione di visualizzare su un piccolo schermo LCD (Liquid crystal display) testi, foto e filmati, trasformando tali dispositivi in riproduttori multimediali. L’MP3 è oggi il formato audio più diffuso al mondo: eliminato il supporto fisico del CD, il file digitale non richiede altro dispositivo che un lettore (come per esempio l’iPod), pratico e di dimensioni ridotte. In tal modo la musica diventa definitivamente portatile, costantemente disponibile e accessibile, e il processo inaugurato negli anni Ottanta dal walkman (primo dispositivo a batteria con cuffie per l’ascolto di musicassette) viene portato a compimento. La praticità di gestione dei file MP3 è legata inoltre alla diffusione del fenomeno delle playlists: l’ordine di esecuzione dei brani, non più legato alla sequenza fissata sul CD, diviene variabile e personalizzabile creando un effetto di customizing (adeguamento alle aspettative del consumatore, libertà di azione dell’utente) che ha dato origine a una vera e propria moda.

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