NICCOLI, Niccolò

Enciclopedia Italiana (1934)

NICCOLI, Niccolò

Remigio Sabbadini

Umanista, nato a Firenze circa il 1364 e ivi morto il 3 febbraio 1437. Formò la propria istruzione nel circolo di S. Spirito, attingendo ivi dalle dispute di L. Marsigli, di L. Bruni e di C. Salutati amore ed entusiasmo per i nuovi studî dell'antichità, dei quali poi, assecondato dal mecenatismo di Cosimo de' Medici, diventò fervido promotore. Ebbe a cuore l'incremento dello Studio pubblico, prendendo parte attiva alla chiamata di valenti professori, quali Manuele Crisolora, Guarino Veronese, Giovanni Aurispa, Francesco Filelfo. Si recò a Padova per trascriversi l'Africa del Petrarca e migrando, nel 1417 a Pisa, nel 1430-31 a Venezia e Verona, ne profittò per cercar codici e trarne copia. E dove non poteva giungere egli stesso, ricorreva agli amici per acquisto di testi in Italia e fuori, fino a costituirsi una biblioteca di tal numero e varietà di volumi, quale non s'era prima veduta. Destinava i suoi libri a essere omnibus civibus studiosis usui; la sua collezione depositata nel 1444 per disposizione di Cosimo nella chiesa di S. Marco, divenne la prima biblioteca pubblica. Nulla lasciò scritto il N., che rivive negli epistolarî degli umanisti contemporanei e nella biblioteca medicea.

Bibl.: G. Zippel, N. N., contributo alla storia dell'umanismo, Firenze 1890; id., in Giornale storico letter. ital., XXIX (1894), p. 170; R. Sabbadini, Le scoperte dei codici, Firenze 1905, pp. 53-55, 86-88, 91-92, 199; F. P. Luiso, Un cimelio umanistico (Nozze Terlizzi-Tatelli), Firenze 1900.