Nimrud

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Nome attuale dell’antica Kalkhu (biblica Kalah), una delle capitali dell’impero assiro, situata lungo la riva sinistra del Tigri, circa 35 km a valle dell’od. Mossul (Iraq). La città fu fondata sotto il regno di Salmanassar I (1243-1207 a.C.) e fiorì particolarmente sotto Assurnasirpal II (883-859 a.C.), del cui palazzo si conservano notevoli resti (rilievi celebrativi), insieme all’acropoli e alle fortificazioni. Dall’area del palazzo provengono le tombe delle regine del 9° e 8° sec. a.C., con i loro ricchissimi corredi. Oggetto di scavi anche i templi e l’eccezionale complesso di Forte Salmanassar (8° sec. a.C.), da cui provengono pitture e avori. Anche dai palazzi dell’acropoli, di cui restano importanti strutture, provengono sculture, pitture, avori e bronzi. Le case private ai limiti dell’acropoli forniscono una documentazione interessante (7° sec. a.C).

Gli scavi furono iniziati a N. nel 1845 da A. H. Layard, che vi condusse ininterrottamente campagne fino al 1851; dopo l'esplorazione di H. C. Rawlinson nel 1852, le ricerche furono continuate da H. Rassam dal 1852 al 1854. Nel dicembre del 1854 W. K. Loftus iniziò gli scavi patrocinati dall'Assyrian Exploration Fund; dopo la sua morte (1858) l'esplorazione fu ripresa nel 1873 e nel 1876 da G. Smith che era giunto in Mesopotamia per operare a Quyungiq; quindi nel 1879 fu ancora H. Rassam a dirigere le ricerche. Dopo una lunga pausa, nel 1949 la British School of Archaeology in Iraq riprese gli scavi, affidandone la direzione a M.E.L. Mallowan; a partire dagli anni Ottanta il centro urbano è stato oggetto di ricerche, scavi, studi, restauri a opera della Direzione Generale delle Antichità dell'Iraq, del Centro Scavi Polacco di Varsavia e di interventi internazionali coordinati dalle autorità irachene, cui ha anche partecipato il Centro Scavi dell'Università di Torino, mentre nel 2013 il britannico Progetto Nimrud Project ha inventariato le ricchissime collezioni di manufatti provenienti dal sito e distribuite presso numerosissimi musei di tutto il mondo. Ubicato in un territorio caduto dal 2014 sotto il controllo dell'organizzazione islamica di stampo jihadista Is, nel marzo 2015 il sito - come parte di un più ampio programma di annientamento del patrimonio storico e culturale che ha comportato il danneggiamento di numerosi altri siti e musei presenti nella stessa area - ha subìto gravissimi danni a seguito di un attacco inferto da questa alle sue strutture architettoniche, definito dall’UNESCO un crimine di guerra; il mese successivo il giacimento archeologico è stato raso al suolo con l'impiego di bulldozer e cariche di esplosivo. Nel novembre 2016, nel quadro dell'offensiva messa in atto dall'esercito iracheno per sottrarre il controllo dell'area alle forze jihadiste, la città è stata liberata.

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