NICCOLÒ di Tommaso

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 78 (2013)

NICCOLO di Tommaso

Vinni Lucherini

NICCOLÒ di Tommaso. – Non si conoscono la data di nascita e di morte di questo pittore, documentato dal 1346, quando risulta immatricolato nell’arte dei medici e speziali di Firenze, al 1375, quando nella Prestanza fiorentina è registrato per l’ultima volta un «Niccholaio di Tomaso dipintore» (Ladis, 1989, cui si fa riferimento per tutti i documenti citati, ove non diversamente indicato).

La sua unica opera firmata e datata (1371) è il trittico con al centro S. Antonio abate in trono tra angeli e nelle ali i Ss. Francesco e Pietro, Giovanni Evangelista e Ludovico di Tolosa (già nella chiesa napoletana di S. Antonio Abate a Foria e ora al Museo nazionale di Capodimonte), che per la presenza dei gigli angioini campiti sullo sfondo del pannello centrale è ritenuto commissionato dalla regina Giovanna I d’Angiò.

Considerato un pupillo e un collaboratore di Nardo di Cione, del quale risulta fra i testimoni delle ultime volontà nel maggio 1365, è documentato, nel 1366 e nel 1367, insieme ad altri già noti artisti fiorentini in connessione con la cattedrale di S. Maria del Fiore. Di sicuro dovette recarsi a Napoli: forse una prima volta nel 1371, per la realizzazione del trittico ora a Capodimonte (del quale, invece, Erling Skaug nel 1994 ha ipotizzato, sulla base delle punzonature, che fosse stato eseguito a Firenze e soltanto inviato a Napoli); e una seconda volta tra il 1373 e il 1374 (quando risulta assente dalla Prestanza fiorentina), anni che si accorderebbero con la data di morte del committente delle pitture del castello di Casaluce (a lui attribuite sulla base delle affinità con il trittico di Capodimonte), Raimondo del Balzo, scomparso nel 1375. Secondo Skaug (2001, 2003 e 2004), Niccolò di Tommaso avrebbe potuto assistere, nel febbraio 1373, all’arrivo a Napoli di Brigida di Svezia, la cui visione della Natività proprio lui mise in scena nelle più antiche rappresentazioni figurative oggi conservatesi.

La ricostruzione della figura e del catalogo di Niccolò di Tommaso si deve innanzitutto agli studi di Richard Offner, secondo il quale il capolavoro giovanile dell’artista sarebbe da riconoscersi nelle pitture che decorano la chiesa dell’antico convento del Tau a Pistoia. Alcuni documenti pubblicati nel 1970 da Lucia Gai, attestano però che tra il 1370 e il 1372 Niccolò di Tommaso riceveva pagamenti non solo per gli affreschi del Tau, che dunque di sicuro non erano giovanili, ma anche per una nuova pala d’altare (ora perduta, ma della quale Andrew Ladis nel 1989 ha proposto di individuare un’ala in una tavola già nella collezione Albrighi di Firenze) destinata alla chiesa pistoiese di S. Giovanni Fuorcivitas; il 22 dicembre 1372 era inoltre pagato per la riparazione di una tavola d’altare nella cattedrale della stessa città.

Nel 1956, Offner assegnava a Niccolò di Tommaso un lungo elenco di opere, alle quali la critica, in particolare Ferdinando Bologna nel 1969 e Miklòs Boskovits nel 1975, ne ha aggiunte alcune altre per un totale di oltre 50 voci.

Oltre alle opere citate, tale elenco comprende: tre parti di un polittico con il Matrimonio mistico di s. Caterina, Giovanni Battista e Domenico, nel Palais Fesch, Musée des beaux-arts di Ajaccio (n. 173); il trittico portatile con l’Incoronazione della Vergine fra santi, nel Walters Art Museum di Baltimora (n. 47.718); i due battenti di un trittico portatile con sei santi e la Crocifissione, nel Musée Villemot di Besançon (n. 897.1.149-150); il piccolo pannello con la Madonna col Bambino con santi, angeli e un donatore, a Northwick Park (Blockley, Worcestershire); la parte centrale di un altare portatile con la Madonna col Bambino fra santi, in collezione privata a Bologna; la Madonna dell’Umiltà con predella, nel Museum of fine arts di Boston (n. 37.409); la parte centrale di un altare portatile con la Madonna col Bambino, santi e angeli, e il Redentore benedicente nel pinnacolo, nel Fogg Art Museum di Cambridge, MA (n. 1939.103); l’ala destra di un altare portatile con la Crocifissione, in collezione privata a Düsseldorf; la parte centrale di un altare portatile con la Crocifissione, nel Museo della Collegiata di Empoli; la parte centrale di un tabernacolo con la Madonna col Bambino e santi, in collezione privata a Genova; il trittico portatile con la Madonna col Bambino e santi, e altre scene nei battenti, in collezione privata in Germania; l’Incoronazionedella Vergine, già nel castello di Konopiště (n. 17.119), ora nella Národní Galerie di Praga (DO 7981); la Madonna col Bambinocon angeli musicanti e virtù, in collezione privata a Greenwich (CT); il Giudizio finale, già nella collezione Larderel a Leghorn, probabile parte centrale dell’altare portatile con la Madonna col Bambino, nel Museu nacional de arte antiga di Lisbona (n. 1728); la Madonna dell’Umiltà, già in collezione privata a Locko Park nel Derbyshire; il trittico con Madonna col Bambino e angeli musicanti, al centro, e due santi sui battenti, già nell’Ambasciata italiana di Londra, ora nella Galleria Sabauda di Torino; la parte centrale di un altare portatile con la Madonna col Bambino con santi e angeli, e in alto la figura di Cristo, già nella collezione Thyssen-Bornemisza a Lugano; il trittico portatile con la Madonna dell’Umiltà al centro e santi nei battenti, nel Musée des beaux-arts di Lione (n. 984); la predella con l’UltimaCena (n. 1937.200B), il battente sinistro di un polittico con S. Giacomo Maggiore (n. 1943.235), la Visione di s. Brigida (n. 1943.236), nella Yale University Art Gallery di New Haven; la Deposizione di Cristo, nella Galleria nazionale di Parma; il trittico portatile con al centro la Visione di s. Brigida, in alto il Dio Padre e alla base la Madonna col Bambino, nelle ali quattro santi e la Crocifissione, nel pinnacolo la Vergine Annunciata, nella J.G. Johnson Collection del Philadelphia Museum of art; l’ala destra di un tabernacolo con la Crocifissione, nella Vassar College Art Gallery di Poughkeepsie (New York); la Madonna col Bambino, nella Gesellschaft der Patriotischen Kunstfreunde in Böhmen a Praga; la parte centrale di un trittico portatile con la Visione di s. Brigida (n. 137) e le ali di tabernacolo con quattro santi (nn. 212, 219), nella Pinacoteca Vaticana; la Discesa dalla croce e la parte centrale di un altare portatile con la Madonna col Bambinotra quattro santi, in collezioni private a Roma; la parte centrale di un altare portatile con la Madonna dell’Umiltà e sei santi, nel Toledo Museum of art (Ohio);la parte centrale di un altare portatile con la Madonna col Bambino con santi e angeli, già nella Collezione Lanckorónski di Vienna. A Firenze: l’affresco con la Madonna del Parto in S. Lorenzo; la parte centrale di un altare portatile con l’Incoronazione della Vergine fra apostoli e santi e il Redentore benedicente nel pinnacolo, nella Galleria dell’Accademia (n. 8580); il trittico portatile con la Madonna col Bambino fra santi e altre scene, nella Collezione Corsi al Museo Bardini (n. 16); la Madonna col Bambino con predella, nel Museo dell’Opera di S. Croce (n. 18); due laterali di un polittico con santi, nella Fondazione Horne (n. 75/76); la parte centrale di un polittico con la Madonna col Bambino e donatore inginocchiato, nella collezione Acton; la parte centrale di un altare portatile con la Madonna col Bambino tra santi e angeli, in collezione privata (bottega); tre frammenti di affresco con due teste di santi barbati e angeli, in collezione privata; l’affresco con Sisto II con santi, angeli e Crocifissione in via delle Belle Donne, angolo via del Sole; la Madonna col Bambino e santi con predella, nella sala capitolare del convento delle oblate a Careggi. A Napoli: l’affresco con Celestino V in trono fra santi e donatori, già nella chiesa del castello Del Balzo a Casaluce, e le altre pitture che un tempo decoravano le pareti della medesima chiesa (ora in parte staccate e trasferite nella cappella Palatina in Castelnuovo a Napoli) con Storie di s. Guglielmo di Gellone, Storie di s. Antonio abate e Storie della vita di Cristo (queste ultime due considerate di maestri vicini a Niccolò); il Crocifisso, già nella chiesa napoletana della Disciplina della Croce, ora al Museo di Capodimonte, e l’affresco sulla lunetta all’ingresso della Certosa di Capri con la Madonna col Bambino in trono fra santi. A New York: l’Ecce Homo ai Cloisters (25.120.241); il trittico portatile con la Crocifissione al centro e quattro santi nei battenti e l’Annunciazione nei pinnacoli, già nella collezione William Salomon; il trittico portatile con la Madonna col Bambino e santi, la Natività e la Crocifissione nei battenti, e in alto l’Annunciazione, già nella collezione B. Albert Stern. A Parigi: il trittico portatile con la Madonna col Bambino fra santi e angeli, sui battenti l’Incoronazione della Vergine e la Crocifissione e sul pinnacolo l’Annunciazione, già nella collezione di M. d’Atri; la predella con tre scene dalla Passione, già nella collezione di M.C. Mori; il trittico portatile con la Madonna dell’Umiltà, sui battenti santi e angeli, e una predella con la Pietà, nella Galerie Pardo; la parte centrale di tabernacolo con Madonna col Bambino con i ss. Andrea e Caterina (da considerare opera di bottega), già nella collezione di F. Pospisil.

A Niccolò di Tommaso furono attribuite inoltre da Tibor Gerevich, nel 1938, le pitture della cappella dell’antico palazzo reale di Esztergom, ipotesi ormai da più parti messa in discussione.

Fonti e Bibl.: R. Offner, N. di T., in Art in America, XII (1925), pp. 21-37 (riedito in Studies in Florentine painting. The fourtheenth century, New York 1927, pp. 109-126); E. Sandberg Vavalà, A Madonna by N. di T., ibid., XV (1927), pp. 273-287; H.D. Gronau, Neue Zuschreibungen an N. di T., in Belvedere, 1930, n. 17, pp. 95-98; Id., N. di T., in U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XXV, Leipzig 1931, pp. 439 s.; E. Arslan, Una Madonna di N. di T., in Dedalo, 1932, n. 6, pp. 467-470; T. Gerevich, Magyarország románkori emlékei [I monumenti romanici dell’Ungheria], Budapest 1938, p. 95; M. Meiss, Italian primitives at Konopište, in The Art Bulletin, XXVIII (1946), pp. 1-16; O. Morisani, Pittura del Trecento in Napoli, Napoli 1947, pp. 98 s.; A.O. Quintavalle, Ricostruzione e riapertura della Galleria nazionale di Parma con la mostra di dipinti noti ed ignoti dal XIV al XVIII secolo, in Bollettino d’arte, XXXIII (1948), pp. 266-276; R. Offner, A ray of light on Giovanni del Biondo and N. di T., in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, VII (1956), pp. 173-192; B. Berenson, Italian pictures of the Renaissance-Florentine school, London 1963, pp. 161-163; U. Schlegel, Beiträge zur Trecentomalerei, in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XI (1963-65), pp. 63-70; F. Bologna, I pittori alla corte angioina di Napoli, 1266-1414, e un riesame dell’arte nell’età fridericiana, Roma 1969, pp. 326-329; L. Gai, Nuove proposte e nuovi documenti sui maestri che hanno affrescato la cappella del Tau a Pistoia, in Bullettino storico pistoiese, V (1970), pp. 75-94; U. Procacci, Bonaccorso di Cino e gli affreschi della chiesa del Tau a Pistoia, in Giotto e il suo tempo. Congresso internazionale per la celebrazione del VII centenario della nascita di Giotto, Assisi-Padova-Firenze, …1967, Roma 1971, pp. 349-366; M. Boskovits, Pittura fiorentina alla vigilia del Rinascimento, Firenze 1975, pp. 35 s., 202-204; E. Carli, Gli affreschi del Tau a Pistoia, Firenze 1977; R. Offner, A critical and historical corpus of Florentine painting.A legacy of attributions, a cura di H.B.J. Maginnis, New York 1981, pp. 87-92; A. Tartuferi, Appunti tardogotici fiorentini: N. di T., il Maestro di Barberino e Lorenzo di Bicci, in Paragone, XXXVI (1985), 425, pp. 3-16; A. Ladis, A high altarpiece for S. Giovanni Fuorcivitas in Pistoia and hypotheses about N. di T., in Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, XXXIX (1989), pp. 3-16; E. Skaug, Punch marks from Giotto to Fra Angelico. Attribution, chronology and workshop relationships in Tuscan panel painting c. 1330-1430, I, Oslo 1994, pp. 166 s.; Id., St Bridget’s vision of the Nativity and N. di T.’s late period, in Arte cristiana, LXXXIX (2001), pp. 195-209; Id., The altarpiece for St Bridget’s first chapel at Piazza Farnese in Rome, in Kunst og Kultur, LXXXVI (2003), pp. 190-202; Id., N. di T. of Florence. St Bridget of Sweden’s first painter, in Acta ad archaeologiam et artium historiam pertinentia, n.s., IV(2004), pp. 289-321; T. Strinati, Casaluce. Un ciclo trecentesco in terra angioina, Milano 2007.

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