NAMIBIA

Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1979)

NAMIBIA (Africa del Sud Ovest, I, p. 818; App. III, 1, p. 43)

Carlo Della Valle
Salvatore Bono

Nome ufficiale, dal 1968, dell'Africa del Sud-Ovest, territorio dell'Africa australe in amministrazione fiduciaria alla Repubblica Sudafricana fino al 1966, anno in cui le Nazioni Unite l'hanno posto sotto la loro diretta autorità. La popolazione della N. (concentrata per i tre quinti nella parte settentrionale del paese) al censimento 1970, su una superficie di 824.269 km2, era di 746.328 ab., dei quali oltre 627.000 bantu, 90.658 bianchi (11,9% della popolazione) e 28.275 coloureds (3,7%; raddoppiati in un decennio).

Fra i bantu, prevalevano gli Ovambo (352.640; 46,3% della popolazione), con un proprio territorio autonomo dal 1968; l'Ovamboland (27.400 km2, capol. Ondangua); i Dama o Damara (66.291; 8,7%), gli Herero (50.589; 6,6%); i Kavango (49.512; 6,5%) nel distretto, creato nel 1970, detto Kavangoland (40.000 km2, capol. Runtu). Numerosi pure i gruppi dei Nama o Ottentotti (32.935; 4,3%); degli abitanti nella parte orientale del Dito di Caprivi (25.580; 3,3%; Masubia e Mafue, per la maggior parte, anch'essi autonomi); dei Boscimani (22.830; 3,4%); degli Tswana (19.492; 2,6%). Sensibile, tra il 1960 e il 1970, l'aumento degli Ovambo (oltre 100.000), dei Kavango (più di 21.000) e dei Damara (circa 20.000).

Il paese è diviso in 22 distretti. La Baia delle Balene, o Walvis Bay (1124 km2 con 12.650 ab. nel 1960) continua ad essere amministrata dalla N., pur appartenendo alla provincia sudafricana del Capo. L'amministrazione centrale ha sede a Windhoek (64.700 ab., di cui 35.700 bianchi; nel 1951 non raggiungeva i 30.000 ab.).

L'allevamento, basato soprattutto (1975) su oltre 2,7 milioni di bovini, 4,5 milioni di ovini, specialmente karakul, e 1,8 milioni di caprini, continua ad alimentare produzioni di burro e formaggio in molte località (fra cui Windhoek e la sua zona), come pure industrie conserviere a Walvis Bay. A queste ultime fornisce prodotti anche la pesca (7500 addetti, e quasi 850.000 t, nel 1969). Tutta l'industria manifatturiera nel 1972 ha occupato 9700 addetti. L'attività estrattiva (quasi 16.000 addetti nel 1973) seguita ad essere rilevante supporto dell'economia: ragguardevole l'estrazione dei diamanti (1,5 milioni di carati, nel 1974), dalle alluvioni costiere a N della foce dell'Orange. Sempre nel 1974 si estrasse argento per 48.000 kg; piombo, per 47.600 t; zinco, per 49.000 t (27.000 nel 1960); rame, per 26.000 t (31.000 nel 1960); amianto, per 90.000 tonnellate. Si estraggono, inoltre, manganese, cadmio, vanadio, tungsteno, stagno, ecc., oltre a fosfati e a salmarino.

Le ferrovie, che fanno parte della rete sudafricana, si sviluppano per 2350 km; le rotabili statali, per 3372 km, di cui 2722 con manto bituminoso (1973). Vi sono poi 9830 km di strade principali non statali, 19.500 km di strade distrettuali e 23.500 km di strade rurali. A Windhoek aeroporto internazionale.

Storia. - Ancora negli anni Sessanta il territorio della N., noto allora con la denominazione di Africa del Sud Ovest, continuò a essere amministrato dalla Repubblica Sudafricana, il cui governo persisteva nel dispregio delle risoluzioni dell'ONU, rivendicanti con sempre maggior vigore un controllo internazionale sull'ex mandato della Società delle Nazioni e l'abolizione o progressiva attenuazione del regime di apartheid in atto. Il governo di Pretoria favorì attivamente il progresso economico del territorio, cui si diressero rilevanti investimenti di multinazionali già operanti nello stesso Sudafrica; l'insegnamento elementare venne apprezzabilmente sviluppato con l'uso di diverse lingue locali, conservando così l'eterogeneità fra i diversi gruppi etnici; da questa derivava la stessa debolezza dei movimenti nazionali africani: la South West African People's Organization (SWAPO), che nel 1960 prese il posto della Ovamboland People's Organization (OPO), e la South West Africa National Union (SWANU), espressione soprattutto delle popolazioni Herero e Mbanderu.

Il 18 luglio 1966 la Corte internazionale dell'Aia respinse sul piano giuridico l'azione introdotta nel 1960 da Liberia ed Etiopia contro il sudafrica, cui però il 27 ottobre l'ONU ritirò il mandato sul territorio, rivendicando a sé il diritto di amministrarlo (a questo fine venne creato un Comitato di 11 membri, che non poté di fatto esercitare alcun potere); nel giugno 1968 l'Assemblea dell'ONU ribattezzò il territorio come N., dal deserto di Namib. Fra il 1967 e il 1968 s'intensificò la repressione contro gli esponenti nazionalisti (fra gli altri venne arrestato il presidente della SWANU, G. Veil), ignorando ogni condanna dell'ONU, ai cui rappresentanti non venne consentito l'accesso alla N.; dal 1968 anzi il governo di Pretoria procedette alla progressiva integrazione amministrativa e finanziaria della N., riducendola (in particolare attraverso il South West Africa Affairs Act del 1969) a una quinta provincia del Sudafrica (le competenze della locale Assemblea legislativa, composta da soli bianchi, furono del tutto ridotte). D'altra parte dal 1967 venne avviato, accogliendo le proposte presentate nel 1964 dalla Commissione Odendaal, il processo di creazione in N. di dieci Bantustans (unità destinate a raccogliere i diversi gruppi etnici che ne assumeranno l'amministrazione), primo dei quali l'Ovambo, dal 1973 dotato di un governo e di una bandiera propri, ma pur sempre controllato dal Sud Africa. La creazione dei Bantustans (il Kavango, autonomo nel maggio 1973, l'East Caprivi, il Damaraland, l'Hereroland) ha incontrato difficoltà per il diffuso dissenso di alcune popolazioni interessate e l'opposizione delle organizzazioni africane.

Dagli anni Settanta è iniziata un'azione di guerriglia, attiva speciamente nella Caprivi Strip, organizzata dai movimenti nazionalisti, e insieme si sono registrate locali manifestazioni contro la politica sudafricana (un grande sciopero alla fine del 1971). Per decisione del Consiglio di sicurezza, il Segretario generale dell'ONU ha avuto contatti nel 1972-73 con il governo sudafricano e si è informato sulle aspirazioni dei diversi gruppi della N., senza pervenire però ad alcun risultato. Il governo sudafricano, proseguendo nella propria politica, ha frattanto istituito in N. un Consiglio consultivo (marzo 1973) boicottato da alcuni gruppi etnici e avversato dalle organizzazioni africane, riunite in una Convenzione nazionale, che rivendica l'unità e l'indipendenza della Namibia. Altrettanta opposizione ha trovato il progetto dei Bantustans; in particolare è stata contrastata l'attuazione dell'Ovambo (il cui primo ministro è stato assassinato nell'agosto 1975). Il governo sudafricano, mentre ha continuato a reprimere l'opposizione africana, ha abolito alcune restrizioni e discriminazioni; la conferenza costituzionale, avviata nel settembre 1975, si è conclusa nel marzo 1977 con la decisione di rendere indipendente il territorio entro il 1978, ma tale prospettiva è del tutto inficiata dall'assenza ai negoziati della SWAPO, che è passata a operazioni di guerriglia.

Bibl.: R. First, South West Africa, Harmondsworth 1963; J. P. Van S. Bruwer, South West Africa, the disputed land, Londra 1966; F. Carroll, South West Africa and the United Nations, Lexington 1967; J. H. Wellington, South West Africa and its human issues, Londra 1967; S. Decalo, South West Africa, 1960-1968. An introductory bibliography, Kingston 1968; A. Lejeune, The case for South West Africa, Londra 1971;. J. Dugard, The South West Africa. Namibia dispute, ivi 1973; A. U. Obozuwa, The Namibian question, legal and political aspect, Benin City 1973; P. Fraenkel, The Namibian of South West Africa, Londra 1974.

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