GRUNDTVIG, Nicolai Frederik Severin

Enciclopedia Italiana (1933)

GRUNDTVIG, Nicolai Frederik Severin

Giuseppe Gabetti

Storico, teologo poeta danese, nato a Udby nella Selandia l'8 settembre 1783, morto a Copenaghen il 2 settembre 1872: personalita dominante nella vita culturale scandinava, la cui influenza, fortissima in tutto il Nord dalla prima metà del secolo, si protrasse fino a Bjørnson e a Ibsen. Notevole sotto ogni aspetto della sua attività, fu soprattutto un educatore nazionale del popolo. Prete, nel 1813 cappellano a Udby, nel 1821 pastore a Prœstœ, dal 1822 al 1825 predicatore a Copenaghen, dal 1839 alla morte pastore a Copenaghen nella chiesa di Vartov (dal 1867 col titolo di vescovo), giunse anche alla stessa vocazione religiosa attraverso il sentimento nazionale e lo studio delle religioni germaniche antiche, che gl'ispirarono le sue prime opere: il saggio Nordens Mytologi (1808), il poema drammatico Optrin af Kœmpelivets Undergang i Nord (Scena del tramonto della vita degli eroi nel Nord, 1809). E qualcosa d'un Kœmpe antico rimase in lui, anche dopo che nell'interpretare la parola di Cristo ebbe trovato definitivamente la sua via: non solo per l'impeto ingenuo che sempre e dappertutto portò nella polemica e nella predicazione, ma anche per lo spirito stesso a cui costantemente restò informato il suo pensiero; per la forza della personalità che lo spinse a cercare nella propria coscienza il diretto contatto con Dio; per la natura semplice e primitiva del sentimento religioso che lo indusse a contrapporsi al luteranesimo razionalista; per l'ambizione di creare attraverso una nuova e moderna interiorità religiosa una base unitaria alla vita nazionale dei popoli del Nord.

La sua interpretazione del Paternoster, del battesimo e degli altri sacramenti, della divina grazia, ecc.; la sua formulazione del protestantesimo come "di un messaggio che spetta agli uomini accogliere e comprendere in sé, mentre invece il cattolicesimo si presenta agli uomini come una nuova legge"; la sua esplicazione simbolica dei testi sacri; la sua fede in una rivelazione continua operantesi nelle coscienze e sintetizzantesi nella Chiesa, divennero nel Nord una forza storica in gran parte perché attraverso di esse lo spirito nazionale cercava la sua concreta realtà; e più che per l'efficacia persuasiva del pensiero teorico nelle prediche (Kristelige Prædikener eller Søndags-Bog, 1827 segg.), per il pathos con cui il G. faceva rivivere nei suoi salmi la grande tradizione dei salmisti danesi da Tausen a Brorson, a Kingo (Sangvcœk til den danske Kirkeskole, 1870; Kirkeaaret i Salmesang, 1873; Kristenlivet i Salmesang, 1880). Del resto, a fianco di questa sua attività - che, in seguito ad una polemica col Clausen, doveva condurlo nel 1825 a lasciare per tre lustri la cura d'anime - anche l'attività immediatamente volta a ridestare la coscienza nazionale non subì interruzione: alle traduzioni della cronaca di Saxo Grammaticus (1818) e dell'Edda di Snorri (1822), alla pubblicazione di una rivista storico-letteraria Dannevirke (18I6 segg.) seguivano in un breve giro di anni il Krønike-Rim til Bønelærdom (Cronaca in rima ad uso delle scuole, 1829), la Nordens Mytologi eller Sindbilledsprog (Mitologia nordica come linguaggio di simboli, 1832), lo Haandbog i Verdenshistorien (Manuale di storia del Mondo 1833-43): tutte opere dominate dalla passione per il Medioevo gemianico.

In opposizione al mondo latino, romano, il mondo germanico è considerato dal G. come il rinnovamento e lo sviluppo del mondo ellenico in una più profonda concezione della vita, maturata nel Medioevo e culminata nel protestantesimo: i popoli del Nord ne sono l'espressione più pura. Solo verso la metà del secolo il G. passò decisamente da questa esaltazione di una coscienza germanico-scandinava a una vera e propria coscienza nazionale danese. Si gettò allora direttamente nella vita politica: prima come educatore, creatore delle Skolen for livet (Scuole per la vita), intese come scuole superiori per il popolo; poi, membro del parlamento, come scrittore e oratore, intervenendo in tutte le questioni del tempo, dalla rivoluzione del'48 alla questione dello Schleswig: ancora ottantatreenne, nel 1866, in parlamento, dopo la perdita dello Schleswig, elevava una voce serena di ammonimento e di fede. La stessa lirica, con la quale spesso accompagnò gli avvenimenti pubblici e gli avvenimenti intimi della sua propria vita, ha modi per lo più corali, attinti alle Viser popolari danesi (Nordiske Smaadigte, Piccole poesie nordiche, 1838, ecc.).

Ediz.: Poetiske Skrifter, ed. S. Grundtvig (Copenaghen 1880 segg.); Udvalgte Skrifter, ed. N. Begstrup (voll. 10, Copenaghen 1904-09; ed. P. A. Rosenberg. Copenaghen 1930 segg.). Numerose ed. scelte di F. Rønning (1916), I. Falbe Hansen (1921), V. Saxtorph (1926), Begtrup (1929). Fra gli epistolarî, vedi quelli con Ingemann, ed. S. Grundtvig (Copenaghen 1882], con Molbech, ed. K. F. Molbech, e L. Sehrøder (Copenaghen 1888), con Rørdam, ed. H. F. Rørdam (voll. 3, Copenaghen 1891-95). E cfr. la raccolta Breve til og fra N. F. S. Grundtvig, ed. G. Christensen e S. Grundtvig (voll. 2, Copenaghen 1924-26).

Bibl.: H. Brun, Biskop. N. F. S. G.s Levnedsløb, voll. 4, Copenaghen 1882; L. Schrøder, N. F. S. G.s Levned, Copenaghen 1901; H. Rosendal, N. F. S. Grundtvig, Copenaghen 1929; J. P. Bang, G.s Arv, 2ª ed., Copenaghen 1930; F. Rønning, N. F. S. Grundtvig, voll. 4, Copenaghen 1907-14. E cfr. inoltre, fra gli studî speciali, S. Bergentz, G.s religiøsa idealism, Stoccolma 1923; A. Garde, Gs. mytologi, Copenaghen 1897; V. Somerfelt, G. som Salmedigter, Copenaghen 1899.