Namur

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(fiammingo Namen) Città del Belgio (107.939 ab. nel 2008), capoluogo della provincia omonima. Sorge alla confluenza della Sambre con la Mosa. Notevole centro commerciale per la convergenza del traffico fluviale e di numerose linee ferroviarie (da Parigi, Bruxelles, Aquisgrana); lo sviluppo dell’industria è iniziato nel 17° sec., con le fucine. Attive le industrie chimiche, tessili, della ceramica e del cuoio.

Fu oppidum degli Aduatuci, poi vicus romano (Namurcum); s’ingrandì, per la sua importanza commerciale, fino al 15° secolo. Dal 16° sec., grazie alla sua posizione, ebbe notevole importanza strategica per il passaggio degli eserciti tra la Francia e i Paesi Bassi. Espugnata da Luigi XIV (1692), fu riconquistata da Guglielmo I d’Orange (1695); nella guerra di successione austriaca i Francesi la tolsero agli Imperiali (1746). Durante la Seconda guerra mondiale, a S di N. penetrò uno dei cunei tedeschi che causarono il rapido crollo dell’intera difesa francese.

Contea di N. D’origine carolingia (comitatus Lomacensis), compresa nella Bassa Lotaringia, fu smembrata nel 10° e 11° sec., a favore del vescovo di Liegi e dello Hainaut. Raggiunse la massima importanza col conte Alberto III (morto nel 1102). Nel 1192 passò ai conti di Hainaut, poi, eretta a marchesato, alla casa di Courtenay (1212), quindi a quella di Fiandra, che la vendette (1421) al duca di Borgogna Filippo il Buono.

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