NAHUM

Enciclopedia Italiana (1934)

NAHUM (ebraico Naḥūm)

Giuseppe Ricciotti

Nome del profeta a cui è attribuito il piccolo libro che nella raccolta dei Profeti Minori (v. bibbia, VI, pp. 882, 884-5) occupa il settimo posto. Nulla si sa della sua persona, salvo che era Elqoshita (Volgata, Elcesaeus; in Nahum, I,1) cioè nativo d'un villaggio di nome Elqōsh; il quale, secondo S. Girolamo (Prol. in Nahum), era un piccolo villaggio della Galilea, mentre secondo Epifanio (De vitis prophet., 17) era in Giudea presso Beit Gibrīn. Questa opinione è, delle due, la più probabile; mentre è priva di fondamento quella d'identificare detto villaggio con l'Alqōsh posto sulla riva orientale del Tigri, a nord di Mossul, come se N. fosse nato in Assiria.

Il Libro. - Per breve che sia, si divide spontaneamente in due parti: I-lI,1, 3; e II, 2, 4-III.

La prima parte, assai differente dalla seconda, descrive l'avanzarsi di Jahvè che viene a vendicare chi ha oppresso Israele, e a restaurare la sua nazione prediletta; questa parte non ha però nessun esplicito riferimento a un ben determinato fatto storico, ed è di tipo piuttosto generico. Inoltre sembra certo che essa, poetica come l'intero libro, sia stata composta originariamente in forma di acrostico alfabetico, in modo cioè che all'inizio dei singoli stichi risultassero per ordine tutte le lettere dell'alfabeto ebraico; tuttavia, nello stato odierno del testo, buona parte dell'artificio acrostico è scomparsa per lo sconvolgimento subito dal testo lungo la trasmissione manoscritta, e i critici si sforzano in varie maniere di restaurarlo.

La seconda parte descrive, in tante scene vigorosamente delineate, l'imminente distruzione di Ninive, la città dominatrice dell'Asia anteriore. Contro essa marcia un potente esercito, che la prende d'assalto e la devasta (II, 2, 4-14); la devastazione è descritta minutamente e presentata come castigo divino per i delitti di quella città (III,1-7); è ricordata in proposito la distruzione della grande metropoli egiziana ho-Amon (Tebe; la Volgata falsamente Alexandria populorum), avvenuta poco tempo prima (III,8-11); simile a quel di No-Amon sarà la sorte di Ninive, e la sua potenza sarà distrutta (III, 12-19).

Questa seconda parte, ben compatta e uniforme, offre una piena giustificazione al titolo premesso all'intero libro, che dice: Vaticinio di Ninive. Libro della visione di Nahum l'Elqoshita (I,1). Non così la prima parte, la quale con la sua intonazione generica non ha nulla che la riporti direttamente a detto titolo. I critici inoltre hanno rilevato che l'inizio della seconda parte è un ex abrupto, il quale, mentre non si ricollega letterariamente con la parte precedente, introduce improvvisamente il nuovo argomento. Da queste e altre considerazioni, fra cui quella dell'artificio acrostico della prima parte, si conclude oggi generalmente che la prima parte sia un'aggiunta posteriore fatta al vaticinio su Ninive; la quale, o sarebbe stata provocata dallo stato acefalo in cui si trovava lo scritto, ovvero anche avrebbe cagionato questa acefalia, sostituendosi alla originaria introduzione del vaticinio stesso.

Epoca. - Un sicuro riferimento per la data di composizione del vaticinio è la menzione della già avvenuta distruzione di Tebe, che fu conquistata e annientata nel 663 a. C. dal re assiro Assurbanipal. Perciò il vaticinio è posteriore a questa data; e può essere posteriore anche di alcune decine d'anni, giacché la distruzione della grande metropoli egiziana fu un avvenimento di eccezionale importanza, il cui ricordo rimase vivissimo per lungo tempo nei contemporanei del mondo antico.

D'altra parte la caduta di Ninive avvenne, secondo i documenti da pochi anni scoperti (Cronaca babilonese del Gadd), nel mese di Ab (luglio-agosto) del 612 a. C.; perciò prima di questa data fu scritto il vaticinio, che ha tutte le apparenze di una descrizione di presagio, come di avvenimento imminente e ineluttabile, in cui si risolverà fatalmente la crisi attuale. Tale crisi di Ninive e di tutta l'Assiria era già cominciata nel 612, allorché il caldeo Nabopolassar, governatore di Babilonia, osò portare il primo attacco contro Ninive; per allora egli fallì, ma alleatosi con Ciassare re dei Medi, l'attacco dei due combinato dal nord e dal sud fece cadere Ninive nell'anno suddetto.

A questo periodo, di vibrante aspettativa per le varie popolazioni soggette alla tirannia di Ninive, deve riportarsi il vaticinio.

La vivezza delle descrizioni e la purità dell'ebraico adoperato fanno del libretto di N. uno dei più fini fra i Profeti Minori.

Bibl.: Oltre alla bibliografia comune ai Profeti Minori (v. abacuc, abdia, amos, ecc.), cfr. A. L. Williams, The minor prophets unfolded, Nahum, ecc., Londra 1920; C. J. Goslinga, Nahums Godssprach tegen Ninive, Zupthen 1923; G. W. Steinhouse e G. W. Wade, The books of the prophets Zephania, Najum, ecc., Londra 1929.

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