AMIANI, Nicola

Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 2 (1960)

AMIANI, Nicola

Giuseppe Alberigo

Nacque a Fano nella prima metà del sec. XVI e nel convento della stessa città prese l'abito degli eremitani di S. Agostino. L'unica notizia della famiglia è in una storia manoscritta di Fano in cui l'A. è indicato come figlio di Elisabetta Amiani e fratello di Sebastiano, pure frate dello stesso Ordine e predicatore. Tra il 1550 e il 1557 seguì i corsi accademici nei vari Studi dell'Ordine, a Perugia sino al 1552, a Napoli nel 1553,a Venezia e a Milano nel 1555.Terminò gli studi a Rimini nel 1557 e ottenne il titolo di maestro in teologia e predicatore.

Che l'A. godesse di una certa considerazione in Fano può essere dedotto dal fatto che nel 1559 ebbe un aiuto pecuniario dalla città, per potersi trasferire a Faenza onde ottenere il dottorato in un pubblico collegio, e un altro nel 1577, quando lo stesso A. chiese che gli fossero acquistate a spese del Comune le opere di s. Agostino, necessarie per i suoi studi.

La vicenda più movimentata della sua vita però è situabile nel 1566 tra il settembre e l'ottobre, quando l'A. fu carcerato per suoi atteggiamenti di ribellione, purtroppo non meglio determinabili, nei confronti di Roma. É certo che la sua carcerazione non gli fece perdere simpatie tra gli abitanti della città, se una notte uomini mascherati lo liberarono. E il 17 settembre, quando fu di nuovo incarcerato, il Consiglio di Fano manifestò esplicitamente timori sulla possibilità di una sorveglianza efficace del frate. Egli era custodito come prigioniero dell'Inquisizione, secondo quanto risulta da una lettera degli ambasciatori di Fano a Roma, il cardinale Alessandrino, Michele Bonelli, ne chiese la consegna presso il governatore a Macerata e sottolineò l'importanza di fra' Nicola, minacciando di imporre alla città una pena di 400 50.000 scudi se egli non fosse giunto effettivamente a Macerata. Le trattative con Roma sul luogo e le modalità della consegna furono lunghe e la vicenda dell'A. si aggiunse ad altri atti di insubordinazione della città verso Roma e Pio V. Finalmente il frate fu consegnato a Macerata al governatore, ma il papa impose per una completa pacificazione anche la consegna di quelli che l'avevano liberato la prima volta. L'esito del processo non dovette essere troppo severo, dato che nel 1577 l'A. era sicuramente nella sua città, e intento agli studi. Secondo alcuni nel 1585 predicò ancora nella cattedrale. Sembra che morisse più tardi piamente in Puglia.

L'unico scritto che si conosce di lui è una Espositione del Salmo: Notus in ludea Deus, anno iubilei a perpetua memoria de n.ro SS.mo Papa Gregorio XIII pontefice massimo dal R.P.M. Nicola Amiani da Fano de l'Ordine di S. Agostino novamente data in luce 1581,conservato nella Biblioteca Vaticana, cod. Vat. Lat.5672, ff. 32, dove si trova anche una raffigurazione dell'A, che offre lo scritto al papa.

Fonti e Bibl.: Analecta Augustiniana,IX (1921-22), p. 387; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia,I, 1, Brescia 1753, p. 634; E. Vecchietti, Bibliotheca Picena,I, Osimo 1790, p. 101; A. Pellegrini, Padre N. A.,in Studia Picena,11(1926), pp.87-102; P.A.P., Il padre M. Sebastiano Amiani agostiniano,in Bollett. stor. agostiniano,II (1926).

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