Nahua

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Popolazione dell’America Centrale, parlante il nahuatl, ora scomparsa come unità etnica. Mossisi in antichi tempi da sedi imprecisate nel Settentrione (forse le Montagne Rocciose, i Grandi Laghi ecc.), i N. giunsero nell’11° sec. nel Messico e di qui poi nello Yucatán e nel Nicaragua, sovrapponendosi a varie tribù autoctone. Da successive ondate nahua sarebbero derivati i Toltechi e, più tardi, gli Aztechi: a queste fasi più tarde della loro migrazione va assegnato il passaggio dalla primitiva cultura di cacciatori guerrieri alle più alte forme di civiltà urbana e agricola di cui rimangono tracce nelle grandi città religiose, prima fra tutte Cholula.

La lingua nahuatl è documentata da iscrizioni ideografiche e geroglifiche e da testi redatti in epoca postcolombiana con grafia spagnola adattata; attualmente continuata dalle parlate indigene del Messico. La denominazione nahuatl indica anche, in senso più ampio, un gruppo della famiglia linguistica uto-azteca, che comprende, oltre alla lingua nahuatl, il papil, parlato in Guatemala, Honduras e San Salvador; il nicarao, parlato un tempo tra la costa del Pacifico e il Lago Nicaragua; il tlascalteco, vivo ancora nei pressi di Izalco (Salvador), e il sigua e il cazcan (ora estinti).

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