Neodimio

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Elemento chimico, di numero atomico 60, peso atomico 144,27, simbolo Nd e di cui si conoscono diversi isotopi di massa 142, 143, 144, 145, 146, 148, 150. Fu scoperto da K. Auer von Welsbach (1886), il quale lo ottenne (insieme al praseodimio) dal didimio, fino ad allora ritenuto un elemento. Appartiene al gruppo dei metalli delle terre rare; dopo il cerio è l’elemento più abbondante del gruppo ed è molto simile, chimicamente, al lantanio e al praseodimio. Si trova in natura nella cerite e nelle sabbie monazitiche. Dai minerali i sali dei vari elementi possono essere separati per cristallizzazione frazionata o per scambio ionico. Per es., si può fondere il minerale con soda o bisolfato potassico; il prodotto viene lisciviato e dalla soluzione si precipitano i vari elementi sotto forma di ossalati; questi si convertono in solfati e per raffreddamento si separano i solfati degli elementi del gruppo del cerio, poco solubili. Dalla soluzione dei sali dei restanti elementi si separano neodimio o praseodimio sotto forma di nitrati doppi; per ripetute cristallizzazioni frazionate si possono poi separare i sali di n. da quelli di praseodimio.

Il metallo si ottiene per elettrolisi del cloruro anidro fuso o per riduzione dell’ossido; è di colore argenteo ma di solito si presenta di colore giallo chiaro causa l’ossidazione che subisce all’aria; densità 7,003 g/cm3; punto di fusione 840 °C; cristallizza nel sistema esagonale, mentre a 860 °C dà luogo alla forma allotropica cubica a corpo centrato; è paramagnetico e ha proprietà piroforiche. Insieme con altre terre rare costituisce leghe per pietrine da accendini; trova anche impiego in leghe per magneti. Nei composti il metallo è trivalente e i sali sono in genere colorati in rosso-viola.

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Praseodimio