BOLOGNINI, Nepomuceno

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 11 (1969)

BOLOGNINI, Nepomuceno

Carlo Piovan

Nacque il 24 marzo del 1824 da Vigilio e da Perpetua De Benvenuti a Pinzolo in Val Rendena (Trento), dove la famiglia gestiva una vetreria. Dopo aver studiato nel ginnasio di Trento dal 1835 al '42, si trasferì a quello di Verona e, l'anno seguente, a quello di Cremona; in questa città s'iscrisse alla Giovine Italia. L'impresa dei Bandiera e le notizie dell'insurrezione in Romagna lo commossero tanto da indurlo a tentare di accorrere clandestinamente tra gli insorti. Ricondotto a casa, si iscrisse all'università di Pavia, dove partecipò ai moti studenteschi e, il 9 febbr. 1848, alla sollevazione dei cittadini contro gli Austriaci. Alle prime avvisaglie militari della guerra lasciò Pinzolo, dove si trovava, e corse in Lombardia per arruolarsi nei corpi franchi, partecipando nelle loro file all'invasione delle Giudicarie, della Val di Sole e della Valle di Non.

Nella compagnia di P. Ciolli e insieme con quella di G. M. Scotti, il B. assistette al combattimento di Malé in cui gli Italiani furono sconfitti e costretti ad abbandonare l'impresa. Verso gli ultimi di aprile raggiunse assieme ai compagni la Lombardia e riparò a Brescia. Da qui, organizzata la Legione trentina, nella quale si arruolarono subito settecento volontari, specie delle Giudicarie e della Val di Sole, e il cui comando venne affidato al Ciolli, il B. partì con l'avanguardia, il 15 giugno 1848, alla volta del Caffaro. Il 25 luglio la sconfitta di Custoza mise fine al tentativo di riprendere la via del Trentino.

Sottotenente nella Legione, non essendo stata riconosciuta questa dal governo sardo, fu aggregato con altri pochi volontari trentini al 7º battaglione bersaglieri. Così, alla ripresa della guerra, prima della sconfitta di Novara combatté nella zona di Mezzana Corti, della Cava, di Cascina Mandella e di Casteggio.

Dopo l'armistizio si dimise da ufficiale e ritornò a Pavia, dove si laureò in legge. Rientrato a Trento, dal 1851 al 1854 fece pratica in uno studio legale, ma, non potendo esercitare la professione per motivi politici, si ritirò a Pinzolo, dove diresse la vetreria Pernici e Bolognini.

Scoppiata la guerra del 1859, il B. corse in Piemonte ad arruolarsi e combatté a Seriate. Passò poi, come semplice soldato, tra i cacciatori delle Alpi agli ordini di Garibaldi, cui il poeta Giovanni Prati lo aveva raccomandato con una lettera il 26 maggio. Combatté a San Fermo, meritandosi il grado di brigadiere. Finita la guerra, si stabilì a Milano; ma per poco, perché, arruolatosi di nuovo, raggiunse avventurosamente con il secondo convoglio, sul vapore Utile, la Sicilia e partecipò alla battaglia di Milazzo (20 luglio). Nominato capitano del 64º reggimento di fanteria 23 compagnia, nella battaglia del Volturno, a Cajazzo, meritò una medaglia d'argento al valore militare e il 24 ottobre fu promosso maggiore. Due mesi dopo si dimise dal grado e dall'esercito.

Ritiratosi di nuovo a Milano, fu tra i volontari che parteciparono allo sfortunato tentativo di Sarnico. Riprese il suo grado di maggiore arruolandosi, per la guerra del 1866, nel 5º reggimento Volontari italiani. Durante la battaglia di Bezzecca (21 luglio), morto il tenente colonnello G. Chiassi, il B. lo sostituì nel comando del reggimento ottenendo, sul campo, il grado di colonnello, che però il governo non volle riconoscergli. Abbandonato l'esercito e tornato a Trento, si dedicò alla difesa dell'italianità della regione. Nel 1872, con P. Marchetti, fondò la Società alpina del Trentino che, sciolta dall'Austria nel 1876, risorse l'anno dopo col nome di Società degli alpinisti tridentini. L'associazione aveva impronta patriottica a sfondo irredentistico. Agli Annuari della Società il B. collaborò con vari articoli, firmati anche con lo pseudonimo "Nescio", e con saggi sul folclore e sul dialetto del Trentino.

Di questa sua produzione si ricordano in particolare gli articoli Fiabe e leggende della Rendena (1880), Saggio di proverbi e modiproverbiali tridentini (1881), Usi e costumi del Trentino,Le leggende del Trentino (1883, 1884, 1885, 1886, 1888, 1891); i Proverbi furono stampati anche in volume a parte (Rovereto 1882) e ristampati, nelle parti essenziali, in Trento e Bolzano - Selezione regionale, I, 1, Trento 1960, pp. 3-47.

Nel 1885, rimasto senza mezzi sufficienti di sostentamento, vinse a Milano il posto di segretario della Società di esplorazione commerciale in Africa, e nel 1886 divenne redattore capo del periodico mensile L'Esplorazione commerciale,giornale di viaggiegeografia commerciale, edito dalla Società e fondato qualche anno prima, col titolo L'Esploratore, dal capitano M. Camperio. Nel 1894 si ritirava però dalla redazione e, nel 1898, lasciava anche la carica di segretario della società. Morì a Milano il 19 luglio 1900.

Fonti e Bibl.: Per lettere, manoscritti, certificati e stati di servizio militare, ecc., si veda Doc. delRisorgimento negliArchivi Trentini, I, Roma 1938, dove sono indicati e riassunti numerosi scritti del B. o sul Bolognini. Lasciò, incompleti, anche parecchi appunti autobiografici, che furono consultati da O. Brentari ma sono oggi irreperibili. Nell'Archivio di Stato di Trento il nome del B. appare frequentemente negli indici degli Atti riservati delCommissariato di Polizia, 1853, prot. 622; 1859, prot. 144, 302.

Vedi inoltre: O. Brentari, Memorie trentine. Nel regno dellastoria e della leggenda, Trento 1909 (contiene un'ampia biografia [pp. 9-36] e un'antologia di scritti del B. [pp. 39-145]).

Una brevissima biografia è nell'opuscolo Alla società Pro Patria,nell'occasione del suo TerzoCongresso Generale,omaggio di alcunistudenti tridentini, Bologna 1890, p. 87. Il racconto della partecipazione alla battaglia di Bezzecca è in P. Candelpergher, Ricordi di un garibaldino, Ancona 1898, p. 55. Vedi ancora: La morte del dr. N. B. (necr.), in Alto Adige, 20-21 luglio 1900; G. Castellini, Eroi garibaldini, Bologna 1911, II, pp. 156 s.; C. Colò, I vecchi rifugi della SAI: il "Bolognini", in Boll. della Soc.Alp. Trid., genn.febbr. 1955, pp. 1-3. Notizie sul tentativo di Sarnico si trovano in E. Bezzi, Irredentismo e interventismo, Trento 1963, pp. 44, 46, 130.

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