MUNIGUA

Enciclopedia dell' Arte Antica (1963)

MUNIGUA (Municipium Flavium Muniguense)

Red.

Città nella provincia Baetica, a circa 50 km a N dell'attuale Siviglia, sulle pendici della Sierra Morena.

La località fu esplorata sin dal XVIII sec. da studiosi che si interessarono delle rovine che comparivano sul cosiddetto Castillo de Mulva. Il rinvenimento di alcuni testi permise la identificazione della città antica la quale, sfortunatamente, fu anche oggetto di ricerche condotte nell'intenzione di ritrovare qualche tesoro che sarebbe stato sepolto tra le rovine (con il risultato della distruzione di parte dei resti e della dispersione di materiale archeologico rinvenuto). Esplorata ancora nel XIX sec., la città è attualmente scavata a cura della sezione madrilena dell'Istituto Archeologico Germanico. Le indagini hanno dimostrato che il colle era occupato sin dal IV sec. a. C. da popolazioni iberiche (tudertane) che probabilmente dovevano trarre beneficio dalle miniere di ferro di cui è ricca la regione. Sotto Augusto o Tiberio il questore Sesto Curvio Silvino stabilì con la popolazione un patto: gli abitanti, entrando nell'orbita dell'Impero, erano considerati clienti di Roma. Vespasiano concesse alla cittadinanza il diritto municipale e alla città il titolo di Municipium Flavium Muniguense. Alcune iscrizioni ci informano dei rapporti tra il municipio e il potere romano e ricordano le cariche di duumviri e di decurioni della città sotto gli imperatori flavî. M. fiorì particolarmente nel II sec. d. C. quando la città si arricchì di monumenti. La produzione di olio e l'estrazione del ferro dovettero permettere alla cittadinanza un certo benessere documentato dalla ricchezza dei ritrovamenti databili a quel secolo. Con il IV sec. la città decadde sino ad estinguersi quasi completamente nel V sec. d. C. Da allora iniziò lo spoglio dei monumenti di M. a beneficio delle località vicine e forse della stessa Siviglia.

I monumenti più interessanti di M. sono costituiti da un grande terrazzamento destinato a sostenere una platea sulla quale si erigeva un santuario. L'insieme delle costruzioni che possono essere datate tra la fine del I e il principio del II sec. d. C., si apre verso E e misura approssimativamente 35 × 54 metri. Una doppia rampa permetteva l'accesso alla prima terrazza del santuario dalla quale per mezzo di scale laterali si accedeva ad una seconda terrazza caratterizzata da una grande esedra ricavata in un terzo terrazzamento sul quale si ergeva l'edificio di culto caratterizzato da una cella aperta verso E, preceduta da un ampio cortile.

L'insieme della costruzione, che nella scenografica disposizione a terrazze ricorda i santuarî italici di Palestrina, Sulmona e Tivoli, mostra come quei motivi architettonici fossero dall'Italia passati in età imperiale nelle province. È ancora incerto definire a quale divinità fosse dedicato l'insieme delle costruzioni: quelle che hanno maggiore probabilità sono Ercole (in questo caso l'Ercole Gaditanus) o Fortuna Augusta. In ogni caso al culto di una divinità dovette essere unito quello dell'imperatore (come è dimostrato dalle iscrizioni onorarie di alcuni di essi rinvenute nell'area dell'edificio). Il santuario era già distrutto verso la fine del III sec. d. C., quando alcune necropoli si insediarono nell'area della città.

Recentemente (1960) sono stati intrapresi gli scavi del Foro e delle terme municipali della città, nelle quali è stata rinvenuta una testa marmorea di una personificazione di Hispania.

Bibl.: W. Grünhagen, Excavaciones del santuario de terrazas de M., in Crónica del V Congreso Arqueol. Nacional (1957), Sragoza 1959, p. 275 ss.; id., Die Ausgrabungen des Terrassenheiligtums von M., in Neue Deutsche Ausgrabungen im Mittelmeergebiet und im Vorderen Orient, Berlino 1959, p. 329 ss. (con tutta la bibl. prec.); id., in Arch. Anz., LXXV, 1960, c. 213 ss.; id., Hallazgos epigráficos de la excavacion de M., in Crónica del VI Congreso Arqueol. Nacion. (Oviedo 1959), Saragoza 1961, p. 214 ss.; H. Nesselhauf, Zwei Bronzeurkunden aus M., in Madrider Mitteilungen, I, 1960, p. 142 ss.; Alvero d'Ors, Miscelánea Epigráfica - Los bronces de Mulva, in Emerita, XXIX, 1961, p. 203 ss.; W. Grünhagen, Nuevos hallazgos de exculturas romanas en M., in Arvor, n. 186, Madrid 1961, p. 125 ss.; id., Ein Frauenkopf aus M., in Pantheon, XIX, 1961, p. 53 ss.