Piccinino, Niccolò

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Condottiero (Callisciana, Perugia, 1380 circa - probabilmente Cusago, Milano, 1444). Al servizio di Braccio da Montone cominciò la sua ascesa, combattendo soprattutto nel Lazio, nelle Marche e in Umbria. In seguito fu al servizio della Repubblica di Firenze. Dopo essere stato per quasi un anno e mezzo al servizio dei Fiorentini, passò, con grande loro sdegno, al servizio di Filippo Maria Visconti duca di Milano, che servì sempre fedelmente.

Vita e attività

Dei suoi primi anni poco si sa; figlio di un macellaio, perdette il padre a meno di dieci anni. Avviato al mestiere del lanaiolo, preferì andare in Romagna come ragazzo d'un uomo d'armi presso un Bartolomeo Sestio. Questi lo innalzò a uomo d'armi. Sposò in seconde nozze una nipote di Braccio da Montone, il quale gli affidò vari comandi militari. Assunto il comando delle truppe di Braccio dopo la morte di quest'ultimo, con esse, dopo essere stato oltre un anno al servizio dei Fiorentini, passò (1425) alle dipendenze di Filippo Maria Visconti, per il quale combatté nel 1426-27, insieme a Francesco I Sforza, i Veneziani, comandati dal Carmagnola; ma lo scarso accordo fra i due valenti capitani portò alla sconfitta di Maclodio (1427). Sempre al servizio dei Visconti, P. batté i Fiorentini a Lucca (1430) e i Veneziani a Cremona (1431) e a Delebio (1432), vittoria, quest'ultima, che assicurò a Filippo Maria la Valtellina; successivamente vinse i Pontifici di Niccolò da Tolentino a Castel Bolognese (1434), conquistando Bologna per il Ducato di Milano; nel 1437 fu invece battuto da F. Sforza a Barga. Forzato il passaggio dell'Oglio, riuscì a chiudere in Brescia i Veneziani del Gattamelata, il quale riuscì tuttavia a sfuggirgli, ritirandosi in Val di Ledro; spintosi fin sotto Padova, fu battuto a Tenna (1439) da F. Sforza, su cui si riprese con la conquista di Verona, fulmineamente rioccupata peraltro da F. Sforza. Operò poi (1440) la celebre diversione in Toscana, che gli permise di attuare perfino l'occupazione di Perugia; lo stesso anno fu però battuto ad Anghiari da Michele Attendolo. Nel 1441 il matrimonio della figlia di Filippo Maria Visconti, Bianca Maria, con F. Sforza segnò l'inizio della sua decadenza: fu sconfitto da F. Sforza dapprima a Monteluro (1443) e poi a Montolmo (1444).

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