NORMANDIA

Enciclopedia Italiana (1934)

NORMANDIA (A. T., 32-33-34)

Clarice EMILIANI
Georges BOURGIN
Louis GILLET

Regione storica e antica provincia della Francia settentrionale compresa tra la Piccardia a E., la Bretagna a O., la regione di Parigi, il Perche e il Maine a S. e la Manica a N.; su quest'ultima si affaccia per la lunghezza di circa 600 km., dalla foce della Bresle a quella del Couesnon. Fanno parte della Normandia gli attuali dipartimenti della Senna Inferiore, dell'Eure, del Calvados e della Manica, quasi per intero il dipartimento dell'Orne e la parte settentrionale dell'Eure-et-Loire. Il vasto territorio compreso entro questi limiti non costituisce un'unità geografica, ma comprende numerose regioni naturali, diverse per aspetto e costituzione geologica, il cui legame è dato dal comune passato storico e soprattutto, come il nome stesso indica, dalla comune origine degli abitanti.

Per quanto riguarda la costituzione del terreno, la Normandia risulta formata da due parti ben distinte: l'orientale, cretacica e giurassica, che fa parte dei terreni secondarî del bacino di Parigi, e l'occidentale appartenente ai terreni primarî del Massiccio Armoricano. Tale diversità si rispecchia, in parte, nella divisione che distingue la Normandia in Alta a E. e Bassa a O., per quanto quest'ultima parte comprenda terreni secondarî. L'Alta Normandia risulta formata da un vasto altipiano elevato da 200 a 100 m. s. m., che i corsi d'acqua, scorrendo incassati in valli profonde, hanno frazionato in tanti pays, ognuno con caratteristiche proprie. L'estremità orientale di questo altipiano, costituito da creta bianca, ricoperta per lo più da un sottile strato di limo e di argilla, si stende, a forma di triangolo, sulla destra della Senna tra questa e la Piccardia; per la natura molto permeabile del terreno l'acqua manca in superficie, mentre le valli incassate, nelle quali la circolazione è abbondante, sono spesso paludose. L'altipiano si continua sulla sinistra della Senna, nel Pays d'Auge e nel Lieuvin, dove però predominano terreni argillosi, mentre il calcare affiora nel Roumois, Pays d'Ouche, Plaine de Saint-André e Thimerais. Con la valle della Dives ha inizio la Bassa Normandia, nella quale i terreni secondarî formano l'altipiano di calcare giurassico della Campagna di Caen che la fertile depressione del Bessin, costituito da argille liassiche, separa dai terreni primarî del Cotentin; il calcare giurassico, duro e permeabile, forma una superficie tabulare spoglia di alberi, nella quale i corsi d'acqua hanno inciso poche e profonde valli. A S. del Bessin e della Campagna di Caen s'innalzano le Colline Normanne che si stendono a semicerchio e si continuano nelle Colline del Perche; per quanto poco elevate (365 m. nel M. Pinçon), per le foreste che le rivestono, per le valli pittoresche, per la ricchezza delle acque, le Colline Normanne fanno un piacevole contrasto con i monotoni altipiani che si stendono ai loro piedi. Importante nodo idrografico, ne scendono alla Loira la Mayenne, alla Manica l'Orne, l'Aure e la Vire. La Normandia termina a ovest con la penisola del Cotentin, costituita da graniti, arenarie e scisti che l'erosione ha foggiato in altipiano relativamente elevato; mentre nella parte orientale del Cotentin da Valognes a Saint-Lô si stende una vasta depressione di argilla e sabbia. Le coste della Normandia, pur mantenendo in genere il carattere di coste alte, presentano aspetti diversi; a NE., dalla foce della Bresle alla Baia della Senna, l'altipiano di creta bianca del Pays de Caux si affaccia sul mare con un'uniforme ripa alta fino a 100 m. s. m., solo interrotta dalle foci dei corsi d'acqua, presso le quali sono sorti i rari porti; alla costa del Pays de Caux, fa contrasto la costa, in genere bassa e sabbiosa, con la quale terminano sul mare il Lieuvin e il Pays d'Auge; le spiagge, specie in prossimità delle foci dei fiumi, occupano la maggior parte della costa su cui strapiombano qua e là falesie cretaciche; in questo tratto sono sorte numerose stazioni balneari, alcune delle quali rinomatissime (Deauville, Trouville). Anche la Campagna di Caen è orlata da una costa sabbiosa, interrotta da alte falasie calcaree e accompagnata da una catena di scogli anch'essi calcarei (Rocce del Calvados) pericolosi alla navigazione; di difficile accesso, è priva d'insenature e di buoni porti naturali. La costa orientale del Cotentin, dapprima bassa e importuosa, diventa nella parte settentrionale, corrispondente alla zona più elevata della penisola, accidentata e frastagliata da insenature, promontorî, gruppi d'isolotti e scogli. Dalla punta di Barfleur la costa volge a O., quindi a partire dal Capo della Hague, a S. Il Capo di Carteret segna il limite dell'alta costa incisa nei graniti, alla quale fa seguito una spiaggia sabbiosa accompagnata da dune; di lì con qualche interruzione la costa bassa e inospitale prosegue fino alla foce del Couesnon.

Nonostante la varietà del paesaggio, una certa unità viene data alla Normandia dal clima che è caratterizzato da inverni lunghi, ma non rigorosi, estati fresche ed escursioni lievi; le precipitazioni portate dai venti di O. cadono in ogni stagione; dalla costa (800-900 mm. annui) vanno diminuendo verso l'interno, per aumentare di nuovo nelle Colline Normanne e del Perche (1000 e più mm.). Gran parte dell'altipiano scarseggia alla superficie di acque che affiorano copiose nelle valli; abbondante invece è la circolazione superficiale nel Cotentin e nelle Colline Normanne dove frequenti sono gli stagni. L'Alta Normandia invia le sue acque alla Senna che con ampî meandri scorre incassata nell'altipiano sovrastante il letto del fiume con scarpate da 50 a 100 m. Confluiscono nella Senna a sinistra l'Euvre, l'Avre, l'Iton, la Risle provenienti dalle Colline del Perche; a destra l'Epte e l'Andelle. A nord della Senna sboccano direttamente nella Manica brevi corsi d'acqua le cui foci vengono utilizzate come porti; così l'Arques (Dieppe) e la Bresle (Fécamp). A sud della Senna la Touques, la Dives e l'Orne, il maggiore tra questi, hanno anch'essi origine dalle Colline del Perche, ma per la ristrettezza dei bacini sono scarsi di acque.

Favorita dal clima umido, ma temperato e in molte parti dalla natura del suolo, la Normandia è una delle grandi regioni agricole della Francia; a base dell'economia agricola sta la coltivazione dei cereali particolarmente favorita sugli altipiani del Pays de Caux e della Campagna di Caen; nelle zone più elevate del Cotentin prevalgono sul grano, l'avena e il mais; in diminuzione sono le antiche colture del lino e della colza che vengono sostituite con la coltivazione delle barbabietole da foraggio e da zucchero. In tutta la Normandia, ma in special modo nel Bocage Normanno e nel Cotentin, si coltivano i meli per la fabbricazione del rinomato sidro. Nelle valli meglio esposte e in una ristretta fascia costiera del Cotentin, il cui terreno viene reso fertile mediante la concimazione con alghe marine, prosperano legumi e patate primaticcie che vengono esportate a Parigi e in Inghilterra.

Importanza non minore della coltivazione ha l'allevamento del bestiame; bovini da carne e da latte, vengono allevati, in gran numero, nelle praterie naturali o artificiali, nel solo dipartimento della Manica i bovini superano il 1/2 milione. Notevole è quindi la produzione del latte, burro e formaggi; particolarmente pregiato è il burro d' Isigny che alimenta una notevole esportazione verso Parigi e l'Inghilterra. Pregiate razze di equini tra le quali hanno fama i mezzo sangue normanni e i cavalli del Perche, si allevano nel Cotentin e nelle Campagnes. Nel Thimerais, nell'Ouche e nel Cotentin prospera inoltre l'allevamento dei montoni. Nonostante che la Normandia sia famosa per l'aspetto verdeggiante del suolo, pure i boschi coprono una superficie limitata, mancando affatto negli altipiani calcarei; foreste di qualche estensione si trovano nel Vexin Normanno (foresta di Lyons), nel Pays d'Ouche (foreste di Conches e di Breteuil) e nelle Colline Normanne (foreste di Écouves, di Andaine). Per la natura delle coste, in genere alte e prive di approdi o basse e importuose, la pesca non ha grande importanza; porti pescherecci dell'Alta Normandia sono Dieppe. Fécamp, Ouistreham e Caen: la pesca è invece notevole nel Cotentin di cui costituisce, da antica data, una delle principali risorse; prevale, in genere, la pesca costiera a Cherbourg, Barfleur, Blainville, Regnéville, Carteret, mentre da Granville parte ogni anno una flottiglia di 50 navi per Terranova. Le ricchezze minerarie della Normandia comprendono i giacimenti di minerale di ferro che si allungano da est a ovest a S. di Caen; il minerale estratto (circa 1.690.000 tonn. all'anno) che, prima della guerra mondiale, veniva esportato dal porto di Caen in Inghilterra, ora alimenta una notevole industria metallurgica sviluppatasi a Caen e nei suoi dintorni immediati. Complessivamente la produzione del minerale di ferro estratto dalle miniere normanne rappresenta il 3,4% della produzione francese. Si estraggono inoltre calcari da costruzione nei dintorni di Caen, arenaria e granito nel Cotentin. Antica e fiorente industria caratteristica della regione è la tessile; anche in Normandia, come nell'Est della Francia, sorse come industria casalinga, utilizzando il materiale (lana e lino) prodotto nella regione, per mutarsi poi, con l'impiego del cotone, in grande industria. Rouen è oggi uno dei grandi centri cotonieri della Francia e ad esso fanno corona numerosi altri centri minori. L'industria tessile è inoltre fiorente a Lillebonne e Yvetot (cotone), a Louviers e a Elbeuf (tessitura della lana), a Flers e a Condé-sur-Noireau, ecc. All'industria mineraria e alla tessile se ne aggiungono numerose altre disseminate nei varî centri; così costruzioni navali e fabbriche di macchine agricole a Cherbourg, stabilimenti di prodotti chimici, saponi, raffinerie di petrolio, cartiere, ecc. a Rouen.

La popolazione che, a causa della scarsa natalità, è in costante diminuzione, vive in prevalenza accentrata; solo nel Cotentin e nelle Colline Normanne la popolazione sparsa raggiunge una percentuale elevata; i centri sorgono per lo più nei fondovalle o in riva al mare presso lo sbocco di un corso d'acqua: così Rouen nella valle della Senna (122.000 abitanti) capitale intellettuale e artistica e insieme il maggiore centro industriale della Normandia, il cui porto fluviale è il secondo della Francia per tonnellaggio di merci sbarcate e imbarcate; Le Havre presso la foce della Senna (165.000 ab.), il centro più popoloso della regione e il primo porto della Francia per valore di merci sbarcate e imbarcate; Cherbourg (37.000 ab.) porto militare e industriosa cittadina, Caen (58.000 ab.) posta nella valle dell'Orne nel punto in cui il fiume canalizzato cessa di essere navigabile.

A questi maggiori centri se ne aggiungono numerosi altri minori, mercati agricoli e centri industriali, quali Alençon (17.000 ab.), Lisieux (15.300 ab.), Évreux (19.315), Louviers (10.000), Saint-Lô (11.000), Flers (13.000), Dieppe (25.000), Elbeuf (18.000), Fécamp (17.000).

Storia. - Il nome di Normandia trae origine dai Normanni che vi si stabilirono fino dal sec. IX. Ma le denominazioni delle antiche tribù galliche si sono conservate: i Caletes e i Veliocasses nella regione di Caux e nel Vexin, gli Eburovices a Évreux, i Lexovii a Lisieux, gli Esubii a Séeps, i Viducases a Vieux, i Bajocasses a Bayeux, gli Abricantes ad Avranches; solo quella degli Unelli è cambiata in Costantia (Coutances) in onore di Costantino. D'altronde, all'epoca romana, la maggior parte della futura Normandia formava la Seconda Lionese; sua capitale era Rotomago (Rouen) e la città principale Iuliabona (Lillebonne). Al principio del secolo IV Rouen è sede di un vescovo, che probabilmente non è S. Nicasio, martirizzato, secondo la leggenda, alla metà del sec. III sulle rive dell'Epte; Lillebonne viene distrutta verso la fine del medesimo sec. IV, ma un'idea della sua antica importanza è data dagli avanzi del suo teatro di 150 m. di diametro. Una popolazione sassone pare si sia stabilita molto presto nel paese.

La Normandia si sviluppa notevolmente sotto i Merovingi: il vescovo Pretestato ha una parte importante sotto Chilperico: sant'Ouen è un consigliere di Dagoberto; si fondano le grandi abbazie di Saint-Wandrille e Jumiège, il paese in genere è una delle parti più considerevoli della Neustria. Ma proprio nel momento in cui i Carolingi presero il posto dei Merovingi, apparve il pericolo normanno.

L'anno stesso della battaglia di Fontenoy-en-Puisaye, che segnò lo sfasciarsi dell'impero carolingio (840), i Normanni risalgono il corso della Senna, e il 12 maggio 841 attaccano Rouen. Gli sforzi di Carlo il Calvo e di Roberto il Forte per porre un freno allo sterminio restano vani: gl'invasori hanno una base inespugnabile nell'isola d'Oscelle di fronte a Jeufosse. La grande invasione dell'879, venuta dal Nord, prepara il terreno all'invasione dell'885 per la via della Senna: Siegfried entra in Rouen, il 25 luglio, proseguendo poi per Parigi che sarà risparmiata. Gli ultimi Carolingi, Luigi III, Carlomanno, Carlo il Grosso, il primo dei Robertiani, Eudes I, non impedirono le incursioni normanne. Spetta al carolingio Carlo III, detto il Semplice, l'arresto degl'invasori già fortemente concentrati nei paesi della bassa Senna e resi propensi a venire a patti dopo i numerosi scacchi subiti. L'accordo è concluso nell'autunno del 911, pur senza la stipulazione di un formale trattato, tra il re di Francia e il capo normanno Rollone (o Rolf o Rou): questi, che accetta di essere battezzato, (il che avvenne nel 912), ottiene circa la metà di quel che si chiama Normandia, ossia le diocesi di Rouen, Évreux, Lisieux, eccettuata la regione tra l'Eure e la Senna che apparteneva all'abbazia di Saint-Germain-des-Prés, non tenendo conto dei paesi di Bayeux e di Saint-Lô, già da tempo in mano dei Normanni.

I territorî ceduti, e dei quali gli antichi proprietarî o erano stati uccisi o erano emigrati, vennero dati agli uomini di Rollone; da ciò la quantità di nomi di origine scandinava che si trovano in Normandia (desinenze in beuf "dimora"; fleur "fiord"; bec "ruscello"; dal "valle": cot "villaggio"; senza contare la finale romanza ville che termina toponimi ugualmente scandinavi). In compenso i Normanni impararono molto presto la lingua francese con le caratteristiche proprie della regione, e a cominciare dal successore di Rollone, alla corte ducale non si parlò quasi più la lingua originaria. Nel frattempo, i primi capi, fossero essi chiamati conti o duchi, seppero istituire un'amministrazione che attuò l'ordine e la disciplina, mentre alle chiese e alle abbazie ricostruite furono fatti munifici doni.

A partire del 911, la storia della Normandia è quella di un grande feudo francese; il quale, fino alla sua prima riunione alla corona sotto Filippo Augusto nel 1204, ha una sua importante parte nei fatti politici della vita nazionale. Talvolta alleati e talvolta avversarî dei re, i duchi di Normandia approfittano di tutte le occasioni per ampliare i loro possedimenti: nel 923, Rollone ottiene la punta tra la Senna e l'Eure, le diocesi di Bayeux e di Sées e, temporaneamente, quella del Mans. Il figlio e successore Guglielmo Spadalunga riceve nel 933 il Cotentin e l'Avranchin; Riccardo I, invece, caduto in potere del re Luigi IV d'Oltremare, avrebbe perduto i suoi stati, se non fosse intervenuto il re di Danimarca, Harald Denteazzurro; una sua flotta arrivò fino dentro la Dive e le sue truppe batterono a Varaville l'esercito di Luigi IV. Un nuovo tentativo di costui nel 946, per impadronirsi di Rouen, fallì, e, nel 960, Riccardo sposò una figlia del grande avversario feudale di Luigi IV, il robertiano Ugo il Grande. Il conte di Chartres, sposato alla vedova di Guglielmo Spadalunga, matrigna di Riccardo, non fu più fortunato nel 962, e la regione di Chartres subì un'offensiva disastrosa da parte dei Normanni aiutati dagli Scandinavi. Generoso verso le chiese, Riccardo Senzapaura fece costruire o terminare la primitiva cattedrale di Rouen, innalzò l'abbazia di Saint-Ouen, arricchì le abbazie di Fécamp e del Mont Saint-Michel; seppe dominare i feudatarî laici ed ecclesiastici, tutti sottoposti direttamente alla sua sovranità, e imporre ai suoi sudditi le norme d'un rigoroso diritto. Il suo successore, Riccardo II il Buono, dovette tuttavia reprimere un' insurrezione di contadini (997); se egli ebbe buoni rapporti col re di Francia, Roberto I, ne ebbe di eccellenti col re di Danimarca Canuto il Grande, conquistatore della Gran Bretagna, e col re di Norvegia Olaf, che convertì al cristianesimo il suo paese. Riccardo III successe nel 1026 a suo padre, ma per breve tempo, perché fu sostituito nel 1028 dal fratello Roberto il Magnifico o il Diavolo, che seppe reprimere un tentativo di rivolta di signori, tra i quali il conte di Bellême; seppe ottenere dal re Enrico I, che egli aveva sostenuto contro la ribellione dei suoi vassalli, il Vexin francese (tra l'Epte e l'Oise), e finì col morire durante un pellegrinaggio in Terrasanta (1035).

Questo pellegrinaggio segna uno degli aspetti dell'espansione normanna, legata, del resto, all'arricchimento e allo sviluppo demografico del paese. Essa si attuò con l'insediamento dei Normanni in Italia e con la conquista dell'Inghilterra compiuta dal figlio di Roberto il Diavolo, Guglielmo il Bastardo o il Conquistatore (1066). Aiutato all'inizio del suo regno, durante la rivolta dei proprî vassalli, dal re di Francia Enrico I (1047), ma attaccato poi da questo e dal duca d'Angiò (1055, 1058), non fu invece ostacolato nella sua spedizione in Gran Bretagna dal nuovo re di Francia Filippo I. Tuttavia, tale spedizione doveva segnare l'inizio delle non lievi difficoltà tra la corona di Francia e la casa normanna, la cui potenza veniva raddoppiata dalla conquista dell'Inghilterra, sebbene la nuova dinastia potesse trovare nella Manica un ostacolo all'impiego delle forze anglo-normanne. Dal 1066 al 1453, la storia di questi contrasti tra Francia e dinastia normanna si suddivide in diversi periodi: dal 1087 al 1214, si ha un periodo di guerre più o meno continue sotto il regno di Guglielmo il Conquistatore e sotto i suoi figli, Roberto duca di Normandia, Enrico I Beauclerc duca e re in seguito alla battaglia di Tinchebrai vinta su suo fratello Roberto (1108) e in seguito al fallito tentativo fatto da suo nipote Guglielmo Cliton; poi sotto i duchi e i re della casa Plantageneta (Enrico II, Riccardo Cuor di leone, Giovanni Senzaterra). Questo periodo finisce dopo la confisca e la conquista della Normandia da parte del re di Francia Filippo Augusto (assedio di Rouen, 24 giugno 1204), con le battaglie della Roche-aux-Moines e di Bouvines, perdute dalla coalizione antifrancese (2 e 27 luglio 1214). Dal 1214 al 1340, gli sforzi dei re d' Inghilterra per riconquistare la Normandia trovano resistenza da parte dei re di Francia, che cercano di consolidare la loro conquista per mezzo dei trattati di Parigi (1259) e d'Amiens (1279), e da parte degli stessi Normanni che vogliono rimanere francesi.

Del resto, essi avevano ottenuto dal debole re Luigi X il Testardo, nel 1315, la "carta" dei Normanni, nella quale erano riconosciute le libertà della provincia. Queste libertà, analoghe a quelle che contemporaneamente venivano concesse ai Borgognoni, ai Piccardi e alla Champagne, servirono, senza essere rispettate dai re, come simbolo delle aspirazioni della Normandia, e ad esse appunto si riferirono gli abitanti di Rouen al tempo della "Grande Harelle", ossia della rivolta al principio del regno di Carlo VI (1382).

Dal 1340 al 1453 si svolge la guerra dei Cent'anni, originata dalla pretesa alla corona francese da parte di Edoardo III d'Inghilterra, nipote di Filippo il Bello di Francia. Tale guerra ebbe in parte come teatro di lotta la Normandia. Questa provincia, arricchitasi molto dopo la sua annessione alla Francia, rappresentava una preda allettante per gl'Inglesi. La presa di Caen nel luglio 1346 segna la prima offensiva britannica; ma i Normanni restarono fermamente uniti alla Francia, dato che il figlio del re Filippo VI, il futuro Giovanni II il Buono, aveva preso il titolo di duca di Nomandia, e gli abitanti della provincia esigevano, come compenso della loro collaborazione per un'eventuale conquista dell'Inghilterra, l'introduzione della Magna Charta inglese in Francia. Ma la cessione fatta a Carlo il Malvagio, re di Navarra, di alcuni feudi normanni, tra cui la contea di Évreux, e gl'intrighi di questo principe col figlio di Giovanni II, Carlo di Normandia (il futuro Carlo V), e col re d' Inghilterra, riaccesero la guerra franco-britannica che si era sopita dopo la tregua del 1347. I preliminari di Londra, (24 marzo 1359) firmati da Giovanni II dopo la disfatta di Poitiers (19 settembre 1356), cedevano la Normandia all'Inghilterra. Ma la resistenza opposta dalle città normanne e gli sforzi del delfino permisero di trattare a Brétigny (aprile 1360) sulla base della rinuncia da parte di Edoardo III alle sue pretese alla corona di Francia e al possesso della Normandia; egli si tenne solamente, oltre all'Aquitania e a Calais, le Isole Normanne, la cui posizione giuridica dopo il 1204 era rimasta indeterminata. Prima del suo avvento al trono, Carlo V aveva cominciato la restaurazione dell'ordine e della prosperità nella Normandia; dopo la sua incoronazione, egli affidò a Bertrand du Guesclin la missione di cacciarne le "grandi compagnie", cioè le bande di mercenarî che devastavano il paese e di distruggere il potere di Carlo il Malvagio. Poi, dopo la ripresa della guerra contro gl'Inglesi, egli diede all'ammiraglio Jean de Vienne l'incarico di riconquistare il castello di Saint-Sauveur-le-Vicomte (1375), base delle operazioni inglesi nella Bassa Normandia. Ma sotto Carlo VI, la guerra contro l'Inghilterra, favorita dal grande conflitto interno della Francia, tra Armagnacchi e Borgognoni, doveva svolgersi favorevole per gl'Inglesi: fin dal 22 settembre 1415, Enrico V aveva preso Harfleur; nel 1417-18 fu occupata la Bassa Normandia; il 19 gennaio 1419, capitolava Rouen; sola fra tutte le fortezze normanne, rimase inespugnabile il Mont-Saint-Michel. Il trattato di Troyes del 21 maggio 1420, designandolo erede di Carlo VI, assicurava al re d'Inghilterra la successione immediata di tutto ciò ch'egli occupava e, particolarmente, della Normandia.

La provincia, amministrata dal reggente John Plantagenet duca di Bedford per conto di Enrico VI, fu da allora sottoposta a un consiglio speciale e a una Camera dei conti residente a Caen, mentre l'antico Scacchiere dei conti rimaneva a Rouen. I "rinnegati", ossia i Normanni che accettarono il nuovo regime, furono utilizzati in quest'amministrazione, tanto più che il duca di Bedford aveva rinunciato all'uso d'introdurre coloni inglesi nel paese, come invece era stato fatto da Edoardo III a Caen e a Calais. Nel 1432 fu fondata a Caen una facoltà di diritto, completata poi nel 1437-39. Ma sebbene Bedford tenesse in Normandia guarnigioni di poca importanza, la miseria prodotta dalla guerra, il disprezzo per i "rinnegati", le esigenze e le brutalità della polizia inglese provocarono rivolte che, duramente represse, prepararono il ritorno della Normandia alla Francia sotto Carlo VII.

Il disastro francese di Verneuil (17 agosto 1424) mise fine alla serie delle disfatte, e la liberazione d'Orléans compiuta da Giovanna d'Arco (8 maggio 1429) inaugurò il riscatto del regno dal dominio inglese. Certo fu a Rouen che venne giudicata e bruciata la "Bonne Lorraine" (30 maggio 1430): la lotta contro i "godons" (cioè gl'Inglesi) è una vera guerra d'insorti che rende precario il dominio inglese, e, dopo la tregua del 1444, Carlo VII, avendo riordinato i suoi eserciti, riprende la guerra. La Normandia viene riconquistata tra l'agosto 1449 e l'agosto 1450, gl'Inglesi capitolano a Rouen (29 ottobre 1449), dove il re di Francia entra il 10 novembre; l'ultimo esercito britannico comandato da Kyriel viene sconfitto il 15 aprile 1450. È la fine dell'occupazione inglese della Normandia: la riabilitazione di Giovanna d'Arco nel palazzo arcivescovile di Rouen (7 luglio 1456) e la conferma della carta dei Normanni segnano il ritorno della provincia alla Francia. La Normandia risorge presto dalle sue rovine: terreno ricco, abitanti energici, valore economico della via fluviale della Senna, tutto agevolò questa rinascita che non fu compromessa neanche dagl'intrighi del fratello di Luigi XI contro il re. La conferma della carta dei Normanni nel 1467, la dichiarazione degli Stati generali di Tours, che la Normandia non poteva in nessun caso essere data in appannaggio, stanno a indicare l'interessamento che ad essa portava Luigi XI. Lo stesso avvenne sotto Carlo VIII, che presiedette di persona lo Scacchiere e confermò lo statuto (1485), e sotto Luigi XII, che fece dello Scacchiere una corte sovrana e stabile (1499).

Fino dal sec. XIV gli abitanti di Dieppe avevano preso l'iniziativa di viaggi di scoperta; Jean de Béthencourt del paese di Caux aveva scoperto nel secolo XV le Canarie; ecco che Jean Denis di Honfleur, Giovanni Ango di Dieppe e più tardi Giovanni Rigaud, egli pure di Dieppe, corrono gli oceani, e Francesco I costituisce il porto di Franciscopolis, l'odierno Le Havre (1517-23). Contemporaneamente vengono compiuti nelle città normanne i grandi edifici religiosi del Medioevo, come il Palazzo di giustizia di Rouen.

Da allora fino alla fine dell'antico regime, la Normandia visse della stessa vita dell'intero regno, con le guerre religiose, alle quali il diffondersi del calvinismo nelle città e la vicinanza dell'Inghilterra diedero un carattere particolarmente accanito, e che finirono nella stessa Normandia con la vittorie di Enrico IV ad Arques e a Ivry e con la presa di Rouen tolta alla Lega. Gli errori finanziarî della dittatura di Richelieu portarono nel 1639 alla rivolta dei "Nu-pieds" e dei "Bras-Nus", duramente repressa dal cancelliere Séguier; d'altra parte, le violenze e le miserie della Fronda diminuirono la popolazione e compromisero la prosperità, che si ristabilì soltanto sotto Luigi XIV. Ma la revoca dell'editto di Nantes diede un colpo terribile alla provincia, che, popolata da un milione e mezzo di abitanti, avrebbe perduto, tra il 1685 e il 1700, 184.000 emigrati, dei quali 20.000 solo di Rouen. A questo errore iniziale si aggiungono, per intralciare lo sviluppo economico della Normandia, le guerre continue, le quali tuttavia non impediscono il nascere delle industrie delle maioliche di Rouen, dei pizzi di Alençon, delle stoffe di Elbeuf e di Louviers, delle telerie delle piccole borgate della bassa Normandia, dello sfruttamento del minerale di ferro, senza contare i prodotti dell'agricoltura e dell'allevamento, che diedero alla provincia meritata fama. Nel sec. XVIII, la perdita del Canada dapprima, poi il trattato commerciale con l'Inghilterra (1786) moltiplicano e intensificano le cause del disagio e del malcontento, e ciò spiega perché la Normandia abbia immediatamente aderito alla rivoluzione. Specialmente a Le Havre e a Caen, la presa della Bastiglia ebbe immediati contraccolpi. Fu allora che le 3 "generalità normanne (Rouen, Alençon, Caen) scomparirono per far posto ai dipartimenti, e che le 7 diocesi normanne furono ridotte a 5. Ma le misure anticlericali della Legislativa, le violenze del partito della Montagna nella Convenzione, suscitarono, specialmente nella bassa Normandia, vicina al Maine e alla Bretagna, resistenze d'ogni sorta; i Girondini federalisti con a capo i deputati dell'Eure prepararono la guerra civile, mentre Carlotta Corday, di Caen, si recava a Parigi per assassinare Marat (13 luglio 1793). Il giorno stesso il breve combattimento di Vernon mise fine all'insurrezione federalista. Si avranno poi nelle campagne della bassa Normandia scorribande d'insorti più o meno realisti, ma soprattutto briganti; a questa guerriglia mise fine però l'esecuzione di Louis de Frotté nel 1800, e la Normandia, sotto i diversi governi che si succedettero in Francia dopo il Consolato, visse una vita calma, nella quale merita d'essere segnalata solo la crisi economica sopravvenuta nell'industria tessile cotoniera in seguito alla guerra di secessione americana, perché diede luogo, nella sfera politica, a un'adesione senza entusiasmo, ma effettiva, all'idealità repubblicana. Nonostante la diminuzione sensibile della sua popolazione per cause diverse, forse in relazione con lo sviluppo dell'alcoolismo, la Normandia si è affermata come una delle regioni francesi di maggiore attività economica.

Arte.

Il solo monumento romano che parzialmente sussiste è il teatro di Lillebonne, presso Rouen. Nel medesimo luogo furono trovati due notevoli musaici a figure nere nello stile dei grandi musaici di Perugia e di Ostia. Essi rappresentano l'uno Orfeo e l'altro Apollo e Dafne; quest'ultimo reca la firma di T. Sennius Felix da Pozzuoli e del suo allievo Amor (museo di Rouen).

Il cristianesimo si diffuse nel sec. III nella regione dove presto si moltiplicarono le costruzioni religiose e monastiche, poi rovinate nel secolo IX quando i barbari, venuti dal settentrione, s'insediarono nella regione. Finito col sec. X il periodo delle devastazioni, ebbe inizio l'epoca della straordinaria espansione normanna, la duplice epopea della conquista della Sicilia e della conquista dell'Inghilterra. Tuttavia le opere ammirevoli della dinastia normanna a Palermo e a Monreale non appartengono alla storia dell'arte della Normandia: esse rientrano nel campo dell'arte italo-bizantina e sull'arte della Normandia non ebbero nessun influsso. Invece la conquista inglese doveva avere ripercussioni notevoli tanto sull'arte (v. normanna, arte) quanto sulla politica. L' Inghilterra e la Normandia formarono per varî secoli un'unica regione o almeno si trovarono unite da un ponte che permise alla storia dei due paesi di mescolarsi intimamente per molte generazioni.

Degli edifici anteriori al sec. X rimane ben poco: chiese di Rugles e di Vieux-Pont e frammenti di sculture carolinge nei musei di Évreux e di Caen. Più notevoli sono una sala bassa con un pilastro a pianta quadrata sotto la terrazza che precede la chiesa del Mont-Saint-Michel (v.) e una parte della chiesa di S. Pietro di Jumièges.

Nel sec. XI cominciò per la Normandia un periodo di splendore e di prosperità. Il tipo di chiese caratteristico di quest'epoca appare per la prima volta a Bernay e fu opera del celebre abate Guglielmo da Volpiano, venuto di Lombardia, autore della rotonda di S. Benigno a Digione. L'abate Guglielmo chiamato dalla Borgogna dal duca Riccardo II costruì una chiesa a tre navate con triplice abside. Le chiese di questo tipo non erano coperte a vòlta: solo avevano a intervalli degli archi per sostegno del tetto. Secondo questo sistema si costruirono da principio le grandi chiese della Trinità a Caen e di Cérisy-la-Forêt, già notevoli per ampiezza di forme e grandiosità di proporzioni. Mai s'erano viste in Francia chiese così magnifiche, navate più spaziose e più superbi campanili. L'architettura di questi monumenti rispecchia la maschia energia del secolo dei conquistatori.

Questo stile eroico si propagò in Inghilterra dove, grazie alle ricchezze del clero, prese uno slancio sconosciuto altrove. Le cattedrali di Lincoln e di Canterbury sorsero sul modello della Trinità di Caen. Abate della Trinità era l'illustre Lanfranco di Pavia, che Guglielmo il Conquistatore fece arcivescovo di Canterbury. Molto probabilmente fu in queste chiese anglo-normanne che si sviluppò l'uso della vòlta a costoloni (v. gotica, arte), già noto in Lombardia e di remota origine. Le vòlte a costoloni si trovano adoperate in grande scala nella splendida cattedrale di Durharn, poi a Peterborough e nella Normandia continentale, dapprima sulle rive della Somme e sui confini dell'Île-de-France, ove infine si affermò sviluppando tutte le proprie possibilità.

Quale sia stata la funzione della Normandia nell'architettura gotica, si vede nelle grandi chiese normanne dell'inizio del sec. XII, come Notre-Dame di Jumièges e S. Stefano di Caen, le cui linee grandiose e il magnifico complesso con matronei, la facciata inquadrata da torri preludono ai caratteri delle cattedrali gotiche. Poi i capolavori gotici dell'Île-de-France divennero a loro volta modello agli architetti della Nommandia: l'influsso di Chartres è visibile nelle cattedrali di Rouen e d'Eu, nelle chiese di Fécamp e nel S. Giorgio di Boscherville. La cattedrale di Lisieux fu costruita verso il 1180 da maestri puramente francesi.

Tuttavia, i grandi edifici gotici normanni, come le magnifiche cattedrali di Bayeux e di Coutances, costituiscono una varietà molto distinta nell'architettura gotica francese. In nessun altro edificio lo slancio e la verticalità s'affermano con più forza, in nessun altro edificio è stata cercata con più passione l'espressione del sublime. Uno dei loro aspetti caratteristici è l'immenso tiburio che sorge nell'incrocio delle navate e dà all'insieme un movimento piramidale, salendo verso la luce di cui inonda le navate: duplice effetto scenico, esterno e interno, che costituisce il carattere delle chiese normanne. All'interno, le cappelle del deambulatorio sono generalmente divise da una parete a transenna che conferisce a questa parte dell'edificio una notevole unità. La cappella di fondo, costruita sull'asse della chiesa, raggiunge spesso, come a Rouen e a Lisieux, le proporzioni di una piccola chiesa indipendente. Questa disposizione, apparsa nel 1230 a Bayeux, divenne regola nel sec. XIII. La decorazione è talvolta, come a Bayeux, assai ricca ma quasi unicamente geometrica o stilizzata, quasi del tutto spoglia di elementi naturalistici. La scultura non ha quasi nessuna funzione, salvo che nella cattedrale di Rouen.

Nel sec. XIV questi caratteri originali tendono a scomparire nella grande armonia dell'arte francese, nello stile detto "rayonnant".

Sorsero allora i cori splendidi delle cattedrali di Sées e di Évreux e soprattutto quello dell'abbazia di Saint-Ouen di Rouen (1318-39), capolavoro di questo periodo. Verso il 1390 si manifestarono invece i segni d'una decorazione più elaborata e lussureggiante che sembra d'importazione inglese. Il sec. XV fu il secolo dell'influsso inglese: allo stile "rayonnant" succede il "flamboyant", che si spiega nelle finestre della navata di Saint-Ouen e nelle parti alte della cattedrale di Rouen, della torre Saint-Romain (eretta da Jean de Bayeux e Janson Salvart, tra il 1396 e il 1421) fino alla famosa Torre di Burro (così detta perché costruita coi proventi di un'imposta sul burro). Opera tipica di quell'epoca è l'incantevole chiesa di Saint-Maclou a Rouen; ma non mancano esempî più semplici, benché ricchissimi, in molte chiese parrocchiali della regione: Pont-Audemer, Vernon, Caudebec, Les Andelys, Saint-Vincent di Rouen, la Trinité di Falaise, Notre-Dame d'Alençon.

Tutta la lunga storia dell'architettura normanna dal sec. IX al XV è riassunta in un monumento, uno dei monumenti più gloriosi della cristianità, rivale di San Giacomo di Compostella: l'abbazia di Mont-Saint-Michel (v.). Sulla rupe in mezzo alle onde, il complesso presenta il profilo piramidale caro all'architettura normanna; una cripta del sec. IX, la navata romanica del sec. XI coperta da una vòlta di legno simile allo scafo capovolto di una nave, sono fra le testimonianze più nobili dei secoli eroici. La parte dell'abbazia chiamata "la meraviglia" sovrappone i suoi tre piani d'architetture sospese, uno dei miracoli dell'arte gotica (1203-28). All'esterno, il sec. XIV ha lasciato i suoi lavori difensivi, i bastioni con le torri, fatte per l'uso delle artiglierie; infine il coro della chiesa, costruito sullo scorcio del sec. XV, corona questo mirabile monumento con i suoi accenti d'apoteosi.

Lo stile gotico fiorito si prolungò sin verso il 1530. La Normandia fu in Francia uno dei più precoci focolari del Rinascimento italiano. Già nel 1489 la tomba del vescovo di Dôl, sui confini della Bretagna e della Normandia, è opera fiorentina probabilmente importata dall'Italia. Tuttavia il centro principale dell'italianismo fu la residenza dei magnifici cardinali d'Amboise, il superbo castello di Gaillon, presso Mantes, primo esempio di una dimora francese costruita all'italiana, purtroppo distrutta dalla rivoluzione, non rimanendone che frammenti conservati al Louvre, al museo di Cluny e nell'École des beaux-arts a Parigi, e gli ammirevoli stalli ora nel coro di Saint-Denis. La bottega di Gaillon, coi Giusti di Settignano e con Lorenzo da Mugiano, autore della statua di Luigi XII, fu la prima scuola in cui si formò il celebre Jean Gouion, originario dell'Alta Normandia. Una seconda bottega diretta da Girolamo Viscardo eseguì le sculture della sontuosa cappella del SS. Sangue nell'abbazia di Fécamp. Di lì si propagarono in Normandia due altri centri d'italianismo: a Rouen, dove un gruppo di scultori eseguì opere illustri come la tomba dei cardinali d'Amboise (1520) nella cattedrale (di Rolland Leroux e Pierre Desobeaux) e la tomba del siniscalco Louis de Brézé (morto nel 1521), opera magnifica alla quale si suppone lavorasse anche J. Goujon; a Caen, dove altri scultori spiegarono una deliziosa arte decorativa (abside di San Pietro, a Caen).

La casa d'Escoville, e la casa di Bourgthéroulde a Rouen, come altre case di Caen, hanno facciate ornate con medaglioni d'imperatori o con riquadri a bassorilievo ispirati dai Trionfi del Petrarca, o anche con statue allegoriche, sicuramente opere di Italiani.

In seguito la vita artistica della Normandia non subì rallentamenti (all'infuori d'una breve crisi iconoclasta durante le guerre di religione), ma si confuse sempre più con quella della Francia monarchica. La regione diviene così una delle provincie dell'arte francese: non ebbe più uno stile "normanno". Le chiese del secolo XVII, come quella di Saint-Romain o la cappella del liceo Corneille a Rouen, Notre-Dame a Le Havre, o Notre-Dame de la Gloriette a Caen, ripetono il tipo maestoso messo di moda dai gesuiti. Gli edifici monastici come l'ammirevole Abbaye-aux-Hommes (liceo Malherbe) a Caen, sono costruzioni superbe, ma di una nobiltà impersonale. Il carattere locale resisté più a lungo nelle case private. A Caen, a Lisieux, a Honfleur, in taluni quartieri di Rouen rimane una quantità di case in legno e muratura le cui travi sono scolpite con una fantasia gioviale o pia. Le parti in muratura sono spesso fatte di mattoni disposti a losanga o di mattonelle di terra verniciata che dànno alle case comuni un aspetto vivace. Comuni nelle case i tetti alti, i frontoni aguzzi per il clima piovoso; e si ritrovano anche in molti castelli. I castelli di Balleroy, di Beaumesnil, di Cany, quello di Benouville soprattutto, col suo portico colossale a graziosi capitelli ionici, sono tra le più belle dimore francesi, ma non hanno più nulla di normanno.

Il sec. XIX non ha aggiunto quasi nulla ai lavori di edilizia o di utilità pubblica: la Piazza della Borsa a Le Havre possiede ancora un certo carattere monumentale in stile della restaurazione. Gl'immensi lavori dei porti di Rouen e di Le Havre sono opere d'ingegneria; come il ponte trasbordatore di Rouen, la nuova stazione ancora a Rouen, il mercato del pesce a Dieppe (1925-1930) sono opere prive di qualsiasi personalità. Le chiese moderne in stile pseudo-gotico, come la nuova basilĭca di S. Teresa a Lisieux, sono insignificanti.

Non sembra che in Normandia sia stata molto coltivata la scultura se non come arte decorativa. Pur tenendo conto delle distruzioni avvenute, è più rara in Normandia che altrove e nella regione normanna essa sembra sempre d'origine straniera, come nei timpani e nei portali della cattedrale di Rouen o nelle figurine delle collegiata di Ecouis (sec. XIV). Rimane qualche bella statua del sec. XV nella chiesa di Verneuil ai confini dell'Île-de-France. Alla scuola di P. Desobeaux e di J. Gouion può essere riportato il bel bassorilievo del Buon Pastore che decora la vòlta del Gros-Horloge di Rouen, uno dei più pittoreschi monumenti della vecchia Francia. Uno dei maggiori scultori dell'inizio del sec. XVII fu Michel Anguier, ma sarebbe difficile stabilire ciò che egli deve alla regione nativa se non si conoscesse il suo luogo di nascita e il suo stato civile. In Normandia ebbero i natali alcuni grandi artisti, fra cui Nicolas Poussin (v.), che però si formò sulle rive del Tevere. Jean Jouvenet fu uno dei più vigorosi allievi del Le Brun, ma si distingue appena dal suo maestro. Due tra i pittori più celebri del secolo scorso, Théodore Géricault (v.) e Jean-François Millet (v.) nacquero il primo a Rouen, l'altro a Gréville, presso Cherbourg. Si discerne però male quel che vi è di normanno nella loro opera come in quella di Maurice Denis, nato anch'egli a Cherbourg.

Vi è tuttavia nella pittura una sfumatura che senza la Normandia non esisterebbe: Le Havre, le falaises dei dintorni di Dieppe, quella costa così affine alla costa dell'Inghilterra sono un punto in cui si è operato una specie di connubio franco-inglese. Lavorarono in quella regione il Bonington, il Delacroix, che vi tornò più volte (all'abbazia di Valmont), l'Isabey; più tardi, Claude Monet. Infine verso il 1890 una piccola società d'artisti: Jacques-Émile Blanche, Aubrey Beardsley, Walter Sickert, frequentò i medesimi luoghi costituendo un gruppo, una famiglia francoinglese che è forse il prodotto più originale della scuola normanna.

Le arti minori hanno un monumento famoso, unico nel suo genere, per la sua importanza storica: la lunga stoffa detta la Tapisserie de Bayeux, istoriata a ricamo (m. 70 × o,60) con gli episodî della conquista dell'Inghilterra (fine del sec. XI). Dei manoscritti miniati, il più splendido è il Commentario di Beatus noto sotto il nome di "Apocalisse di San Severo" (Biblioteca nazionale), capolavoro decorativo pieno di motivi orientali (sec. XII). Affreschi del sec. XIII si trovano nella vòlta della chiesa del Petit-Quevilly presso Rouen, e nel coro di Saint-Cénéri -le- Gérei.

Ma la pittura fu soppiantata presto, in Normandia, dalle vetrate dipinte. Tra queste le più antiche (sec. XIII) sono nella cattedrale di Rouen, e una di esse reca, eccezione unica per l'epoca, la firma dell'artista che la eseguì: Clemente di Chartres. Nel secolo successivo le vetrate s'ingrandirono: furono allora ornate di monocromi architettonici riserbando la policromia alle figure. La più bella serie del sec. XIV è nelle finestre del coro della cattedrale di Évreux. Le più note sono dei secoli XV e XVI (vetrate di Conches, di Pont-Audemer, di Saint-Maclou, di SaintMaurice e di Saint-Vincent di Rouen, ecc.), ma per lo più non sono opere locali: le più belle appartengono a Engrand de Prince, di Beauvais; quelle, stupende, di Les Andelys sono di Romain Buron.

Per le altre arti industriali ricordiamo le famose maioliche (faïences; le più belle serie si trovano nei musei di Rouen e di Cluny); i mirabili punti di Caen e d'Alençon; poi le stoffe, i cotoni, le cretonne stampate (rouennerie). E sono da menzionare anche i lavori di ebanisteria, gli orologi scolpiti, i begli armadî normanni, tutto quel lusso domestico opulento e adorno, in cui si ritrova una civiltà antica e raffinata, il gusto dell'ordine e della decorazione e sempre una certa aria di pompa e di grandezza.

V. tavv. CXLI e CXLII.

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