McLAREN, Norman

Enciclopedia del Cinema (2003)

McLaren, Norman

Alfio Bastiancich

Regista scozzese, naturalizzato canadese, del cinema di animazione, nato a Stirling l'11 aprile 1914 e morto a Montréal il 26 gennaio 1987. Artista-artigiano per eccellenza, esplorò incessantemente le possibilità tecniche e linguistiche del cinema di animazione, senza tuttavia mai dimenticare l'esigenza morale di stabilire una forte comunicazione con il pubblico. La sua filmografia conta sessantasei opere, tutte caratterizzate da un'incessante ricerca e da un implacabile rigore compositivo. Tra le tecniche da lui inventate (o recuperate dalla storia del cinema) e portate al massimo livello espressivo vi sono le varie forme di disegno diretto su pellicola (graffiando o incidendo l'emulsione fotografica, creando in tal modo effetti di profondità di campo e addirittura di stereoscopia), il suono animato (disegnando nella zona della pellicola riservata alla colonna sonora) e quello sintetico (fotografando in quello stesso spazio una serie di cartoncini di dimensioni e forme predefinite), l'animazione di esseri umani (pixillation), di oggetti (stop-motion) o di elementi ritagliati (découpage), della pittura (il film nasce dalla continua metamorfosi di un quadro), la sovrimpressione alla camera ottica (slow-motion animation). L'intimità con la pellicola derivante dal tracciarvi immagini, molto simile a quella del pittore con la sua tela, portò McL. a scandagliare le unità minime del linguaggio cinematografico. è uno dei cineasti più premiati della storia del cinema: vinse tra l'altro un Oscar per il migliore documentario nel 1953 con Neighbours (1952).

Figlio di un architetto d'interni, dal 1932 al 1936 studiò scenografia alla Glasgow School of Art. Durante questo periodo realizzò vari cortometraggi: nel 1933 Seven till five, documentario sulla vita nella sua scuola, e Hand painted abstractions (con Stewart McAllister), in cui sperimentò per la prima volta il disegno su pellicola; nel 1935 Camera makes whoopee, su un ballo scolastico, e Polychrome phantasy, sulla crescita dei cristalli, entrambi con animazioni unite a riprese dal vero, e la 'fantasia astratta' Color cocktail. Quest'ultimo, presentato allo Scottish Amateur Film Festival, colpì molto il celebre documentarista John Grierson, che nel 1936 chiamò McL. a Londra, mettendolo a capo del reparto animazione della General Post Office Film Unit, di cui era responsabile. Subito dopo McL. si recò in Spagna come operatore di Ivor Montagu per il documentario sulla guerra civile Defence of Madrid: l'esperienza lo segnò profondamente, tanto che nello stesso anno produsse a sue spese e diresse (con Helen Biggar) un documentario di propaganda pacifista con alcune sequenze animate, Hell unlimited. Per la GPOFU realizzò i documentari dal vero Book bargain (1937) e News for the Navy (1938), l'animazione astratta Mony a pickle (1938), e Love on the wing (1938), il suo primo film 'ufficiale' con animazione diretta su pellicola; passò poi al Film Center, dove girò un film didattico per la British Gas Corporation, The obedient flame (1939), con animazioni e riprese dal vero. Lasciò alla fine del 1939 un'Europa ormai in imminente stato di guerra per trasferirsi a New York. Qui perfezionò la tecnica del disegno diretto su pellicola, realizzando per vari organismi (il Guggenheim Museum of Non-Objective Art, la National Broadcasting Corporation, la Creative Film Society) una mezza dozzina di brevissime improvvisazioni visive, tra cui Dots e Loops (1940). Nel 1941 Grierson lo chiamò in Canada per costituire il dipartimento animazione dell'ente cinematografico pubblico Office national du film/National Film Board, di cui era responsabile. Da questo momento in poi la vita e l'attività di McL. furono indissolubilmente legate a questa importante organizzazione di cui divenne, con il suo impegno artistico e civile, uno dei maggiori rappresentanti. In tale lavoro si valse di frequente della collaborazione di altri registi, in particolare René Jodoin, Evelyn Lambart, Claude Jutra.Pur essendo un fervente pacifista, nel periodo della Seconda guerra mondiale accettò di realizzare i film di propaganda bellica V for Victory (1941), Five for four (1942), Hen hop (1942), Dollar dance (1943) e Keep your mouth shut (1944). A parte quest'ultimo, in cui si fa esplicito riferimento al subdolo nemico operante in patria, gli altri sono inviti all'acquisto dei buoni di risparmio statali a sostegno dello sforzo bellico, in cui una varietà di segni tracciati direttamente su pellicola danzano al ritmo di brani musicali popolari. Tra i suoi successivi film più noti e apprezzati figurano: alcuni episodi delle serie, realizzate a partire dal 1944, Chants populaires (tra essi C'est l'aviron, disegnato a gouache) e Let's all sing together (tra essi Alouette, effettuato insieme a Jodoin, con carte ritagliate), La poulette grise (1947; pastelli animati su un canto popolare del Québec), Begone dull care (1949, diretto con la Lambart e premiato nel 1950 alla Mostra del cinema di Venezia; disegno diretto su pellicola, accompagnato da un brano di Oscar Peterson), Neighbours (apologo domestico sull'inutilità della violenza, nel quale perfezionò tecnicamente e portò alle massime vette espressive la pixillation), Blinkity blank (1955, Palma d'oro per il miglior cortometraggio al Festival di Cannes; disegni astratti incisi con uno spillo su pellicola nera), Rythmetic (1956, ancora con la Lambart, Orso d'argento per il miglior cortometraggio al Festival di Berlino; un'originale lezione d'aritmetica elementare), A chairy tale (1957, realizzato insieme a Jutra, nomination all'Oscar nel 1958; un singolare diverbio tra un uomo e la sua sedia, su musica originale di Ravi Shankar), Pas de deux (1968; uno dei più poetici film sperimentali della storia del cinema, realizzato in slow-motion animation), Spheres (1969, diretto con Jodoin; opera rigorosa e surreale su musica di J.-S. Bach), Synchromy (1971).

Celebri furono i suoi viaggi d'insegnamento sul cinema per conto delle Nazioni Unite in Cina (1949) e in In-dia (1952), tanto da fargli conferire l'appellativo di 'uomo Unesco'. Gli sono stati dedicati film in Gran Bretagna (The eye ears, the ear sees, 1970, di Gavin Millar), negli Stati Uniti (Camera three: Norman McLaren, film artist, 1970, di Merrill Brockway), in Canada (Creative process: Norman McLaren, 1991, di Donald McWilliams) e in Francia (Norman McLaren, 2001, di André Labarthe).

Bibliografia

F. Hardy, Dots and loops: the story of a Scottish film cartoonist, Edinburgh 1951.

G. Rondolino, Norman McLaren: 15 documentari, Torino 1959.

Cinémathèque canadienne, Norman McLaren, Montréal 1965.

Norman McLaren, éd. L. Bonneville, in "Séquences", 1975, 82, nr. speciale.

M. Collins, Norman McLaren, Ottawa 1976.

Norman McLaren, ed. D. Curtis, Edinburgh 1977.

G. Glover, McLaren, Montréal 1980.

A. Bastiancich, L'opera di Norman McLaren, Torino 1981.

V.T. Richard, Norman McLaren, manipulator of movement, Newark (NJ) 1982.

Norman McLaren, ed. D. McWilliams, Oslo 1997.

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